Sarri è cambiato e con lui la Lazio: rispetto alla sua prima stagione i biancocelesti hanno decisamente un ruolino di marcia diverso negli scontri diretti (il Napoli l'ultima vittima dopo Inter, Milan, Roma e Atalanta) e hanno messo a posto la difesa (20 i gol subiti in meno rispetto al 2021-2022 con ben 14 clean sheet in Serie A). E anche il luogo comune del mancato turnover sembra ormai essere sfatato...
I fischi del Maradona sono forse l'unica cosa che non aveva messo in conto. Perchè il resto è andato esattamente come lo aveva pianificato. A Napoli l'ha vinta Sarri. Per come aveva mentalmente preparato i suoi in settimana, per come l'ha studiata tatticamente adattandosi alla partita riconoscendo la superiorità del Napoli. Da qui la scelta di rinunciare a un play classico puntando su Vecino, match-winner sì ma anche inviato speciale, con la collaborazione di Milinkovic e Immobile, per schermare Lobotka e anestetizzare il gioco di Spalletti. Basterebbe questo per sostenere che dargli dell'integralista è ormai solo un desueto luogo comune. Sarri è cambiato. E anche la Lazio.
I punti di forza della nuova Lazio di Sarri
Due i punti di svolta rispetto al suo primo anno a Roma. I big match sono diventati il fiore all'occhiello dei biancocelesti. In stagione battute Napoli, Inter, Milan, Roma e Atalanta. Contro le prime ha fatto addirittura meglio rispetto alla media punti con cui sta viaggiando contro le medio piccole. 15 in totale raccolti negli scontri diretti, proprio come la capolista. Ma i venti di cambiamento sono soprattutto in difesa, perché 20 sono i gol in meno subiti rispetto ad una stagione fa. 14 clean sheet su 25 giornate di campionato, 18 su 35 coppe comprese. La Lazio gioca spesso a porta chiusa. Sarri cambia, sperimenta e si adatta, la linea difensiva è quella in cui ha ruotato di più. Ha schierato ad esempio 6 coppie di centrali diverse. Non giocano quindi sempre gli stessi, anzi. Altro luogo comune da sfatare.