Lazio-Fiorentina, Sarri: "Lavoriamo per poterci permettere Luis Alberto"

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L'allenatore biancoceleste analizza il momento della sua squadra: "Da un anno e mezzo si ripetono questi alti e bassi, dobbiamo essere umili e capire che siamo una buona squadra, ma per diventare grandi c'è ancora da lavorare". E su Luis Alberto: "Su 12 partite ne ha giocate 8 da titolare, per noi è un giocatore importante ma le necessità del singolo non sempre corrispondono a quelle della squadra"

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Archiviata la pesante sconfitta contro il Verona, la Lazio si tuffa subito sul turno infrasettimanale. La formazione biancoceleste affronterà mercoledì alle ore 20.45 allo Stadio Olimpico la Fiorentina. Nella conferenza stampa della vigilia, Maurizio Sarri ha presentato così la sfida ai viola.

La Lazio è pronta per ripartire?

"Si spera di sì. Vediamo le risposte, sappiamo tutti la partita che dobbiamo fare. Penso che la squadra sia pronta, vedendo l'atteggiamento dei ragazzi in questi giorni"

 

La Fiorentina va affrontata come una delle big del campionato?

"La Fiorentina è una squadra forte. Quest'anno ha un gioco completamente diverso da quello del passato ed è in grande crescita. Si sta costruendo e potrebbe avere un futuro importante"

 

Immobile contro Vlahovic: è la sfida tra i due attaccanti?

"I giocatori importanti possono sempre decidere il risultato finale. Si sta parlando di un giocatore come Ciro che sta segnando da anni con una continuità impressionante contro un giovane che sta avendo numeri importanti. Sicuramente saranno decisivi ai fini del risultato"

 

Che momento è per la Lazio?

"E' un momento di riflessione. Sentendo parlare i ragazzi e andando a scavare, abbiamo visto che questi alti e bassi si stanno ripetendo da un anno e mezzo. Quasi sempre si verificano con le squadre di seconda fascia e questo ci deve portare a delle riflessioni e a delle correzioni. Vuol dire che alla base c'è qualcosa di sbagliato negli approcci di certe partite. Inoltre si verificano spesso alla terza partita settimanale, anche se i dati fisici non indicano una grande differenza tra la prima e la terza partita. Molto probabilmente c'è una certa abitudine a non mantenere le energie nervose su livelli alti per tempi prolungati. C'è da lavorare su problematiche di questo tipo"

 

Com'è la situazione di Luis Alberto?

"Abbiamo fatto 12 partite, Luis Alberto ne ha fatte 8 da titolare e 4 in cui ha giocato 40 minuti. Faccio fatica a pensare che sia un problema per la Lazio. Chiaramente ci sono dei momenti della stagione in cui le necessità del singolo non corrispondono a quelle della squadra e si guarda al collettivo. Ma è un giocatore importante per noi e si spera di risolvere tutti i nostri problemi per poterci permettere anche Luis Alberto"

 

Ha parlato di anno di transizione. Non rischia di essere un autogol a livello mentale?

"Sono 30 anni che faccio l'allenatore e questa è una delle squadre che mi ha dato maggiore disponibilità. Probabilmente abbiamo sbagliato a mandare alcuni messaggi, ma il gruppo sta lavorando. Questo non è garanzia di risultati, ma bisogna continuare a martellare. Per quanto riguarda la comunicazione esterna, spesso non coincide con quella interna. Ai giornalisti posso dire cose che fanno comodo a me e al gruppo e ai giocatori dire altre cose"

 

Lucas Leiva si sta adattando al suo tipo di gioco?

"E' un ruolo importante per noi e penso che Lucas abbia le caratteristiche adatte. Ha qualche problema di tenuta, ma fa parte del percorso di un calciatore di una certa età. Quest'anno giochiamo anche i ritmi più alti rispetto all'anno scorso e qualche problema può venire fuori. Ma se ci garantisce anche un'ora di gioco ai suoi livelli a noi va bene. Abbiamo anche Cataldi alle spalle, che sta crescendo molto"

 

Si aspettava che questa squadra avesse qualcosa in più?

"Questi sono giocatori forti, che possono diventare grandi attraverso il lavoro. A Roma c'è la tendenza a santificare i giocatori un po' troppo facilmente. Questa squadra era abituata a giocare con tre difensori, due esterni, una punta e un sottopunta. Ora giochiamo con le tre punte, creando più campo da coprire e gli abbiamo complicato un po' la vita. Ma è questione di abituarsi a un certo tipo di lavoro, ma finchè gli spazi non vengono coperti nel modo giusto rischiamo di correre tanto a vuoto. Se riusciamo a mettere a punto queste cose, possiamo fare lo stesso tipo di gioco con un dispendio energetico nettamente minore"

 

Come si lavora sulla mentalità della squadra?

"Penso che prima di tutto per risolvere un problema, bisogna prenderne coscienza. Abbiamo tirato fuori dei dati da maggio dello scorso anno a oggi e c'è una ripetitività in certe situazioni. Una squadra che gioca con indici da Champions e dopo con indici da bassa Serie B e questo si è ripetuto diverse volte. Da lì si prende atto del problema e ci si può cominciare a lavorare. Ma il primo passo è la presa d'atto di non riuscire a rimanere costantemente su certi livelli, c'è una differenza troppo evidente tra alcune prestazioni. Il fatto che avvenga con squadre di seconda fascia ci deve far prendere coscienza anche che dobbiamo essere più umili perchè come noi abbiamo buoni giocatori, che devono lavorare ancora per diventare grandi. Abbiamo una buona squadra, ma per diventare una grande squadra abbiamo ancora lavoro da fare"

 

Sta pensando di puntare di più su Lazzari al posto di Hysaj? Vede mancanza di stimoli in certe partite di campionato?

"L'assuefazione a un certo tipo di ambiente ti può portare inconsciamente a un calo a livello motivazionale. Però il percorso mentale è obbligato e l'obiettivo ti deve scatenare delle motivazioni, che in campo ti devono scatenare la determinazione. In questo momento dobbiamo darci l'obiettivo più bello che c'è al mondo, ovvero di tirare fuori il 100%. Se ci riusciremo con una buona continuità, vedremo a cosa corrisponde. Se questo è un obiettivo sentito da tutti scatenerà motivazioni. Per quanto riguarda i terzini, stanno giocando tutti con una certa continuità. Con il Marsiglia ha giocato Lazzari. Il suo percorso è il più difficile, perchè Marusic ha già assunto responsabilità difensive anche in passato, Lazzari era un puro esterno di spinta. Con tutta la squadra, non solo con Lazzari, siamo ancora a metà strada. Non facciamo ancora bene il nuovo e abbiamo perso il buono di quello che facevamo di vecchio"