Inter, Lautaro: "Vivo per il gol, ma quest’anno il mio ruolo è diverso. La mia rabbia…"
INTERIl capitano nerazzurro parla al Corriere della Sera in un’intervista a tutto campo, che parte dall’infanzia difficile che lo ha reso il Lautaro di oggi: "Abbiamo vissuto periodi difficili, non avevamo i soldi per l’affitto"; gli obiettivi di questa stagione: "Voglio tutto" e il motivo dei meno gol di questo inizio di stagione: "Vivo per il gol, ma io in questi mesi sto giocando più lontano dall’area, è una cosa che sto aggiungendo al mio gioco e mi sento bene così"
Dall’infanzia difficile, agli obiettivi di oggi. Lautaro Martinez si racconta in modo intimo al Corriere della Sera spiegando anche il perché dei meno gol rispetto alla scorsa stagione. "Il Natale che vivevo io era molto diverso rispetto a quello dei miei figli. I miei genitori lavoravano tutto l’anno per poter regalare qualcosa a me e mio fratello. Abbiamo vissuto periodi difficili, non avevamo i soldi per l’affitto e abitavamo in una casa che ci hanno prestato. Sono cose che ti rimangono dentro e ti legano ai tuoi famigliari. A volte non sapevo dove avrei dormito la sera. Sono cose che mi hanno marcato come uomo e tutto quello che ho passato cerco di trasmetterlo in campo. Fuori dal calcio, cerco sempre di dare una mano e sono felice di andare a trovare i bambini che non stanno bene: capisco quello che vivono, le loro difficoltà".
La sua mania per l’ordine
Sui social è sempre più nota la mania per l’ordine del capitano dell’Inter, anche grazie alla moglie Agustina, che ha pubblicato spesso video che immortalano Lautaro Martinez a riordinare… cose. "Credo sia una questione di salute mentale. Quando ero piccolo – ha spiegato -, tornavo a casa da scuola con mio fratello più grande e trovavo il pranzo già preparato da mia madre, che era fuori tutto il giorno a lavorare. La casa era un casino e prima di andare all’allenamento mi fermavo per sistemarla: rifacevo i letti, sistemavo la biancheria da lavare e facevo fare i piatti a mio fratello, perché mi dava molto fastidio vederli sporchi".
La protezione del suo sogno di calciatore
In passato, la sua famiglia gli ha nascosto i problemi di salute di suo fratello maggiore. "Questo le fa capire quanto i miei genitori hanno protetto il mio sogno di diventare calciatore professionista. Mi hanno avvertito quando era già uscito dall’ospedale. E dopo due anni di cure tutto si è risolto. Lui ha dieci mesi più di me"
Perché segna meno gol
I tifosi dell’Inter se lo chiedono. Pur godendosi il miglior 'attacco' del campionato che manda in gol praticamente tutta la squadra: "Sono un attaccante e vivo per il gol. Però si deve anche analizzare la partita che uno fa. E io in questi mesi sto giocando più lontano dall’area, perché mi piace far salire la squadra: è una cosa che sto aggiungendo al mio gioco e mi sento bene così". Ora, in pratica, ‘tocca’ a Marcus Thuram: "Sta più centrale e più avanzato, ma non è una cosa studiata: nasce dalla nostra intesa in campo. L’anno scorso spesso era lui che arretrava un po’ o si allargava, adesso tocca a lui fare più gol".
"A volte mi sento sottovalutato"
Il settimo posto al Pallone d’oro lo ha anche criticato nelle scorse settimane: "Credo di aver fatto un anno importante, non solo perché sono stato capocannoniere in Copa America e in serie A, ma anche per il modo di giocare". Se mi sento sottovalutato? "A volte sì. Però i trofei di squadra hanno un peso diverso. E Inzaghi? Secondo me anche lui è sottovalutato. Il suo segreto è che continua a volte a pensare come un calciatore, quindi ci capisce tantissimo e vive le cose come noi. Per me poi la fortuna è doppia, perché lui è stato attaccante e quindi mi lascia la testa libera e il sorriso. Sono cose molto positive. Io con Conte ho imparato tantissimo e lo ringrazio. Con Inzaghi sento di essere cresciuto a livello altissimo".
"Scudetto o Champions? Io voglio tutto"
Bastoni e Mkhitaryan hanno detto che vorrebbero un’altra finale di Champions, Thuram sogna un altro scudetto: "Io voglio tutto. Quando inizi a vincere non ti vuoi fermare sai quanto è bello essere ripagati del lavoro fatto. E questa mentalità voglio trasmetterla anche nelle partitelle. Ho avuto la fortuna di vincere il Mondiale e pensavo che non ci fosse più niente dopo: ma c’è tanto altro".