Juve, manovra stipendi: Procura Figc chiede proroga indagini di 40 giorni

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Aspettando le motivazioni da parte della Corte d'Appello federale sulla sentenza che ha penalizzato la Juventus di 15 punti, si allungano le indagini del procuratore Chinè sul filone delle manovre stipendi, che include i compensi fittizi agli agenti e in cui è confluito anche il secondo filone delle plusvalenze (quelle non giudicate lo scorso 20 gennaio)

JUVE, MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA E REAZIONI LIVE

La Procura della Federcalcio ha chiesto una proroga di 40 giorni per l'inchiesta sulle cosiddette manovre stipendi della Juventus. La richiesta, firmata dal procuratore Giuseppe Chinè, è indirizzata alla procura generale dello sport, competente sulla materia. Il fascicolo, che si sarebbe chiuso il 29 gennaio, include anche i compensi fittizi agli agenti e l’indagine sulle nuove plusvalenze non ancora sottoposte a giudizio (partita il 22 dicembre).

Il perché della proroga

Nel fascicolo sulla manovra stipendi, che include anche i compensi fittizi agli agenti, è stato inglobato il secondo filone delle plusvalenze. La consistenza e la necessità di valutare anche la posizione delle altre società con le quali le plusvalenze bis sono state perfezionate, ha portato la Procura Figc alla richiesta di più tempo. 

Che cosa è la manovra stipendi?

Secondo la tesi dell'accusa sarebbe uno strumento utilizzato dalla Juventus durante il periodo del Covid per alleggerire i bilanci societari con il taglio del salario dei propri giocatori per permettere di ridurre il passivo di bilancio. La tesi dell’accusa è che i calciatori non abbiano davvero rinunciato a 4 stipendi (come comunicato ufficialmente dalla società il 28 marzo 2020) con un risparmio di 90 milioni, ma soltanto a 1, visto che gli altri 3 sarebbero poi stati restituiti ai calciatori negli anni successivi. A questa prima manovra stipendi se ne aggiunge una seconda, per la stagione 2020/21. In questa seconda fase non vengono emessi comunicati stampa e nella relazione finanziaria non si fa riferimento a nessuna iniziativa analoga. In realtà - secondo l’accusa - dalla documentazione acquisita appare evidente che c’è stata una manovra molto simile a quella dell’anno precedente, per mettere in sicurezza i conti della società. Con delle differenze rispetto a quanto scritto nel bilancio e quanto depositato in Lega. Secondo la procura di Torino, le comunicazioni effettuate dalla Juventus potrebbero evidenziare un falso in bilancio e false comunicazioni rivolte al mercato.

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Le accuse

Il corpo d’accusa è ampio e include tutto ciò quello che di fatto è contenuto nelle carte Prisma, a parte, chiaramente, le plusvalenze che già hanno portato alla penalizzazione di 15 punti per la Juventus e alle inibizioni dei dirigenti coinvolti. L’attenzione è puntata su quello che viene ritenuto un comportamento scorretto del club in materia di gestione finanziaria, che rimanda all’articolo 31 del codice, ma anche all’articolo 4 relativo alla slealtà e al 6, che riguarda la responsabilità della società

Motivazioni e ricorso

Il tutto aspettando le motivazioni che hanno portato alla sentenza della Corte d’Appello, attese entro lunedì prossimo. La Juventus, come si evince anche dalle parole di Elkan, non si arrende e prepara il ricorso al collegio di garanzia del Coni contro la penalizzazione di 15 punti. Davanti alla Corte Federale d’Appello, oltre ad aver fatto presente l’improprio ‘travaso’ dei risultati delle intercettazioni, ha anche sostenuto l’illegittimità del ricorso della procura, perché fuori tempo massimo. La Procura su questo appare tranquilla e lavora al fascicolo unico.

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