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Gianni e Gianluca, che squadra

il ricordo

Alessandro Bonan

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Gianni Di Marzio. A darne l’annuncio è stato il nostro Gianluca con un toccante post sui social: "E adesso potrai finalmente allenarlo, il tuo caro amato Diego. Sei stato un grande papà, mi hai insegnato tutto e non sarò l’unico a non dimenticarti mai". 

Lo ricordiamo con le parole di Alessandro Bonan, che tutte le sere divide lo studio di “Calciomercato l’Originale” su Sky Sport con Gianluca.

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Mentre mi trovo a scrivere queste parole, mi chiedo, senza darmi una risposta precisa, come Gianni avrebbe voluto che lo ricordassi. L’ultima volta che ci siamo sentiti è stato per gli auguri di Natale. Già sapevo da Gianluca dell’avanzare inesorabile della malattia. Mi aspettavo di ascoltare al telefono una voce affaticata e debole, quel classico soffio di chi soffre. Invece, con le residue forze di cui disponeva, Gianni mi aveva parlato con la solita energia, con quella voce netta, inequivocabile con la quale lo avevo sempre sentito parlare. Ho pensato al suo coraggio, e alla dignità della persona. 

Chi dissimula il dolore lo fa per due motivi: orgoglio personale e rispetto degli altri. Ho pensato all’onore di questo esile uomo che, abbandonato dal corpo, non rinunciava a dire, ad essere, a voler bene, con la stessa energia di sempre. 

Gianni Di Marzio è stato un bravissimo allenatore, e poi un abile dirigente, ma per me era soprattutto il papà di Gianluca e a sua volta un grande amico, di quelli che avevo sempre il piacere di rivedere, come se fosse uno zio caro, che ti insegna tante cose belle

Mi affascinava il suo modo di raccontare, lo stesso passo svelto di Gianluca. Lo avevo paragonato alla cottura dei popcorn, quel momento allegro in cui si sente il crepitio del mais e tutto è ritmico, incalzante. Aveva il dono dell’empatia, e dopo un attimo diventava il tuo sodale, una persona amabile e divertente. 

Insieme a Gianluca, formavamo una squadra e lui era l’allenatore. Se ne stava in piedi però, gesticolando con le mani, proprio come quando faceva il mister per davvero. Palla avanti, palla indietro, con ottimismo. Con tutta quella voglia di vita che adesso purtroppo non c’è più.