Lazio, difesa impenetrabile e un grande Milinkovic-Savic: i numeri sono da primato

Serie A

Il secondo posto in campionato della squadra di Sarri è frutto di un lavoro che dopo poco più di un anno sta raccogliendo i suoi risultati. Specialmente nel reparto difensivo, che subisce pochissimi gol ed è arrivato alla terza gara consecutiva senza reti al passivo. E poi i numeri di un Milinkovic-Savic sempre più dominante. Ma la provocazione di Caressa...

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Dieci gol fatti e zero subiti, tre indizi che fanno una prova per la Lazio di Sarri. 2-0 al Verona, 4-0 alla Cremonese e 4-0 allo Spezia: ecco la continuità tanto agognata e forse finalmente trovata, la stessa che nella passata stagione fu probabilmente il vero limite della banda biancoceleste. Certo ora bisognerà attendere sfide più probanti (col Napoli, ad esempio, è arrivata una sconfitta interna) ma qualcosa a Formello sembra essere decisamente cambiato. Lo dicono soprattutto i numeri, che tra un po’ sciorineremo come un mantra di devozione al Sarrismo ritrovato, ma anche tanti piccoli particolari che la squadra biancoceleste sta riuscendo a mettere in campo in questa seconda stagione del nuovo ciclo post Simone Inzaghi. L’emblema è il nuovo atteggiamento difensivo, la disponibilità a sacrificarsi da parte di tutti e la capacità di leggere molto meglio, secondo quella che è la visione del proprio allenatore, le fasi di gioco. Il tutto sotto la guida di un nuovo leader, quell’Alessio Romagnoli che, da gran tifoso qual è, ha voluto fortemente la Lazio e che contro lo Spezia ha trovato il primo gol con la sua nuova maglia, tra l’altro proprio sotto la sua Curva Nord. Anche grazie alla sua guida la Lazio è riuscita a mettere in fila tre partite senza prendere gol e ad incassare appena 5 gol nelle prime 8 giornate, migliorando il proprio dato al passivo di ben 8 gol rispetto alla passata stagione. Numeri che non si vedevano sulla sponda biancoceleste del Tevere dal lontanissimo 2001/02 (anche allora 5 gol subiti ma appena 3 segnati) e che solo in due occasioni nella storia del club sono stati migliori (72/73 e 90/91, quando la Lazio subì solo 4 gol nelle prime 8 giornate). Attualizzati, significano seconda miglior difesa del campionato insieme alla Juve e dietro solo all’incredibile Atalanta. 

Se la difesa non subisce, Milinkovic-Savic... domina

Se i numeri della difesa sono da record (o quasi) quelli dell’attacco non sono certamente da meno. 17 le reti segnate, 10 nelle ultime 3, e secondo miglior dato del campionato dopo i 18 gol del Napoli capolista. Tradotto, significano 17 punti in 8 giornate, uno score che la squadra biancoceleste aveva raggiunto solo una volta nelle ultime 9 stagioni. E se Romagnoli è il simbolo della fase difensiva, quelli della fase offensiva sono due: Ciro Immobile, e chi se non lui; e, soprattutto nelle ultime 4 giornate, Milinkovic-Savic, il vero dominatore del centrocampo e sempre di più il leader totale della squadra. Dopo una partenza leggermente a rilento, nelle ultime 4 il sergente di Sarri si è definitivamente sbloccato, scatenandosi in uno show fatto di assist, gol e giocate: 3 gol (4 se si aggiunge anche l’Europa) e 2 assist nelle ultime 3 partite di campionato, ma soprattutto un dominio tecnico e fisico messo finalmente al servizio di una concretezza che spesso e volentieri era stato il suo unico difetto in passato. Con la doppietta allo Spezia, il serbo è arrivato a quota 51 gol in Serie A (tra i centrocampisti solo Ilicic, ammesso che lo sloveno lo sia mai stato, ha segnato quanto il lui da quando il laziale è arrivato in Italia), diventando il nono marcatore più prolifico della storia della Lazio e mettendo nel mirino ora i 54 gol di Miro Klose. Negli ultimi 3 anni in Europa solo De Bruyne ha mantenuto il suo passo, realizzando al pari del serbo almeno 20 gol e 20 assist. E a proposito del belga del City, proprio ieri Caressa durante Sky Calcio Club ha rilanciato la sua convinzione, lanciando una sorta di provocazione ai suoi ospiti in studio: “Milinkovic-Savic è il secondo centrocampista più forte del mondo dietro a De Bruyne in questo momento e potrebbe essere determinante in qualsiasi squadra al mondo”. Di Canio, ma non solo, pur lodando il serbo pare di un altro avviso (ascoltalo qui), ma il suo parere alla fine vale relativamente. Quello che conta, per la Lazio e per Sarri, è che continui a guidare la squadra come sta facendo in questo inizio di campionato.