L'indagine sulle plusvalenze - non ancora sottoposte a giudizio - confluisce nel fascicolo sulla manovra stipendi, che include anche i compensi fittizi ad agenti. Al vaglio le posizioni dei club con cui sono state effettuate queste operazioni, ma al momento l'unica società indagata è la Juventus
Nel fascicolo sulla manovra stipendi che di per sé si chiude il 29 gennaio e che include anche i compensi fittizi agli agenti, è confluita pure l’indagine partita il 22 dicembre sulle plusvalenze che non sono state ancora sottoposte a giudizio.
Al vaglio la posizione delle società con cui queste operazioni sono state fatte, ma al momento l’unica indagata è la Juventus. Il tempo richiesto per valutare le altre posizioni e non solo, porterà molto probabilmente il Procuratore Chiné a chiedere una proroga di 40 giorni. Il corpo d’accusa del resto è ampio, include tutto ciò, di fatto, che è contenuto nelle carte Prisma, a parte, chiaramente, le altre plusvalenze che già hanno portato alla penalizzazione di 15 punti per la Juventus e alle inibizioni dei suoi dirigenti coinvolti. Ne fanno dunque parte anche quelle che la Procura di Torino individua come mandati fittizi ad agenti per pagare debiti pregressi.
L’attenzione è puntata su quello che viene ritenuto un comportamento scorretto del club in materia di gestione finanziaria, che rimanda all’articolo 31 del codice, ma anche all’articolo 4 relativo alla slealtà e al 6, che riguarda la responsabilità della società.
Nell’attesa delle motivazioni che hanno portato alla sentenza di venerdì e che arriveranno entro lunedì prossimo, la Juventus, come si evince anche dalle parole di Elkan, non si arrende e prepara il ricorso al collegio di garanzia del Coni. Davanti alla Corte Federale D’Appello, oltre ad aver fatto presente l’improprio ‘travaso’ dei risultati delle intercettazioni, ha anche sostenuto l’illegittimità del ricorso della procura, perché fuori tempo massimo. La Procura su questo appare tranquilla e lavora al fascicolo unico.