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Napoli-Udinese, Spalletti: "Scudetto? Quattro squadre al 25% di possibilità"

NAPOLI
ph - @sscnapoli

Le parole dell'allenatore del Napoli in vista della sfida contro l'Udinese: "Loro sono costruiti bene e per noi non sarà semplice, ma non faccio calcoli. Nessun dubbio di formazione, non penso ai diffidati: abbiamo nove storie da scrivere per provare a vincere. Scudetto? Se si valutano le squadre, tutte e quattro le concorrenti hanno il 25% di possibilità. Insigne sta benissimo, l'unico problema è che tra tre mesi non lo avrò più a disposizione"

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Dare seguito all'ultima vittoria arrivata sul campo del Verona e conquistare un altro successo per mettere pressione al Milan capolista. È questo l'obiettivo del Napoli, che vuole continuare a inseguire il sogno scudetto. A tre punti dalla vetta, la squadra di Luciano Spalletti nel prossimo turno di campionato sarà impegnata al Maradona contro l'Udinese. L'allenatore azzurro ha presentato in conferenza stampa la partita.

In questa settimana ha visto qualcosa di diverso rispetto al passato?

"Noi abbiamo a che fare con dei professionisti che poi si chiedono sempre se basta quello che hanno messo dentro le partite. Ne abbiamo moltissimi che si alzano la mattina cercando di andare sopra il proprio livello, perché è così che funziona nel calcio moderno. I ragazzi vogliono dare il massimo e inventarsi anche qualcosa, questa è una caratteristica che ho sempre visto. Chiaro che poi c’è la giocata, il talento che fa la giocata. Ma per ripetere spesso quel talento e quella giocata ci vuole il lavoro che permette di rifare sempre queste cose".

 

L'ultima volta che il Napoli ha giocato per lo scudetto c’era grande trasporto dei tifosi. Ora sembra che proprio loro ci credano meno. Si spiega perché?

"Da un punto di vista nostro, l’entusiasmo che percepiamo è fortissimo. È facile da andare a toccare e da assorbire, basti pensare alle ultime partite che abbiamo giocato: l’atmosfera che c’era per arrivare allo stadio rappresenta l’amore della gente, che vuole trasmettere sensazione positive alla squadra. Penso che nel prossimo mercato non andremo a cercare altri tifosi, sotto questo aspetto siamo a posto. Abbiamo i nostri, ci bastano e dobbiamo restituire loro sempre delle soddisfazioni. Ora abbiamo queste nove storie da raccontare, queste nove avventure da scrivere e dobbiamo essere felici e riconoscenti già per questo, per esserci. Dobbiamo vivere da protagonisti queste storie, perché i nostri tifosi sono lì, sia in casa che in trasferta come abbiamo visto nell’ultima partita. I nostri tifosi ci trasferiscono tutto il loro affetto da qualsiasi parte".

 

Che insidie nasconde l'Udinese?

"Di insidie ne nasconde molte perché Marino, insieme a Gino Pozzo, è uno di quello che sa costruire le cose per gli obiettivi che deve raggiungere. Marino crea ordine, dice cosa fare e dà i ruoli giusti. Anche in campo è così, ci sono giocatori scelti bene per quelli che sono i loro obiettivi. Hanno forza sulle palle inattive, sono bravi nelle ripartente e hanno veramente estro in tre o quattro elementi, giocatori di livello che possono avere un mercato importante. Per cui dovremo essere bravi a saper stare in equilibrio, gestendo la partita e andando subito ad avere chiaro cosa ci giochiamo in queste nove storie da 90 minuti. Dobbiamo essere protagonisti di queste nove sfide: testa nei piedi e piedi dentro la testa, così forse si riesce a prendere il massimo".

 

Quali sono le percentuali scudetto?

"Se guardiamo la classifica, è chiaro che le squadre che sono davanti e quelle come l’Inter, che ha una partita in più da giocare, hanno più percentuali. Ma se andiamo a vedere le percentuali basate su quello che può essere il valore di queste quattro squadre, dico il 25% ciascuna. Tutte hanno lo stesso valore se si fa un calcolo sulle squadre, poi se si guarda la classifica viene naturale dare qualche punto in più a chi sta davanti".

 

Vale sempre il detto 'Squadra che vince non si cambia'?

"Non lo so, non ci faccio molto caso. Dipende da come vanno i giocatori durante la settimana. Avendo a che fare con cinque o sei giorni di lavoro, ora bisogna valutare tante cose. Sicuramente per domani, dal mio punto di vista, ho deciso: giocheranno 11 titolari, non ho neanche un dubbio".

 

Si affiderà al 4-3-3 o tornerà al 4-2-3-1? Zielinski sarà titolare?

"Per quanto riguarda l’atteggiamento di stare in campo l’ho detto più volte, il disegno tattico della squadra avversaria ha una certa importanza. Sarà un 4-3-3 mischiato a un po' di 4-2-3-1, tanto cambia poco".

 

Le valutazioni sui titolari terranno conto dei diffidati in vista della prossima gara contro l'Atalanta?

"Si partirebbe male se qualcuno ritiene la prossima partita meno delicata di quella successiva. Se qualcuno dei calciatori avesse questa idea, o anche qualcuno dello staff, io ci starei vicino malvolentieri. Noi abbiamo il 100% di passione per queste storie, vogliamo viverle con il 100% di convinzione per provare a vincerle tutte. Si comincia da domani, non si pensa alla prossima. Ci sono dei rischi che vanno affrontati, funziona così. Deve essere bello chiaro questo messaggio. Anche questa alternanza di risultati, per la quale più volte ho detto che mi sento responsabile, deve farci riflettere: bisogna essere decisi a metterci qualcosa in più nelle partite in casa. Tutto quello che fa parte dello stadio Maradona, dell’affetto di questa città per il club è oro colato e questo amore non gioca mai a sfavore. Noi dobbiamo trovare dentro noi stessi le soluzioni per ciò che non è andato bene nelle partite precedenti. A noi lo stadio Maradona non influenza in niente, può influenzare gli altri. Bisogna essere bravi a metterci quel qualcosa in più che ci permetta di mantenere quelle che sono le qualità della squadra".

 

Cosa si aspetta dalla squadra domani?

"L'ho appena detto, mi aspetto che ci mettano qualcosa in più. Grandi risultati, grande disciplina nei tempi lunghi: non c'è altra soluzione. È la somma degli sforzi ripetuti giorno dopo giorno. È il tuo lavoro quotidiano, la tua disponibilità al sacrificio e a farsi il culetto di continuo a fare la differenza. Si chiama resilienza, noi dobbiamo essere di quel livello lì. Anche quest’anno per certi versi siamo stati bravi a reggere botta, a fare fatica. Dentro questa stagione abbiamo preso due lauree in fatica, ora è il momento di coglierne i vantaggi. Anche se qualcosa succede sempre, tipo che Ounas domani non sarò della partita. Ma abbiamo tanti giocatori e andiamo tanto fiduciosi e convinti di potercela fare".

 

Nelle prossime partite quanto saranno importanti gli arbitri e il Var?

"Da un punto di vista mio diventa facile, io ho fiducia. Ho visto quello che è l’impegno che hanno messo e ritengo sia giusta la strada intrapresa mettendo la tecnologia a disposizione, poi non so dire se la usano bene o male. Per quanto abbiamo visto noi, la usano benissimo: tre giorni fa è venuto Giannoccaro e ci ha fatto vedere cosa succede al Var, è veramente complicato. Mi sembra che spesso abbiamo preso decisioni importanti. Il lavoro che vogliono fare è sotto gli occhi di tutti. Siamo tranquilli di poter fare il nostro lavoro e che non possa essere influenzato dalla possibilità di commettere degli errori da parte dei direttori di gara".

 

Come vede Insigne?

"L'ho visto molto bene domenica quando è entrato, l'ho visto allenarsi benissimo in settimana. Anche nella partitella del lunedì lui si è impegnato moltissimo. I miei problemi con Insigne sono tutti rivolti alla stessa cosa, cioè che tra tre mesi non sarà più a disposizione".

 

Quanto è ambizioso il Napoli?

"Noi sappiamo che a volte le cose passano per poi non ripassare più, conosciamo il valore del tempo. In un campionato funziona così, questo lo giochi e il prossimo puoi anche non giocarlo. Abbiamo detto che uno dei valori della vita è fare qualcosa per qualcun altro. Bisogna partire da domani, quella che abbiamo davanti è una partita importante e, come ho detto prima, se basterà questo entusiasmo a dirci che possiamo vincere non lo so, perché ci sono delle squadre forti. Siamo qualche punto dietro, ma che è stato bello viverlo insieme ai nostri tifosi alla fine lo dobbiamo poter dire. Per questo serve testa salda sulle partite che andremo a giocare".

 

Quanto terrà conto dell'atteggiamento dei calciatori in scadenza?

"Non importa che faccia io il controllore di queste situazioni, si controllano da soli. C'è Koulibaly che continua a gridare tutti i giorni, lo stesso fa Ghoulam, che se non ha giocato è solo per colpa mia. Questo dimostra qual è la partecipazione di tutti i ragazzi. Chiaramente bisogna non giocare le prossime partite con il freno a mano inserito, ma bisogno proporre il calcio dei nostri tempi, fatto di continue sventagliate, corse, uno contro uno e tutto il resto. Servono le qualità che uno ha e anche quelle che uno non ha. Bisogna fare un po' di attenzione a tutto, non possiamo permetterci di lasciare anche in parte vuota la scatola di ogni partita".

 

Vincere quante più gare possibile potrebbe anche non bastare. A pari punti col Milan, potrebbe contare la differenza reti: può aumentare il minutaggio di Mertens?

"È un'analisi corretta, sappiamo che anche i particolari possono fare la differenza. Se non ho fatto giocare Ciro è un po' colpa mia, lui è bravo a farsi trovare sempre pronto, anche quando lo incontri in corridoio lo vedi che con lo sguardo ti dice: 'Io ci sono se c'è bisogno'. Questo lo terremo presente e ci fa piacere".

 

È possibile ipotizzare un Lozano da seconda punta per cercare di sfruttare al meglio le potenzialità di Osimhen?

"Quando il terzino va a fare l'incursore nella metà campo avversaria, spesso la punta esterna fa delle corse orizzontali in mezzo al campo e si mette a disposizione della prima punta. Più o meno lo stanno già facendo. Sotto l’aspetto dell’attacco alla profondità dovevamo fare qualcosa in più, probabilmente io dovevo dedicargli più tempo in fase di preparazione. Colpa mia anche quella".

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