Caso Rosario D'Onofrio, chiesti 8 anni per l'ex procuratore capo degli arbitri

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Il pubblico ministero di Milano ha chiesto una condanna a 8 anni di reclusione per Rosario D'Onofrio, l'ex procuratore capo dell'Aia accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. La vicenda aveva portato alle dimissioni dell'allora presidente dell'Aia, Alfredo Trentalange, poi assolto in secondo grado nel processo sportivo per omesso controllo

TRENTALANGE, ANNULLATA L'INIBIZIONE DI 3 MESI

Il pubblico ministero di Milano, Rosario Ferracane, ha chiesto una condanna a 8 anni di reclusione per Rosario D'Onofrio, il 43enne ex procuratore capo dell'Aia (l'associazione italiana arbitri), tra coloro che sono finiti in carcere il 10 novembre del 2022 nell'inchiesta coordinata anche dal pm Sara Ombra e condotta dal Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza su un maxi traffico internazionale di droga tra Italia e Spagna. Nell'inchiesta erano state emesse misure cautelari, firmate dal gip Massimo Baraldo, per 42 persone in totale. Davanti al gup Lidia Castellucci sono finiti in 57, di cui una quarantina hanno scelto il rito abbreviato, come D'Onofrio, anche lui accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga.

La trasmissione degli atti alla Figc

Rosario D’Onofrio, tra l'altro, era già stato arrestato in flagranza di reato nel maggio 2020 per aver trasportato 44 kg di marijuana e poi condannato a 2 anni e 8 mesi. Secondo la ricostruzione, riportata nel provvedimento del gip, D'Onofrio, durante il periodo del lockdown nel 2020, avrebbe anche indossato la divisa per circolare senza problemi e consegnare la droga o gli incassi dello spaccio a cittadini cinesi, affinché li trasferissero illegalmente in Spagna. Il caso D'Onofrio, che quando fu nuovamente arrestato nel novembre 2022 era ancora procuratore dell'Aia (aveva partecipato alle riunioni con i permessi dei giudici, quando era ai domiciliari dopo il primo arresto), aveva scatenato molte polemiche. E la stessa Dda milanese aveva trasmesso gli atti alla Figc.

Alfredo Trentalange - ©Ansa

Trentalange potrebbe tornare in corsa per la presidenza Aia

La vicenda di Rosario D’Onofrio aveva portato alle dimissioni dell'allora presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, per affrontare il processo sportivo (si era dimesso il 18 dicembre 2022 per poter sostenere la propria difesa senza il coinvolgimento diretto dell'Aia). Trentalange era stato sanzionato per l'omesso controllo in primo grado con tre mesi di inibizione, ma poi è stato assolto nell’aprile 2023 in secondo grado. Alla luce di questa assoluzione, Trentalange potrebbe tornare in corsa per la presidenza dell'Aia in vista delle elezioni che si svolgeranno entro la fine del 2024