Aia, procuratore capo Rosario D'Onofrio arrestato per traffico internazionale di droga

l'inchiesta

Il procuratore capo dell'Aia Rosario D'Onofrio è stato arrestato due giorni fa dalla Guardia di Finanza nell'ambito di una maxi operazione sul traffico internazionale di droga. L'associazione italiana arbitri: "Un vero e proprio tradimento"

C'è anche il nome di Rosario D'Onofrio, ex ufficiale dell'esercito e procuratore capo dell'Aia (associazione italiani arbitri) tra i 42 arrestati nell'operazione condotta lo scorso giovedì dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Milano per traffico internazionale di droga. Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra, il primo compito di D'Onofrio era quello di smistare al dettaglio i carichi dopo che erano arrivati in deposito. A quanto si apprende dopo l'arresto D'Onofrio si è dimesso dall'Aia, i cui vertici hanno appreso con stupore e sgomento la notizia, ovviamente non sospettando assolutamente della 'doppia vita' del procuratore capo. 

Presidente Figc: "Sono sconcertato"

Questa la reazione di Gabriele Gravina, commentando la notizia dell'arresto del procuratore dell'Aia D'Onofrio. "Ho subito chiesto riscontro al presidente Trentalange sulle modalità di selezione del Procuratore, in quanto la sua nomina è di esclusiva pertinenza del comitato nazionale su proposta del presidente dell'Aia. Una cosa è certa, la Figc assumerà tutte le decisioni necessarie a tutela della reputazione del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale".

L'Aia: "Un vero e proprio tradimento"

"Un vero e proprio tradimento che ha creato un serio danno d'immagine a tutta l'Aia che, è bene ricordarlo, non ha a disposizione poteri istruttori per esercitare un'opera di verifica e controllo di quanto dichiarato dagli associati". presa di posizione dell'associazione italiana arbitri dopo l'arresto del suo procuratore capo, Rosario D'Onofrio, per traffico internazionale di droga. L'Aia ha pubblicato un comunicato in cui spiega la propria posizione: "L‘Associazione Italiana Arbitri prende atto con sorpresa e sgomento delle notizie diffuse a mezzo stampa relative all’arresto del Procuratore Rosario D’Onofrio. Ci teniamo a ricordare che per assumere la qualifica di arbitro, l’interessato deve dichiarare l’assenza di procedimenti penali nonché di condanne superiori a un anno per reati dolosi in giudicato. Ai sensi dell’articolo 42 del vigente Regolamento A.I.A. gli iscritti devono rispettare le norme del Codice etico nonché astenersi dall’assumere atteggiamenti lesivi dell’immagine dell’Aia. L’articolo 42 infine impone l’immediata comunicazione al Presidente di Sezione di avvisi di garanzia, pendenze di procedimenti penali e misure restrittive della libertà personale. Tutto ciò non è mai accaduto. Apprendiamo invece solo oggi dai mezzi d'informazione che il signor Rosario D'Onofrio sarebbe stato arrestato nel corso del 2020, non comunicando addirittura tale provvedimento restrittivo della libertà personale mentre già ricopriva l'incarico di componente della Commissione disciplinare nazionale A seguito dell'elezione della nuova governance, avvenuta il 14 febbraio 2021, in continuità e in considerazione della sua  lunga esperienza acquisita, è stato nominato Procuratore. L’Associazione Italiana Arbitri è stata quindi vittima ed indotta in errore con una  gravissima e dolosa omissione di comunicazioni previste dal Regolamento associativo. Un vero e proprio tradimento che ha creato un serio danno d’immagine a tutta l’AIA che, è bene ricordarlo, non ha a disposizione poteri istruttori per esercitare un’opera di verifica e controllo di quanto dichiarato dagli associati. Un aspetto questo che dovrà essere oggetto di un’attenta valutazione e di eventuali nuove misure operative per non ritrovarsi in futuro in situazioni simili".