De Rossi vince il derby, con lui la Roma batte un ritmo da Champions
romaUn altro 6 aprile da ricordare per De Rossi che ha ripreso a far volare la Roma con una media da Champions: una vittoria nel derby scritta nel destino di Mancini, a quasi 20 anni di distanza da quello deciso dal 'tacco di Dio', e linfa vitale in vista del finale di stagione
Chiamatelo Mr. Presente. Daniele De Rossi vive il momento, se lo gode e cerca di non pensare al futuro. Quel futuro che si sta costruendo a suon di risultati positivi, compreso l'ultimo che rappresenta un altro mattoncino per sperare nella qualificazione in Champions e che nella capitale non rappresenta mai una banalità. 26 punti in 11 giornate, un bottino al cui confronto solo Rudi Garcia (con 31) e Di Francesco (27) sono riusciti a far meglio. Per l'allenatore della Roma era fondamentale vincere il suo primo derby da mister e le ragioni di cuore, questa volta, potrebbe addirittura collocarsi all'ultimo posto. Serviva una vittoria per ridonare la luce al lato giallorosso che, nella stracittadina, arrivava da 4 derby di fila senza vincere e senza segnare. Serviva una vittoria, poi, per cancellare il pareggio di Lecce, "la peggior prestazione" anche a detta dello stesso De Rossi, e riprendere la corsa verso il 4° posto (e 5° se il ranking dovesse aggiungere un posto alle italiane tra le prossime qualificate): fallire di nuovo l'appuntamento con i tre punti, infatti, avrebbe rischiato di minare ulteriormente le certezze giallorosse ritrovate dopo il cambio di allenatore. E un successo nel derby è linfa vitale verso un finale di stagione ricco di impegni, dal campionato all'imminente doppio confronto in Europa League contro il Milan, come era stato per l'ultimo vinto nel 2022, parte del viatico che avrebbe condotto l'allora squadra di Mou a centrare la qualificazione in Europa e vincere la Conference League.
6 aprile nel destino
Un 6 aprile che resterà per sempre nella memoria di De Rossi. Una data iconica della sua carriera visto che nello stesso giorno, ma di 5 anni fa, l'ex capitano segnava la sua ultima rete da giocatore della Roma: un gol sugli sviluppi di calcio d'angolo (come quello di Mancini), un altro 1-0 finale a favore dei giallorossi. Successo di misura che si è ripetuto nel primo derby di DDR, dove a fare la differenza è stata anche una grande tenuta difensiva che ha concesso un pomeriggio tutto sommato tranquillo e senza rischi per Svilar. Solidità frutto dello switch in porta avvenuto nelle ultime settimane e dello spirito di sacrificio che è valso il 3° clean sheet di fila e un'inviolabilità prolungata ora a 291 minuti.
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E nel destino era scritto, probabilmente, anche il nome di Mancini. Era stato un suo omonimo - Amantino, il 'tacco di Dio' - a segnare nel primo derby di De Rossi da giocatore quasi 20 anni fa. Ora è toccato a un altro Mancini, Gianluca, decidere la sua prima stracittadina animata dalla panchina. Il mister ha rivitalizzato i suoi uomini e i giocatori ora ci mettono la testa, nel vero senso della parola: sono 12, infatti, i gol segnati di testa dalla Roma (al pari della Fiorentina), nessuno ha fatto meglio in Serie A.
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Da chi riparte l'attacco
Se c'è una lieve nota stonata nell'avventura da allenatore di De Rossi alla Roma è la mancata efficacia di Lukaku in zona gol. Sotto la gestione Mourinho aveva siglato 9 reti in campionato e 5 nelle coppe, media che si è abbassata dopo l'esonero dello Special One: con DDR in panchina, infatti, il belga ha segnato all'esordio col Verona e poi solo un'altra volta in Serie A (a cui aggiungere due centri in Europa League). La sua vena realizzativa potrà essere decisiva per centrare gli obiettivi di fine stagione e De Rossi spera di poter contare anche su quella di Tammy Abraham che, nel derby, è tornato in campo a 307 giorni dall'ultima volta. "Lui fremeva, gli ho tolto il guinzaglio" ha raccontato l'allenatore dopo il bagno di folla sotto la Sud. Ora un altro obiettivo per lui: "smorzare gli entusiasmi", perché il futuro è ancora tutto da scrivere.