Juventus, plusvalenze e manovre stipendi: le risposte alle domande più frequenti

'lo spiegone'

Abbiamo individuato quali sono le domande più frequenti fatte su Google a proposito dell’inchiesta Prisma che riguarda la Juventus e i relativi sviluppi a livello di giustizia sportiva: il processo plusvalenze (dove non è coinvolto soltanto il club bianconero) che l’eventuale filone legato alla manovra stipendi

NEWS LIVE DALLA CORTE D'APPELLO FIGC

Come funzionano le plusvalenze nel calcio?

Tecnicamente la plusvalenza (nel calcio) è il guadagno che una società fa con la vendita di un calciatore, meno la quota di ammortamento del cartellino che era ancora a bilancio. Facciamo un esempio così ci capiamo meglio: compro un giocatore a 10 milioni di euro e gli faccio 5 anni di contratto: quota di ammortamento 2 milioni di euro all’anno. Se dopo tre anni lo vendo a 20 milioni di euro la mia plusvalenza sarà: 20-(10-2x3)=16. Ovvero la cifra che incasso meno quanto ho ancora a bilancio (ovvero quanto l’ho pagato meno la quota di ammortamento (2) per gli anni che ho avuto in squadra il giocatore (3): ecco che il risultato fa 16). Ci sono tantissime squadre che fanno del player trading il loro core-business, anche ad altissimo livello. Basti pensare a Nazioni che sono storicamente dedicate a questo: Portogallo, Olanda, Francia... Benfica, Ajax, Monaco. Hanno effettuato in questi anni delle vendite record e nel frattempo sono riuscite anche a vincere (sicuramente nel proprio Paese, ma anche in Europa). 

Cosa sono le plusvalenze fittizie? 

Il problema - come evidenziato ciclicamente in questi anni - può sorgere quando la plusvalenza viene effettuata con uno scambio di giocatori, a maggior ragione se si tratta di uno scambio alla pari (a “specchio”). In questo caso può sorgere il problema della valutazione dei cartellini. La plusvalenza a specchio crea un valore positivo per il bilancio (notevole, più è alto il valore attributo al valore del giocatore) ma comporta una serie di costi per il futuro e per i bilanci successivi che quindi appesantisce la situazione societaria nel futuro. In qualche caso “obbligando” le società alla ricerca di nuove plusvalenze per mettere a posto l’oggi senza poi pensare al domani.

Il vero nodo è: chi può decidere quanto può valere un giocatore? La Figc, da alcuni mesi, sta è al lavoro per individuare uno strumento di verifica. Tante sono le ipotesi: affidarsi a un algoritmo, creare un bilancio sportivo e uno economico, fare in modo che suoni una sorta di allarme se i valori non dovessero tornare e quindi cominciare a controllare 'da prima'. 

Per cosa è accusata la Juventus? Cosa le viene contestato?

Nell'indagine Prisma si articola su:

  • Plusvalenze anni 2018-2019-2020
  • Manovra stipendi (marzo- aprile del 2020 e 2021)
  • Fatture per compensi ad agenti  

Gli inquirenti ipotizzano i reati di: false comunicazioni sociali (art. 2622 cc), ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638 cc), manipolazione del mercato (art. 185 D.Lgs 58/1998) e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art.2 D.Lgs 74/2000). Nell’indice delle contestazioni i magistrati fanno un preciso riferimento al comunicato del 28 marzo 2020 nel quale la Juventus annunciava l’accordo con i calciatori e lo staff tecnico della prima squadra: “L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati, come richiesto dalle normative vigenti. Gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa raggiunta sono positivi per circa euro 90 milioni sull’esercizio 2019/2020”. Secondo gli inquirenti da questo comunicato si evinceva che non sarebbero state pagate 4 mensilità per un totale di 90 milioni di euro, mentre in realtà i calciatori avrebbero rinunciato soltanto a una mensilità. Per questo i Pm ipotizzano a carico di Agnelli, Nedved, Paratici, dell’avvocato Gabasio e Re (ex responsabile area finanza) il reato di manipolazione del mercato per avere diffuso “notizie false ponendo in essere operazioni simulate o altri artifizi concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari”. La Juventus è indagata in qualità di persona giuridica. L’ipotesi di reato è quella all’art.2, 5 e 25 del D.Lgs n.231/2001, riferita alla responsabilità dell’ente, ai reati tributari e agli abusi di mercato. 

Quali sono le plusvalenze indagate?

La perdita dichiarata dalla Juventus al 30 giugno 2019 fu di 40 milioni di euro anziché di 85 milioni (quell’anno le plusvalenze da scambio ammontarono a circa 49 milioni); nel 2019/20 – primo anno interessato anche dalla manovra stipendi – la perdita dichiarata fu di 89 anziché di 236 milioni, frutto anche di quello che viene ritenuto un uso eccessivo di plusvalenze “gonfiate” o “fittizie” come “strumento salva bilanci”. Le plusvalenze da scambio quell’anno furono pari a 78 milioni. Entro il 30 giugno 2020 fu perfezionato lo scambio Arthur-Pjanic. Il valore reale di Arthur risultava di 12 milioni, perché la Juve lo comprò dal Barcellona per 72 milioni, ma lo scambio fu fatto sulla base di 60 milioni, con una plusvalenza per la Juventus relativa al giocatore bosniaco di 43,7 milioni. Un altro scambio sul quale si sofferma la Procura di Torino è quello tra Cancelo (passato al Manchester City ad agosto del 2019) e Danilo, che fece il percorso inverso. In quel caso la plusvalenza realizzata dal club bianconero fu di 30,4 milioni. Tra le carte di Prisma, c’è l’intercettazione di una conversazione tra Federico Cherubini e Stefano Bertola, nel quale l’attuale direttore sportivo dice di essere andato in difficoltà negli ultimi anni, sentiva che si stava “vendendo l’anima”, ma che l’allora ds Paratici gli rispondeva che non capiva nulla perché, a proposito del valore attribuito ai calciatori: “come facciamo da 4, facciamo da 10”. Questa ed altre intercettazioni, sono riportate dalla Procura a sostegno della tesi d’accusa soprattutto sulle plusvalenze a specchio, cioè senza flusso di denaro. Nel 2021 Nicolò Rovella, allora 19enne, passò ad esempio dal Genoa alla Juventus per 18 milioni, mentre alla società ligure andarono Manolo Portanova ed Elia Petrelli, rispettivamente per 10 e 8 milioni. Questo permise a entrambe le società di iscrivere a bilancio una plusvalenza di 18 milioni. Tra le 9 società coinvolte anche nel procedimento sportivo e per le quali è stata chiesta la revocazione del processo, c’è anche il Parma, dove nel 2020 andò Erik Lanini per 2,3 milioni: operazione che permise alla Juventus di contabilizzare una plusvalenza di 2 milioni. Contestualmente a Torino arrivò Alessandro Minelli per 2,9 milioni. Nel contratto di Lanini fu inserito un bonus facilmente raggiungibile a favore della Juventus pari a 0,5 milioni. Tale bonus, afferma la Procura, “ha consentito di allineare esattamente i valori delle due operazioni di compravendita non determinando alcun differenziale tra le parti”. La Procura federale, poco prima di Natale, ha aperto anche un altro filone su plusvalenze che non erano note al momento del primo processo sportivo, chiuso lo scorso aprile con il proscioglimento di tutti, dirigenti e società. La Procura ha tempo 60 giorni per decidere. Non cita le società coinvolte oltre alla Juventus in questo filone e neppure le operazioni. Pertanto non si possono certo fare ipotesi, ma si sa che tra le 42 già riportate all’epoca dai vari organi di stampa, non ne comparivano alcune. Quella, ad esempio, che riguarda lo scambio tra Pellegrini e Spinazzola, ceduto alla Roma a luglio 2019 per 29,5 milioni, con 25 di plusvalenza a vantaggio della Juventus. In una intercettazione, parlando con Stefano Bertola, Cherubini racconta di aver detto a Paratici: “Fermiamo questa emorragia. .. cioè, hai attivato una modalità lecita ma l'hai spinta troppo…/…/ ti ha portato a fare delle operazioni che altrimenti in un contesto di normalità non puoi fare. Spinazzola - Pellegrini non puoi farlo!”. O ancora lo scambio Caldara-Bonucci del 2 agosto 2018 per 35 milioni, con una plusvalenza di 21,5 milioni registrata dalla Juventus. L’altro aspetto riguardante le plusvalenze su cui ha indagato la Procura di Torino, porterebbe poi alla luce, secondo l’accusa, l’esistenza di una partnership tra la Juventus e altre società, non tutte coinvolte nel processo sportivo che si è finora tenuto: Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese. Con riferimento all’Atalanta, nel mirino, ad esempio, la trattativa che ha portato alla doppia cessione di Demiral e Romero, passato alla società bergamasca per 16 milioni e poi venduto da questa al Tottenham di Paratici per 50 milioni. Operazioni determinate, sostiene la Procura da “pregressi ed opachi rapporti di debito con l’Atalanta”.

Che cosa è la manovra stipendi?

E' uno strumento utilizzato dalla Juventus durante il periodo del Covid per alleggerire i bilanci societari con il taglio del salario dei propri giocatori. Abbassare i costi insomma, per permettere ai bilanci di non essere troppi in passivo. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, anzi. Il problema nasce - secondo la procura di Torino - dalle comunicazioni effettuate dalla Juventus che potrebbero evidenziare un falso in bilancio e false comunicazioni rivolte al mercato. Perché la tesi dell’accusa è che i calciatori non abbiano davvero rinunciato a 4 stipendi (come comunicato ufficialmente dalla società il 28 marzo 2020) con un risparmio di 90 milioni, ma soltanto a 1, visto che gli altri 3 sarebbero poi stati restituiti ai calciatori negli anni successivi. A questa prima manovra stipendi se ne aggiunge una seconda, per la stagione 20/21. In questa seconda fase non vengono emessi comunicati stampa e nella relazione finanziaria non si fa riferimento a nessuna iniziativa analoga. In realtà - secondo l’accusa - dalla documentazione acquisita appare evidente che c’è stata una manovra molto simile a quella dell’anno precedente, per mettere in sicurezza i conti della società. Con delle differenze rispetto a quanto scritto nel bilancio e quanto depositato in Lega. In estrema sintesi: l’integrazione sarebbe stata valida solo in caso di permanenza alla Juventus, ma grazie a delle lettere private (come per esempio la famosa carta Ronaldo) i giocatori avrebbero avuto garantita la loro integrazione anche in caso di trasferimento.

Cosa rischia la Juventus?

E' molto difficile fare previsioni su cosa rischi la Juventus dal punto di vista della giustizia sportiva, fondamentalmente per due ragioni: la prima è che al momento conosciamo solamente l'articolazione dell'accusa e non quella della difesa, la seconda è che il ventaglio di sanzioni previsto dal Codice di Giustizia Sportiva è molto ampio. Quanto all'accusa com'è noto i filoni sono due: uno riguardante le plusvalenze fittizie, l'altro la cosiddetta manovra stipendi. Ammesso e non concesso che la Juve e i suoi tesserati subiscano sanzioni, gli articoli di riferimento del codice di giustizia sportiva sono due. Il primo, dal "recinto" molto ampio, è l'art. 4 che impone ai tesserati e alle società "l'osservanza dei principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva".

Il secondo è l'articolo 31, che disciplina le violazioni in materia gestionale ed economica. In entrambi i casi il mancato rispetto delle prescrizioni del codice prevede per la società colpevole (ci limitiamo ai rischi per il club) le sanzioni elencate all'articolo 8, che vanno dall'ammonizione fino alla retrocessione, passando per l'ammenda e la penalizzazione, ma attenzione:

  • nel caso di violazione dell'art. 4 la retrocessione non è prevista, essendo la sanzione massima la penalizzazione di uno o più punti in classifica (se la penalizzazione decisa non fosse "afflittiva" nella stagione in corso verrebbe fatta scontare, in tutto o in parte, in quella seguente). 
  • La sanzione della retrocessione all'ultimo posto in classifica e quindi alla categoria inferiore è contemplata solo per la violazione dell'articolo 31, e solo nel caso in cui la società "mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi ovvero mediante qualsiasi altra attività illecita o elusiva, tenti di ottenere od ottenga l'iscrizione a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa sulla base delle disposizioni vigenti".

Dunque per arrivare a questo livello di gravità bisognerebbe dimostrare non solo le violazioni da parte della Juve, ma anche che queste violazioni le abbiano permesso, attraverso un risparmio artificioso e doloso, di iscriversi al campionato e/o alle coppe europee (in quest'ultimo caso il rischio si allargherebbe alle competizioni Uefa, che a sua volta ha aperto un'indagine nei confronti della Juventus per potenziali violazioni delle norme sulle licenze per club e sul fair play finanziario). Ipotesi al momento da tutti gli esperti considerata molto remota.