Ranieri: "La Roma deve tornare a lottare per lo scudetto, Pellegrini resta"
intervistaIn un'intervista rilasciata al 'Corriere dello Sport', Claudio Ranieri ha fatto il punto sul suo periodo a Roma, con l'obiettivo di riportare la squadra in alto e porre delle basi solide in vista del prossimo futuro. "La Roma deve tornare a lottare per qualcosa di importante, per lo scudetto. E' finito il tempo della Rometta". Poi, su Pellegrini: "Sono sicuro che resti. Derby? Ho visto la luce nei suoi occhi e ho scelto di schierarlo titolare"
Chiamato a risollevare le sorti della Roma lo scorso novembre, Claudio Ranieri non ha perso tempo e a due mesi dall'esordio in panchina, per la terza volta nella sua carriera, sono arrivate le prime grandi soddisfazioni della sua nuova avventura in giallorosso, prima fra tutti la vittoria del derby. Un risultato che può dare una svolta alla stagione della squadra e dei singoli, come Lorenzo Pellegrini, autore del gol che ha aperto le marcature. Dopo le tante difficoltà dovute affrontare in questa stagione, il centrocampista è tornato a sorridere, merito anche di mister Ranieri e della sua fiducia, che oltre a elogiarne il lavoro fatto, ha sottolineato come a parer suo rimarrà a Roma, nonostante le sirene del calciomercato. "Sono sicuro che rimarrà. Però vorrei chiarire una cosa. Non è stato lui a insistere per scendere in campo nel derby. In tanti anni nessun giocatore mi ha mai chiesto di giocare. Con Lorenzo sono bastate poche parole il sabato mattina. Io non faccio discorsi lunghi, non perdo tre ore a parlare con la squadra. I giocatori hanno una soglia di attenzione di otto secondi. Spesso basta una battuta fatta bene. Del resto anche il Papa ha detto recentemente che le omelie devono essere più brevi".
La scelta di puntare su Pellegrini nel derby
Pellegrini che, a sentire l'allenatore della Roma non sarebbe nemmeno dovuto scendere in campo da titolare. Poi però l'intuizione, vinta, frutto della grande esperienza del tecnico romano. "Avevo deciso di tenere Lorenzo in panchina, ma nei suoi occhi ho visto una luce differente, aveva gli occhi pieni di luce. Ho capito che la voglia di esserci, di giocare, era enorme. E ho cambiato idea. E' andata bene a entrambi. Diciamo che un po' di esperienza me la sono fatta".
"Finito il tempo della Rometta"
In vista del futuro invece, l'obiettivo sarà tornare a lottare per il campionato, archiviando definitivamente le difficoltà di quest'inizio di stagione. "L'obiettivo è rimettere la squadra in moto e porre delle basi solide, la Roma deve tornare a lottare per qualcosa di importante, per lo scudetto. E' finito il tempo della Rometta, ora c’è la Roma, i Friedkin sono abituati a pensare in grande…Cerco di fare quello che so e posso. In un secondo tempo metterò la mia esperienza al servizio della società".
Le considerazioni sul campionato italiano
Archiviato il successo del derby, Ranieri ha espresso qualche considerazione sul campionato italiano, caratterizzato da un gioco spesso troppo incentrato sulla sola tattica, ingabbiando così l'estro e la personalità dei singoli giocatori. "Non amo le gabbie mentali, provo sempre ad aprirle. Ho allenato dappertutto e da noi c’è sempre stata troppa tattica, giocatori ingabbiati, talenti frenati e spettacolo depresso. Le cose sono cambiate con la globalizzazione del calcio. Calcio globalizzato, non evoluto. Più informazioni per tutti e più omologazione. D’accordo sull’organizzazione difensiva, sulla personalizzazione dei compiti, ma poi in campo ci vanno i giocatori, che devono sentirsi bene e giocare con naturalezza. Cosa vuoi che si possa dire a gente come Dybala, Del Piero, Totti? Ma anche a Hummels, Paredes, Pirlo, Lampard, ti butto lì un po' di nomi".
Le arrabbiature del passato e i dispiaceri del presente
Infine, non è mancato un passaggio sul suo passato e sui momenti più duri da affrontare, tra arrabbiature e grandi dispiaceri. "In passato mi sono arrabbiato di brutto, ma chi si ricorda…Sono giovane, solo i vecchi ricordano, io vivo l’oggi. E comunque sì, al Chelsea feci volare il tavolo con tutte le vitamine, bottiglie e altro. Tavolo e sedie, non dico che sfasciai lo spogliatoio, ma quasi. Guardando a questa stagione invece, a Como ho provato grande dispiacere per quell'orribile secondo tempo. Ero molto amareggiato, la partita era cambiata e non siamo stati capaci di leggerla. Posso anche perdere, ma se c’è stata la prestazione l’amarezza passa più in fretta