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Inter, Ausilio: "Lukaku, mancati educazione e rispetto. Lautaro il colpo più difficile"

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Il ds dell'Inter rivela aneddoti e curiosità legati a tante trattative della sua carriera, in una lunga intervista al canale radio della Lega. "Deluso per come è andata con Lukaku. Si è negato al telefono, quando l'ho sentito sono stato fermo ma educato". Poi il retroscena sull'arrivo di Lautaro: "Era già dell'Atletico, al 99%. Il colpo sfiorato? Fabregas"

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“Con Lukaku sono mancate educazione e rispetto. Il colpo di cui sono più orgoglioso? Lautaro. Se pensate che al 99% era dell’Atletico Madrid e gliel’ho strappato. Piero Ausilio regala tanti retroscena di mercato, e non solo, in una lunga chiacchierata ospite negli studi di Radio Serie A, il nuovo canale della Lega. Inevitabile, per il ds dell’Inter, parlare di Lukaku, ma non mancano nemmeno curiosità sulle ultime operazioni, come quella di Pavard.

La famosa telefonata con Lukaku

“Lukaku la delusione più grande? Delusioni ne hai più di una, in carriera. È una delusione per come è finita, ma non voglio parlare di un giocatore che è di un’altra società. Mi piace guardare al futuro. Lukaku fa parte del passato dell'Inter: se devo pensare a cose belle mi viene in mente un meraviglioso scudetto, una bellissima plusvalenza e due finali perse. Ora preferisco non parlarne, dico solo che in tutte le cose servono educazione e rispetto. A un certo punto, sono venute a mancare. Tante operazioni non vanno in porto, ma se c'è voglia di dirsi le cose guardandosi in faccia non c'è problema. Se ci si nega al telefono o si parla attraverso altre persone, non corrette, è il momento di voltare pagina. Per me è chiusa dall'8 luglio, sono stracontento di quanto arrivato dopo. La telefonata è una 'leggenda', c'è stata dopo tanti tentativi ma è durata poco. È stata decisa, ma educata, ferma. Ho detto solo quel che pensavo”. Lukaku, ma non solo, nell’ultima estate di mercato interista, con l’addio di Skriniar – già certo da tempo – a parametro zero e il “caso” Samardzic: operazioni che “non sono andate come si pensava, ma sono tutte esperienze”, commenta Ausilio. “Ho imparato qualcosa”.

"Lautaro? Era già dell'Atletico, poi..."

Tra le storie più belle, invece, Ausilio ricorda quella con cui strappò Lautaro Martinez, attuale capitano e uomo-simbolo dell’Inter, all’Atletico Madrid che lo aveva già in pugno. “Quella di Lautaro è una storia particolare: era dell'Atletico e quando prendi un aereo sapendo che hai un 1% di possibilità di farcela... Sono stati quattro giorni pazzeschi. C'era una clausola che Lautaro non voleva esercitare perché era legato al suo club d’appartenenza. Ci fu grande lavoro di squadra, mi diede una grande mano Zanetti, c’era Milito come ds del Racing e un presidente durissimo. La sera ci fu una partita disastrosa per noi, perché con una mano già stretta Lautaro fece tre gol e un rigore procurato contro l'Huracan. Ci costò qualcosa in più”.

Come l'Inter ha preso Thuram

E se adesso Lautaro ha trovato la sua spalla ideale in Thuram, il merito è del lavoro fatto dai dirigenti interisti, nel corso di una trattativa che Ausilio racconta così: “La prima volta che ho parlato in società di Thuram fu dopo la cessione di Lukaku al Chelsea. Giocava esterno al Borussia Monchengladbach, non sapeva nemmeno di poter essere una prima punta. Venne preso Dzeko a zero, ma ci mancava un altro attaccante per completare il reparto. Era il prescelto, ma si infortunò. Avevo già parlato con il papà e con Marcus. La negoziazione stava andando avanti anche grazie a Mino Raiola, uomo particolare ma uno dei migliori agenti con cui mi sono confrontato. Avevamo quasi definito tutto, ma la domenica prima degli incontri definitivi si fece male e stette fuori qualche mese, per cui cambiammo obiettivo. Ma gli incontri con il papà furono la base. In questi giorni mi ha ricordato che sono stato il primo a dirgli che poteva fare la punta centrale. Avevamo un progetto finalizzato su di lui e ci siamo presi il vantaggio”. “Lautaro-Thuram oggi sono una bella coppia, ma parlerei di un bel quartetto. Loro due sono quelli che hanno la visibilità, ma abbiamo anche Arnautovic e Sanchez”.

"Fabregas l'affare sfiorato. Pavard e Sommer..."

Ma i ricordi sono tantissimi e riaffiorano rapidamente: “Sono legato anche ai più estrosi. Balotelli non ha fatto la carriera che doveva fare per colpe sue ma mi legano ricordi bellissimi: la scoperta e la trattativa per dargli la possibilità. Se l'è giocata al 70% perché era veramente bravo. La più complicata? Oltre a Lautaro, direi Pavard. Strapparlo al Bayern non è stato facile, l'allenatore e il club non volevano privarsene. L’arrivo di Sommer? Dopo la cessione di Onana avevamo bisogno di certezze perché avevamo deciso di cambiare anche riguardo a Handanovic. Approfitto per dire che Samir resterà a lavorare con noi, c'è un progetto per i prossimi due anni. Siamo voluti andare su qualcosa di certo, pronto da subito. Potevamo puntare su ragazzi più giovani e che potessero far patrimonializzare ma Sommer era quello di cui avevamo bisogno. Durante la negoziazione si era già preoccupato di parlare italiano per il linguaggio tecnico in campo. L'acquisto saltato più clamoroso? Una volta Pierluigi Casiraghi (storico osservatore dell’Inter, mancato nel 2018, ndr), mio secondo padre sportivo che vedeva i giocatori bravi prima degli altri, tornò con Fabregas. L’aveva visto a 16 anni, facemmo di tutto per prenderlo ma andò via dal Barcellona per andare all'Arsenal”.

"Con Marotta una bella coppia"

Sul rapporto con Marotta, e con l’Inter in generale, invece, Ausilio risponde: "Con Marotta c'è chimica. Ha una grande qualità e ho potuto verificarla sul campo: delega e dà fiducia e io trasmetto questo alle persone che lavorano con me. Penso che sia intervenuto con un no un paio di volte perché magari conosceva aspetti caratteriali di cui non ero a conoscenza, ma ti lascia lavorare finché non si arriva al momento di decidere. Ci si confronta, ma è una grande fortuna e soprattutto permette al ds di fare il suo lavoro”.