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“I miei 10 anni al fianco di Mihajlovic", a Sky parla lo storico assistente De Leo

il ricordo

Gianluigi Bagnulo

A poco più di un mese dalla morte di Sinisa Mihajlovic abbiamo incontrato il suo storico assistente Emilio De Leo, che Mihajlovic pescò in terza categoria campana e portò nel suo staff, iniziando una collaborazione durata 10 anni. In un'intervista molto intima De Leo, che durante la malattia spesso ha sostituito l'allenatore davanti ai microfoni e in panchina, ci ha raccontato il suo rapporto con Sinisa. IL VIDEO con l’intervista integrale

Affetto e rispetto vengono a galla subito, facendosi largo dentro quel mare d’emozioni interiore che sfocia in qualche lacrima pura, onesta, vera. Emilio De Leo a Sinisa Mihajlovic deve tutto. Un rapporto platonicamente iniziato nel lontano 1998, quando un ragazzino appassionato di pallone andò fuori al ritiro estivo della Lazio per scattare una foto col campione serbo. Proseguito nel 2009, quando quel ragazzino diventato studioso del calcio iniziò a mandare a Mihajlovic da casa sua – in una sorta di smart working d’altri tempi - la sua disamina tattica delle avversarie. E infine sbocciato definitivamente nel 2012, l’anno in cui Mihajlovic, all’epoca ct della nazionale serba, decise di dare fiducia a quel ragazzo, intuendone il talento, portandolo nel suo staff, fregandosene del fatto che in quel momento allenasse l’Aquilotto Cavese nella terza categoria campana e che non avesse nessun background calcistico a quei livelli.

Dieci anni di carriera insieme partendo dalla Serbia

Da lì è iniziata una collaborazione che non è mai finita. Dieci anni uno affianco all’altro: Serbia, Sampdoria, Milan, Torino, Bologna. Senza mai essere vice, De Leo è diventato voce. La voce di Mihajlovic negli anni della malattia, parlando nelle conferenze stampa e nelle interviste al suo posto dopo lunghe telefonate preparatorie con lui, mentre Sinisa proseguiva le sue cure. C’è sempre stato, in un rapporto fatto più di professionalità che di risate, più di sguardi che di abbracci. Uno scambio di lealtà costante. Oggi, oltre un mese dopo la morte di Sinisa Mihajlovic, Emilio De Leo ha trovato la forza di aprirsi e raccontare questi dieci anni di vita e carriera che si mischiano. In quel buco nero che la scomparsa del suo maestro ha lasciato dentro di lui, sbucano delle luci. Sono ricordi. Come quella volta in cui Sinisa buttò via un vecchio paio di scarpe d’allenamento ed Emilio se le prese come cimelio, “perché dentro c’era stato il suo sinistro”.

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