Napoli-Monza, De Laurentiis: "Chiedo scusa ai tifosi, rimedierò con il mercato"

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Il presidente del Napoli in conferenza stampa dopo lo 0-0 col Monza: "Tutto quello che è successo finora è mia responsabilità, nessuna colpa per giocatori o allenatori. Ci muoveremo sul mercato per recuperare il tempo perduto". Poi lo sfogo sull'arbitraggio di Di Bello: "Non c'è equità nella distribuzione dei cartellini. Le espulsioni di Mazzarri e Palladino? Questo non è calcio"

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"Tutto quello che è successo finora è mia responsabilità". Parola di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli che è intervenuto in conferenza stampa dopo lo 0-0 del Napoli contro il Monza. "Le colpe non vanno su giocatori o allenatore - ha proseguito -, me ne assumo la responsabilità. Chiedo scusa ai napoletani se siamo dove siamo in classifica. Penso che il campionato è lungo, ci muoveremo sul mercato per recuperare il tempo perduto". E ancora: "Quando tornerò dalla Supercoppa in Arabia, il 24 o il 25 gennaio, ci rivedremo e vi racconterò il mio punto di vista. È bene tutelare il tifoso che deve conoscere la verità. E la verità la conosce chi vive dall’interno le varie situazioni".

"Serve equità nel calcio italiano"

Lo stesso De Laurentiis si è rivolto a Gabriele Gravina, presidente della Figc, e al designatore arbitrale Gianluca Rocchi, parlando dell'arbitraggio di Marco Di Bello: "Stasera devo pregare entrambi di cercare di dare un senso di equità e soprattutto spettacolarità al calcio italiano. Sento che la Serie A è diventata meno importante. Ma se invece di vedere calcio vediamo partite di rugby, dove il gioco viene interrotto in continuazione e non c’è equità nel saper distribuire i vari cartellini da ambo le parti… Ci sono stati arbitraggi sfavorevoli a noi ed altre squadre. E questo è stato rilevato". Il presidente del Napoli ha concluso così: "Caro Rocchi, lei non può permettere che una persona per bene come Palladino o un signore come Mazzarri, che ha fatto 500 panchine in Serie A, vengano sbattuti fuori. Perché questo non è calcio. È come voler stabilire che io, per essere forte e rispettabile, devo avere l’utilizzo del cartellino a tutti i costi. Ma un arbitro si chiama arbitro è perché deve rispondere al principio di equità. A furia di correre, perdono l’ossigenazione nel cervello e vanno in tilt: allora dovrebbero allenarsi di più e servirebbero i cambi anche per gli arbitri per non farli correre troppo e fargli vedere i fantasmi da applicare sul campo".

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