Milan, l'amministratore delegato Furlani: "Ingiusto mettere sempre in discussione Pioli"

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L'amministratore delegato del Milan a Sky Sport 24 ha parlato anche della mancata proroga del Decreto crescita: "Una decisione che c'indebolisce". E sul futuro dell'allenatore rossonero: "Dobbiamo dargli una rosa completa, non reputo giusto metterlo sempre in discussione"

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"Non è giusto mettere Pioli sempre in discussione". Sono le parole di Giorgio Furlani, amministratore delegato del Milan, che a Sky Sport 24 ha difeso e "blindato" l'allenatore rossonero: "Natale difficile dopo Salerno? Non è andata come speravamo, ma si volta pagina. Siamo uniti e compatti. Si mette sempre in discussione mister Pioli, cosa che non mi sembra giusta. Dobbiamo dargli una rosa completa, abbiamo avuto i problemi che tutti sappiamo, ma stiamo lavorando".

"Pronti a cogliere le occasioni di mercato, se ce ne saranno"

"Dobbiamo tenere in considerazione la nuova realtà che parte dal 1° gennaio, quindi come abbiamo detto in passato, siamo pronti a cogliere le opportunità, se ce ne saranno. Mi sembra che siamo stati relativamente attivi nella finestra precedente e se ci saranno occasioni lo saremo anche in questa, però senza dubbio la realtà di dopodomani è diversa dalla realtà di ieri". 

"Provvedimento del Governo? C'è l'esigenza di una serie di regolamentazioni"

"Tutti noi dirigenti di club di serie A abbiamo parlato di una esigenza di avere una serie di regolamentazioni attorno al calcio che ci renda competitivi a livello europeo: si parla dalla possibilità per il calcio di catturare parte dei denari che vengono destinati alle scommesse, si parla di regolamentazione di contratti, si parla di andare a gestire il problema dell’impossibilità di investire nelle infrastrutture sportive. Noi abbiamo chiesto di sederci a un tavolo e guardare tout court queste cose, invece l’unica cosa che è successa è che si cambia una legge dall’oggi al domani senza neanche un periodo di adattamento, molto atipica e penalizzante".

"La mancata proroga del Decreto crescita è una decisione triste per il nostro calcio"

"Ho vissuto male questa decisione - ha raccontato l'ad rossonero - è una decisione triste per il calcio italiano, ci rende più poveri, meno competitivi e ci indebolisce. Il calcio italiano purtroppo non è visto come un settore dell’economia, dovrebbe esserlo. Siamo stati leader per decenni, non lo siamo ora in Europa ma abbiamo le potenzialità. Purtroppo ci troviamo di fronte a una serie di leggi e regolamentazioni che non ci aiutano e ci impediscono di tornare a essere leader europei e mondiali. Brutta decisione per noi, ringrazio il Ministro Abodi, lui sì che capisce il mondo del calcio e ha provato a spingere per avere un tavolo a cui discutere più ampiamente queste difficoltà che abbiamo di essere percepiti come un settore dell’economia italiana, purtroppo la decisione non è andata nel senso giusto".