Cannavaro: "In Italia è ora di svegliarci e cambiare. Io in Nazionale? Nulla di vero"

Serie A

In esclusiva a Sky ha parlato lo storico capitano azzurro, oggi allenatore: "Il sistema calcistico italiano non funziona e siamo lontani dagli altri paesi sotto tutti i punti di vista". Poi sul futuro: "Io in Nazionale? Normale si parli di me per il passato importante, ma non c'è nulla di vero. Mi piacerebbe allenare in Europa. Vorrei un progetto per far vedere cosa ho in testa"

Dal movimento calcistico italiano al suo futuro in panchina, passando per il rush finale in Serie A: Fabio Cannavaro ha rilasciato un'intervista a Sky Sport, durante un evento organizzato da Reset Group, l’agenzia di Davide Lippi e Carlo Diana a Viareggio. Tanti i temi trattati ai nostri microfoni.

Che idea ti sei fatto sul rush finale di Serie A?

"È strano perchè sembra che nessuno voglia vincere questo campionato. Quando c'è da fare il salto di qualità, vengono sempre un po' meno".

 

Chi lo merita di più?

"In questo momento si fa fatica a indicare una squadra proprio per questo motivo, perchè non si riesce a essere continui, a vincere quelle partite di fila per prendere un vantaggio sulle altre. Sicuramente il Napoli ieri ha sprecato una bella occasione, giocando contro una grande Fiorentina. Il Milan ha pareggiato fuori casa. Adesso vediamo l'Inter. Sicuramente con una partita in meno è quella che in questo momento ha il morale più alto dopo la vittoria di Torino e quindi vediamo".

 

Panchina in Italia?

"Non lo so. Alleno già da 6-7 anni. L'obiettivo è quello di cercare di trovare un progetto che mi permetta di lavorare e fare quello che mi piace. Ho rifiutato già diverse offerte".

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Il tuo nome è stato associato all'Italia. Quanto c'è di vero?

"È normale che quando non si raggiunge una manifestazione importante come il Mondiale, poi vengano fuori determinate situazioni e determinati nomi. Il mio è un passato importante, da ex giocatore e capitano. Non c'è nulla di vero. Mi ha fatto piacere perchè significa che ho fatto bene con la nazionale. C'è rammarico, che è tanto. Mi spaventa la rassegnazione generale, sembra che ormai sia diventata una normalità. Questo è un sistema che non funziona. Nelle coppe europee non andiamo avanti, con la Nazionale nemmeno, quindi c'è da cambiare".

 

Siamo tanto lontani dagli altri?

"Si, sotto tutti i punti di vista. Ho visto la partita tra Portogallo-Turchia e Italia-Macedonia. Si notava una differenza importante già tra i due stadi. Continuiamo così e non ci rendiamo conto che dalle altre parti vanno più veloci di noi e che non siamo più i migliori. Dobbiamo svegliarci".

 

Ti piacerebbe più guardare all'estero o aprire un tuo progetto in Italia?

"Ho fatto la scelta di girare e di fare esperienza per crescere come uomo e allenatore, conoscendo nuove culture in altri paesi. Mi piacerebbe partire anche dall'Italia, ma bisogna fare qualcosa. Il meccanismo calcistico non ci sta portando da nessuna parte. Mi piacerebbe avere un progetto per far vedere quello che ho in testa".