Juventus: nuove perquisizioni a Torino, Roma e Milano per presunto falso in bilancio

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Stando a quanto riportato da La Stampa, la procura di Torino, nell'ambito dell'inchiesta di ipotesi di falso in bilancio, ha avviato perquisizioni nella giornata di oggi (mercoledì 23 marzo) in studi legali di Milano, Torino e Roma dove sarebbero state depositate delle scritture private tra società e calciatori che riguardano le retribuzioni degli stessi nei due anni del Covid

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La procura di Torino ha ordinato nuove perquisuzioni nell'ambito dell'inchiesta "Prisma" che ipotizza l'accusa di falso in bilancio a carico della Juventus. La notizia riportata da 'La Stampa' e confermata da fonti della procura si riferisce alle perquisizioni da parte delle Guardia di Finanza avvenute nella giornata di mercoledì 23 marzo in studi legali di Milano, Torino e Roma, dove sarebbero state depositate delle scritture private tra società e calciatori che riguardano le retribuzioni degli stessi nei due anni del Covid.

L'inchiesta Prisma

L'inchiesta denominata "Prisma" si focalizza sui bilanci 2019, 2020 e 2021. Gli indagati sono sette: il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved, l'ex responsabile dell'area sportiva Fabio Paratici, il Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato, l'ex Chief Corporate & Financial Officer, Stefano Bertola, l'ex dirigente finanziario Marco Re e l'avvocato Cesare Gabasio. È indagata anche la Juventus, come persona giuridica. Le ipotesi di reato sono false comunicazioni sociali ed emissione di fatture per operazioni inesistenti (plusvalenze fittizie).

L'inchiesta Figc

Mentre l'indagine della Procura di Torino è in corso ed è parallela, l'inchiesta della Figc - che si è conclusa il mese scorso e relativa al caso plusvalenze - ha visto coinvolti undici club, tra cui società di Serie A come Juventus, Napoli, Genoa, Empoli e Sampdoria, oltre a club di serie inferiori come Pisa, Parma, Pro Vercelli, Pescara e due società in realtà fallite come Novara e Chievo. I club non sono stati ancora deferiti. L'indagine riguarda l'ipotesi di violazione dell’articolo 31, comma 1, e degli articoli 6 e 4 del Codice di Giustizia Sportiva. Gli articoli in questione, il 4 e 6, riguardano rispettivamente il rispetto “delle norme federali e dei principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva” e sulla responsabilità delle società per l’operato dei dirigenti. Per quanto riguarda l’articolo 4, le sanzioni alle società possono essere: ammonizione; ammenda; ammenda con diffida; penalizzazione di uno o più punti in classifica.

 

Tema plusvalenze: la Procura Figc ipotizza la violazione del comma 1 dell’articolo 31, che recita: “Costituisce illecito amministrativo la mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva, dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche (COVISOC) e dagli altri organi di controllo della Federazione nonché dagli organismi competenti in relazione al rilascio delle licenze UEFA e FIGC, ovvero il fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali. Costituiscono altresì illecito amministrativo i comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica nonché la mancata esecuzione delle decisioni degli organi federali competenti in materia”. Ma quali sono i rischi? Salvo l’applicazione delle più gravi sanzioni previste dalle norme in materia di licenze UEFA o da altre norme speciali, nonché delle più gravi sanzioni che possono essere irrogate per gli altri fatti previsti dal presente articolo, la società che commette i fatti di cui al presente comma è punibile con la sanzione dell’ammenda con diffida”.