Il riscatto dei giganti: Lukaku e il Napoli riprendono la marcia

Come il mitologico Sansone, che una volta privato dei capelli si ritrova senza la sua forza, anche i giganti della Serie A sembravano aver smarrito i loro poteri nelle ultime settimane. Il primo gigante, il Napoli, ha impattato per due volte contro la Lazio nel giro di quattro giorni, rendendosi conto di non essere forse così invincibile come i primi tre mesi e mezzo di campionato avevano lasciato intendere e incassando il sorpasso dell’Atalanta e l’eliminazione dalla Coppa Italia, unico trofeo stagionale. L’altro gigante invece, quello che occupa il posto al centro dell’attacco, che veste la maglia numero 11 e di nome fa Romelu Lukaku, era entrato da qualche settimana in una spirale più o meno negativa di prestazioni: più vicino parente di quello opaco visto con la Roma piuttosto che di quello “sansonesco” che ha passeggiato su avversari e campionato con l’Inter, nonostante i capelli, Romelu, li abbia tagliati già da anni. In una fredda, freddissima serata di metà dicembre invece, il Napoli e Lukaku ritrovano forza e convinzione dopo la prima mini-crisi stagionale, sopperendo all’assenza di Kvaratskhelia , realizzando più di gol per la prima volta da fine ottobre e soprattutto tenendo il passo dell’Atalanta capolista, vittoriosa a Cagliari poche ore prima. E dire che la 16esima giornata non era iniziata nel migliore dei modi: Napoli impreciso, un paio di belle parate del portiere friulano Sava e vantaggio dal dischetto firmato da Thauvin per andare negli spogliatoi all’intervallo sotto di una rete. Proprio nella settimana in cui Antonio Conte aveva chiesto a gran voce una risposta ai suoi giocatori. Invece nella seconda frazione la forza dei giganti è tornata. Intanto perché il Napoli è una squadra molto strutturata fisicamente: Rrahmani, Buongiorno, McTominay, Anguissa e Lukaku girano tutti intorno al metro e novanta, requisito minimo per poter impensierire la difesa di “corazzieri” dell’Udinese. Poi nel gol del pareggio, un’azione che ricalca per filo e per segno quella che è l’idea di calcio di Antonio Conte: bel fraseggio nello stretto, filtrante tra le maglie della difesa friulana di McTominay a lanciare nello spazio “Big Rom”, che quando ha la possibilità di correre a campo aperto diventa quasi impossibile da fermare: chiedere a Giannetti per ulteriori informazioni. Trovare il pareggio per ritrovare la fiducia, anche se quella non è mai mancata. Gli Azzurri hanno condotto la partita per tutti i 90 minuti, come sottolineato anche da Conte nel post partita, e ritrovarsi sotto non ha cambiato di una virgola il piano tattico. Impossibile non menzionare David Neres: con il risultato in equilibrio ha potuto sprigionare tutti i suoi cavalli, scheggia impazzita che ha saputo occupare alla perfezione le zolle di Kvaratskhelia e che avrebbe meritato il gol. Di sicuro si è meritato i complimenti del suo allenatore. In queste settimane, in cui gioco forza partirà da titolare, il brasiliano ha dato una grande risposta dopo i fasti di inizio campionato e qualche panchina di troppo. A sigillare il punteggio invece ci ha pensato Anguissa, un giocatore smarrito nel caos della scorsa stagione e ritrovato in questa, parente molto stretto di quello dominante della gestione Spalletti. Tutto bene insomma, ma solo in apparenza. Antonio Conte aveva chiesto delle risposte e non ci sono dubbi che le abbia avute. Servivano i tre punti e sono arrivati, questo per ora basta. Ma il Napoli continua ad avere problemi a capitalizzare il gioco offensivo: tra le squadre di vertice è quella che segna di meno e da ottobre in poi ha manifestato delle evidenti difficoltà a realizzare più di un gol e ad affrontare avversari schierati che non concedono le ripartenze. Il simbolo evidente di questa difficoltà è proprio Romelu Lukaku, molto spesso inefficace nonostante in panchina ci sia l’allenatore che più di tutti ha saputo esaltarlo in carriera. Come si può vedere dalle analisi fatte da Soccerment, Lukaku non è più il giocatore dominante arrivato a Milano nel 2019. Non significa che sia un calciatore peggiorato, ma semplicemente che si sta adattando al nuovo abito tattico del Napoli e sta evolvendo il suo modo di giocare. Il nuovo 4-3-3 di Conte crea maggiore affollamento nell’ultimo terzo di campo, limitando le situazioni di attacco della profondità a lui congeniali. Come alla Roma nello scorso campionato sono diminuite le chiare occasioni da gol e i tocchi in area di rigore, mentre è aumentato il lavoro per i compagni in termini di assist. Forza e gamba ci sono ancora , semplicemente per lo stile di gioco del Napoli di questa stagione vengono convogliati in maniera differente rispetto al passato. Si parla comunque di un attaccante capace di realizzare 6 gol e 4 assist in 14 partite, numeri di buonissimo livello se si pensa che Lukaku è arrivato solo a fine agosto, saltando per intero la preparazione estiva. Insomma, chi dice che Lukaku sia peggiorato sbaglia. Chi si aspettava una macchina da gol solo per la chiamata da parte di Antonio Conte forse ha sbagliato approccio all’asta del fantacalcio. Perché questo Romelu è un giocatore diverso. Ai massimi livelli in carriera per completezza del gioco e sacrificio per i compagni. Il Napoli lo sa e aspetta, perché sa che per lottare per lo scudetto servirà tutta la forza di questo Sansone, anche se i capelli sono stati tagliati già da molto tempo.