Joe Barone, morto a 57 anni il dg della Fiorentina

lutto

Il mondo del calcio si stringe attorno alla Fiorentina per la tragica scomparsa di Joe Barone, direttore generale del club. Domani avrebbe compiuto 58 anni. Era ricoverato da domenica al San Raffaele di Milano dopo un malore improvviso. Braccio destro di Rocco Commisso, è stato fra gli artefici della realizzazione del Viola Park

CAMERA ARDENTE DI JOE BARONE: LA GIORNATA IN DIRETTA

Un malore improvviso a poche ore dall’inizio della partita contro l’Atalanta. La corsa all’ospedale, prima a Bergamo, poi a Milano. La Fiorentina piomba nuovamente nel dramma. Dopo la scomparsa di Astori di 6 anni fa in ritiro a Udine, un’altra tragedia sconvolge l’universo viola e l’intero mondo calcistico.

Joe Barone era il direttore generale della Fiorentina, il braccio destro di Commisso, il rappresentante - sempre presente - della proprietà in Italia. Era nato in Italia, in Sicilia nel 1966. Avrebbe compiuto 58 anni domani. Si era trasferito con la sua famiglia negli Stati Uniti da bambino, 50 anni fa. E soltanto recentemente aveva cominciato a fare il dirigente calcistico. Con Rocco Commisso, naturalmente. Che aveva conosciuto lavorando per lui alla Mediacom e diventandone, nel tempo, uno dei punti di riferimento. Già nella prima esperienza calcistica del presidente viola, aveva assunto la carica di vicepresidente dei NewYork Cosmos. Ma è nel 2019 che torna in Italia, dopo l’acquisto della Fiorentina. Diventa subito direttore generale e di fatto era lui a gestire il club, per nome e per conto del suo presidente.

La Fiorentina - sotto la sua direzione - si risolleva, non soltanto nei risultati sportivi. Tanti investimenti, quello più importante è per la realizzazione del Viola Park, recentemente inaugurato, di cui si è occupato in prima persona. Mette la sua faccia (e la sua voce) in tutte le trattative di mercato, anche in momenti di forte tensione con la città e con le altre società. La soddisfazione di aver portato in Italia talenti come Ribery, le schermaglie, anche molto dure a volte, con chiunque: con altri club o altri dirigenti, con avversari, nei confronti della piazza e della stampa, contro le istituzioni. Liti e grandi gesti passionali. La difesa strenua del proprio lavoro, la grande ambizione di voler riportare la Fiorentina di Commisso a recitare un ruolo da protagonista.