Mourinho dopo Roma-Juventus: "C'è stato un crollo psicologico, mi fa male all'anima"

ROMA

Il portoghese duro dopo la sconfitta con la Juve: "Per 70 minuti abbiamo fatto una grande partita, poi il 3-2 ci ha distrutto e c'è stato un collasso psicologico. Bisognava controllare la gara, invece sono emersi complessi e fragilità. La squadra ha talento, ma ci sono delle mancanze in termini di personalità. Dobbiamo uscire fuori dalla comfort zone del sesto-settimo posto: i ragazzi devono venire nella mia direzione, non sono io che devo andare verso di loro sotto il profilo psicologico"

ROMA-JUVE, HIGHLIGHTS

Avanti di due gol a 20 minuti dalla fine, la Roma si è fatta rimontare dalla Juventus buttando così l'opportunità di portare a casa tre punti importanti. All'Olimpico finisce 3-4 per i bianconeri, un risultato che lascia fortemente deluso José Mourinho, soprattutto per come è maturato. "Non vorrei farlo, ma posso criticare la mia squadra – le parole del portoghese - Ci sono stati 70 minuti di controllo assoluto, in cui abbiamo giocato veramente bene, con la giusta mentalità. Dopo c'è stato un collasso psicologico e il 3-2 ci ha distrutto. Felix ha fatto una partita straordinaria sotto tutti i punti di vista, poi l'ho cambiato e chi è entrato ha sbagliato già alla prima azione. Ma per una squadra forte mentalmente, qual è il problema di prendere il 3-2? Per me non c'è, sei sempre in vantaggio e giochi per rimanere in controllo della partita. Invece per i miei ragazzi c'è, perché sono emersi complessi, fragilità psicologiche. Sono emersi i problemi per cui non abbiamo iniziato come abbiamo finito l'anno scorso e per cui non vinciamo contro le squadre forti. Poi quando siamo nei guai, la squadra si rialza e ricomincia a giocare. In questo spogliatoio c'è solo gente buona. Se fosse finita al 70', avremmo fatto una grande partita. Ma così non è stato e gli errori fatti successivamente sono difficili da accettare. Poi avevamo delle defezioni importanti, soprattutto in panchina. Mi fa male, non sono abituato a questo profilo di squadra ma sono qui per aiutare la squadra a migliorare”.

"Pensavo fosse più facile, la squadra venga nella mia direzione"

Tanto il lavoro da fare sulla testa dei calciatori: "Non ho mai pensato che bastassi solo io, ma pensavo fosse più facile – continua - Il gioco che abbiamo fatto per 70 minuti e anche in altre partite è frutto del talento, ma ci sono delle mancanze in termini di personalità. Mi hanno dato 3 anni di tempo per migliorare questo gruppo, ho bisogno di aiuto da parte della società per far sì che ciò avvenga. Quando succede qualcosa nella partita, anche un episodio arbitrale, la squadra non ha leadership, non ha gente con una forte mentalità per mantenere il controllo. Ora rinforzeremo la rosa con l'arrivo di due giocatori in prestito. Uno è Maitland-Niles, l'altro un centrocampista fisico e di personalità. Dobbiamo uscire dalla comfort zone del sesto-settimo posto. Per fare questo ho detto ai ragazzi che devono venire nella mia direzione, non sono io che devo andare verso di loro sotto il profilo psicologico. Quando siamo crollati ho sentito di non poter fare nulla", ha concluso Mourinho.  

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