Il breviario di lunedì 16 dicembre: l'Atalanta, gli arbitri e Thiago Motta...

RICCHI E POVERI Per capire l’Atalanta, la sua crescita, la sua forza, è necessario fare un viaggetto all’interno del Gewiss Stadium, la casa dei bergamaschi. Trovi un ambiente fatato, con sorrisi gentili che ti accolgono, bagni puliti come a casa vostra , posti comodi dove ti portano anche il panino con la mozzarella fresca e il prosciuttino cotto, e luci soffuse, piccoli box dove il più facoltoso si fa pure la cenetta con gli amici. Sopra le curve di nuova costruzione i meno facoltosi sventolano bandiere e si divertono, godendosi uno spettacolo visibile perfettamente da ogni lato. Il successo di una squadra di calcio passa anche e soprattutto da questi dettagli, che appartengono al rispetto che una società ha degli uomini. Che siano santi, navigatori, poeti e giornalisti. Che siano ricchi oppure poveri. MANO E’ QUANDO L’ARBITRO RISCHIA Sarebbe bello assistere ad una grande rivolta, che parte dall’Italia e si espande in tutto il mondo. La rivolta degli arbitri che si rifiutano di fischiare certi calci di rigore che definire ridicoli è poco, sfidando la santa inquisizione della famosa IFAB, l’associazione che si occupa della modifica delle regole del calcio. Si riunisce a Londra ed è composta da soli otto membri delle quattro federazioni britanniche che la compongono . Basterebbe questa conformazione per collocare l’IFAB tra le associazioni più retrograde del mondo . Qualcuno li ha paragonati a un circolo della briscola, scopa e tresette di qualsivoglia casa del popolo . Luoghi comunque sacri per la funzione ricreativa che li anima. Forza arbitri italiani, prendetevi un rischio e non fischiate certe mani, che all’IFAB magari si risvegliano dall’ultima pennichella dovuta al troppo stufato sullo stomaco. NUVOLE BIANCONERE La Juventus gioca male, inutile girarci intorno. Un calcio lento, prevedibile, dove ogni ruolo finisce per assomigliare all’altro. I difensori sembrano attaccanti e gli attaccanti sembrano difensori, mentre a centrocampo tutti passano velocemente, senza pensare, come se quella fosse una zona pericolosa, da cui fuggire il prima possibile. E’ questo il calcio di Motta? Naturalmente no, lo sa anche il brasiliano mezzo italiano. Interessante scrutare la sua mimica durante le interviste, lo sguardo si è ammorbidito, non è più il Thiago di Bologna, colui che rispondeva a muso duro anche a domande sulla frutta e la verdura. Meglio questo di quello, viene da dire, ma ci insospettisce. Ha perso sicurezza? Chi sono io per dirlo, nessuno, ma penso sia difficile spiegare partite come quella contro il Venezia. Da qui la mimica che cambia, e un sorriso che si stampa. Di nulla io so dire quando non so, scriveva il saggio. Che poi guardava il cielo pieno di nuvole. BREVIARISSIMO Italiano: fuori luogo Liberali: antico Como-Roma: set, partita, incontro Zaniolo: why always me? Maglia Milan: storica Figuraccia Milan: storica Goggia: stoica

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Il breviario di lunedì 16 dicembre: l'Atalanta, gli arbitri e Thiago Motta...