Derby di Genova, il caso Ferrero e la strana settimana che porta alla partita

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Riccardo Re

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L'arresto del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero ha scosso l'ambiente blucerchiato e tutta la città, nella settimana che porta al derby di venerdì sera. Anche il Genoa non attraversa un momento facile, con il penultimo posto in classifica e Shevchenko che ha raccolto un solo punto in quattro partite

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Non poteva essere più surreale la settimana che porta al derby di Genova. E quantomeno particolare è stata anche la presentazione delle maglie di Genoa, Sampdoria e Spezia con la scritta la “mia Liguria”. Faranno il loro esordio proprio nella partita di venerdì. Ci dovevano essere i capitani delle tre squadre, ma i giocatori rossoblù sono in regime di isolamento fiduciario per positività nel gruppo squadra, ma soprattutto ci dovevano essere i tre presidenti. Al posto di Massimo Ferrero il direttore operativo blucerchiato Alberto Bosco. A lui le deleghe per portare avanti le operazioni ordinarie di una società che era anche sul punto di cambiare allenatore. Ora è praticamente tutto in standby e per questo tornano con forza le voci della necessità di un cambio di proprietà. Sempre Bosco nel 2019, quando Ferrero era stato vicino alla cessione aveva fatto da guida per Genova e Bogliasco agli esponenti della cosiddetta cordata Vialli che resta una speranza di tutti i tifosi anche per il prossimo futuro. Di questo il governatore della Liguria Giovanni Toti non vuole parlare. Ribadisce garantismo totale, e l'auspicio che il presidente Ferrero sappia dare spiegazioni per quello per cui accusato”. Intanto l’inchiesta va avanti. Massimo Ferrero resta in carcere a San Vittore mentre emergono intercettazioni della figlia Vanessa, sempre ai domiciliari. Con le dovute dimissioni di Ferrero dalla presidenza cadrà tutto il consiglio d’amministrazione Samp. Ulteriore terremoto nella settimana del derby, che tornando anche alle questioni di campo pure il Genoa sta vivendo con non poche difficoltà. Il primo derby del presidente Zangrillo che non potrà stringere la mano al suo omologo blucerchiato, e che guarda in casa altrui con estrema discrezione. “Con molto rispetto e con molto rammarico – ha detto Zangrillo - mi auguro che quello che non potrò fare fra tre giorni si possa fare in futuro, ma questo è un argomento su cui non vorrei soffermarmi a lungo”.