Dentro Arcore, il luogo che custodiva i sogni di Berlusconi

il racconto
Manuele Baiocchini

Manuele Baiocchini

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Villa San Martino. La casa della famiglia Berlusconi, il luogo dove si è scritta la storia del calcio e della politica italiana negli ultimi 30 anni. Manuele Baiocchini e Peppe Di Stefano ci sono entrati lo scorso 17 febbraio, per l'ultima intervista concessa da Silvio Berlusconi a Sky Sport

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Ne avevo sempre e solo sentito parlare al telegiornale. Arcore, Villa San Martino, uno splendido casale immerso nel verde della Brianza ad una ventina di chilometri dal centro di Milano, la residenza del presidente Silvio Berlusconi. Un luogo dove sono passati Capi di Stato e personaggi di alto spessore internazionale. Un posto dove è stata scritta parte della storia politica italiana, oltre che più di trent'anni di calcio ad altissimi livelli. E noi eravamo lì proprio per quello. Per raccogliere umori, emozioni e sensazioni di un uomo che dopo essere stato per una vita presidente del Milan, per la prima volta da presidente del Monza affrontava ed ospitava il suo Milan e il suo passato nel suo nuovo stadio.

16 febbraio ore 16:00: l’ingresso ad Arcore

L'appuntamento è fissato alle quattro del pomeriggio, arriviamo con largo anticipo e aspettiamo di essere ricevuti. Varchiamo il portone di Villa San Martino. Entrare a casa di Berlusconi fa un certo effetto. E nonostante fossero passati quasi due mesi dalla fine del Natale, la porta d'ingresso e tutto l'atrio sono ancora addobbati da migliaia di lucine natalizie. "Al Presidente piace tenerle anche molto dopo la fine delle festività, ma nei prossimi giorni dovremo toglierle, siamo quasi in primavera". Ci viene detto dal custode. Ci accomodiamo in una sala d'attesa e dalle porte finestre si vedono gli scoiattoli saltellare su e giù per il giardino. Anzi, un vero e proprio parco con prato all'inglese e coloratissimi fiori ovunque, rose soprattutto, all'interno delle mura di questa incantevole residenza.

La scelta del luogo dell’intervista

Passa una mezzora e il responsabile dell'ufficio stampa ci chiede di scegliere l'angolo migliore per realizzare l'intervista, indicandoci varie opzioni: la sala dei ricevimenti, una tavola lunga con 36 posti a sedere, una parete dove è appeso uno dei quadri preferiti da Berlusconi ed infine il salotto, dove sono tutte le foto della famiglia. Scegliamo quello. Perché le luci sono calde, l'atmosfera è rilassata. Ci sono dei morbidi divani, c'è il carrello dei liquori, ci sono i barboncini bianchi tanto amati dal Presidente. Probabilmente Drago e Lupo, gli ultimi arrivati. Se non ci fosse una Coppa dei Campioni poggiata su un tavolino a farci capire dove siamo, potremmo tranquillamente pensare di essere graditi ospiti all'ora del the, in una casa bellissima ma all'apparenza semplice. Una casa che sa di famiglia. Ci viene portato del caffè e un bicchiere d'acqua. Il set per l'intervista è pronto.

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L’attesa

Aspettiamo, aspettiamo e aspettiamo. Ci viene detto che il Presidente sia nella camera accanto a studiare. 31 anni di presidenza del Milan non sono facili da ricordare per nessuno, a maggior ragione per un signore di 86 anni. Il Presidente, da due ore al telefono con il suo amico di sempre Adriano Galliani, ripercorre le tappe del suo Milan per non dimenticare nulla della sua storia rossonera. Sentiamo in lontananza la sua voce dall'altra parte del muro. Due ore e dieci minuti dopo il nostro arrivo, Berlusconi è pronto per rilasciare l'intervista. Entra in salotto con l'ufficio stampa e la compagna Marta Fascina. Saluta tutti stringendo la mano con un bel sorriso. Vestito di blu scuro e con vari fogli di appunti tra le mani che però nel corso dell'intervista non guarderà mai. Si accorge che la coppa della Serie B vinta dal Monza nella stagione precedente è accanto alla Coppa dei Campioni vinta dal Milan e ci chiede gentilmente di non farla entrare nell'inquadratura, sente di dover rilasciare un'intervista principalmente a tinte rossonere.

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L’intervista

"Il Milan è la mia squadra del cuore, andavo a vedere le partite con mio papà, ce l'ho dentro da sempre". La chiacchierata inizia così. Con un Silvio Berlusconi che a cuore aperto si racconta e racconta. Tutto. Di sé stesso e del Milan. Seguiranno 42 minuti filati di intervista, in cui il Presidente stupisce e dimostra una lucidità incredibile. Ricorda tutto. Aneddoti dei giocatori avuti, anche i meno famosi, il palmares della sua gestione senza dimenticare nemmeno un trofeo, le cene, i viaggi, le telefonate con Galliani e il suo capitano Franco Baresi. Poi di più. Racconta i suoi sogni da imprenditore e orgoglioso rimarca di averli realizzati tutti anche quando "a tutti sembravano irrealizzabili". Parla, si emoziona e si diverte. Uno show. Finisce l'intervista e si capisce che avrebbe voglia di raccontare tanto ancora. E infatti si ferma a parlare con noi, a telecamere spente, per un'altra mezz'ora buona. Scattiamo una foto, contenti del bel pomeriggio passato a Villa San Martino, ma soprattutto soddisfatti per aver portato a casa un bel contenuto per Sky Sport: l'ultima intervista televisiva del Presidente più vincente della storia del calcio. 

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video

L'ultima intervista di Berlusconi a Sky Sport

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