Roma, come De Rossi ha cambiato i giallorossi in appena tre partite

l'analisi

Michele Mastrogiacomo

Con tre vittorie nelle sue prime tre partite sulla panchina giallorossa il neo allenatore ha risollevato classifica e umore dei giallorossi, cambiando diverse cose rispetto alla precedente gestione Mourinho. Sabato arriverà il primo vero ostacolo impegnativo, l'Inter di Inzaghi, ma dopo il 4-0 sul Cagliari la Roma sembra oramai essere definitivamente diventata quella di De Rossi 

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Nel suo ultimo giorno da capitano e giocatore della Roma, all’Olimpico c’era la pioggia che scendeva del cielo nemmeno fossero lacrime e Ranieri a dirigere la banda in panchina. Nel primo simbolico giorno della sua nuova Roma, sempre all’Olimpico, Ranieri è ancora lì, anche se sull’altra sponda, ma la pioggia se ne è definitivamente andata. Realmente e metaforicamente. Spazzata via da un vento caldo portato dalla nuova filosofia instillata dall’allenatore-capitano ai giocatori, ora finalmente al centro di un progetto tecnico votato al gioco del calcio e mirato a esaltarne le qualità. È questo probabilmente il principale merito di De Rossi, che ha stappato il suo ritorno così precoce e altrettanto inatteso nella sua Trigoria con nove punti in tre partite. E una serenità finalmente ritrovata.

Roma, le mosse di De Rossi per cambiare la squadra

De Rossi ha messo le cose a posto rimettendo i giocatori al proprio posto, facilitando loro il compito con uno schieramento più logico in relazione alle proprie caratteristiche, nessuno fuori ruolo, tutti a combattere nuovamente per un unico obiettivo. Anche perché era abbastanza chiaro anche da fuori Trigoria che a rompersi, tra le mani di Mourinho, fosse stato il suo stesso giocattolo così bene costruito nelle due ubriacanti stagioni d’amore culminate entrambe con una finale europea. Lotte e battaglie vanno bene per un po’, ma non si può passare un’intera vita con l’ascia in mano, il piede a martello e la bocca sempre pronta a contestare ogni decisione dell’arbitro. Se poi il tuo allenatore continua imperterrito a sottolineare quanto siano scarsi i suoi giocatori e quanto sia difficile riuscire ad arrivare nelle prime quattro posizioni allora la frittata è fatta. Ebbene, Daniele, da vecchio volpone di campo qual è a dispetto della sua giovane esperienza da allenatore, appena è arrivato la frittata l’ha rigirata, mostrando ai tifosi ancora innamorati di Mou – e come dare loro torto – che un’altra via anche nella capitale sponda giallorossa è possibile. Quella della semplicità, della difesa a 4, della costruzione dal basso, della nuova occupazione degli spazi, della serenità di chi sa e vuole solo giocare a calcio (emblematico il duro richiamo a Lukaku dopo le proteste nel primo tempo e la tirata d’orecchi a Paredes per il giallo a risultato oramai acquisito dopo una lite con Nandez). 

Difesa 4, il gioco, niente proteste e fiducia

Pochi semplici concetti, velocemente e chiaramente trasmessi ai giocatori come rivelato da Dybala a fine partita, ma anche, ovviamente, tre avversari decisamente alla propria portata. “Abbiamo fatto solo quello che dovevamo fare, incontrando tre squadre che hanno obiettivi nettamente inferiori ai nostri. E’ ancora presto per la classifica e per fare bilanci”, le parole di De Rossi dopo il 4-0 al suo vecchio e ultimo maestro. Verissimo, come il fatto che in queste tre partite la crescita della squadra sotto la romanissima mano del suo nuovo allenatore si è chiaramente vista e i giocatori, inevitabilmente, tornano a sentire la fiducia in loro stessi. "Da una situazione difficile si esce tutti insieme. Ho sempre vissuto momenti negativi e quando ce ne siamo tirati fuori era perché il gruppo era forte. Siamo una squadra forte e dobbiamo credere in noi stessi. Non bisogna mai smettere di crederci". Daniele dixit, ecco il nuovo credo. Il tempo delle prove e del rodaggio ora è finalmente finito, sabato all’Olimpico arriverà l’Inter dell’ex laziale Inzaghi e il primo vero banco di prova per la Roma. Che da ieri sera, passetto dopo passetto, ora è definitivamente e nuovamente di Daniele De Rossi.

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