Juventus, il sapore amaro della sconfitta e tante (troppe) domande

Il sapore della prima sconfitta in campionato è amarissimo per Thiago Motta. "Dobbiamo star male una notte, ma poi bisogna ripartire". C'è la Champions, con il Benfica che arriva all'Allianz Stadium, per provare ad avere un posto privilegiato per affrontare i play-off . Per questo il ribaltone del Maradona va cancellato in fretta, ma ci sono tanti, troppi interrogativi a cui Thiago Motta e la Juventus dovranno dare risposte convincenti, al di là di una sconfitta in campionato che mancava dal 30 marzo . Il primo punto di domanda riguarda l'atteggiamento della Juventus. Troppe volte in stagione ha cambiato volto in maniera clamorosa e inspiegabile nell'arco della stessa partita. Spesso dopo aver trovato il vantaggio la squadra si abbassa, rinuncia a giocare e si consegna all'avversario, subendo la rimonta e lasciando punti preziosi per strada. Con quelli di Napoli sono ben 17 quelli persi da situazione di vantaggio, più il ribaltone subito dal Milan in Supercoppa, anche in quel caso con un fallo sciagurato quanto incomprensibile di Locatelli in piena area di rigore. 17 punti sono un'enormità così come i 16 di distacco dal Napoli. Al Maradona abbiamo assistito alla replica di un film già visto. Un buon primo tempo, con una Juventus coraggiosa, propositiva in attacco, attenta in difesa e in grado di mettere pressione al Napoli capolista. Una grande occasione sprecata da Yildiz dopo pochi minuti e poi il gol nel finale del primo tempo realizzato dall'ultimo arrivato Kolo Muani. Primo tiro in porta e primo gol con la nuova maglia, gol che per il nuovo acquisto della Juventus mancava dal primo settembre, vittoria per 3-1 del PSG in casa del Lille. Uno dei pochi aspetti positivi che si è portato in valigia Thiago Motta è stata proprio la prestazione del francese. Si è mosso bene e ha dato soluzioni diverse in fase di impostazione. Il gol completa una buona partita, ma sono le caratteristiche del nuovo attaccante a disposizione di Thiago Motta che fanno capire il perché di questa scelta. Ma torniamo ai punti di domanda. Perché la Juventus anche a Napoli nel secondo tempo si è spenta? Thiago Motta ha parlato anche di stanchezza, delle tante partite che sta giocando la squadra. Comprensibile se certi segnali arrivassero nell'ultimo quarto d'ora e non per un tempo intero. In più adesso Motta ha a disposizione una rosa ampia, con una panchina ricca che avrebbe potuto dare nuove energie alla squadra. A Napoli aveva a disposizione Mbangula, Conceiçao, Douglas Luiz, Fagioli, Weah e Vlahovic. Giocatori che in pochi in Serie A possono permettersi di lasciare fuori dagli undici titolari e qui nascono altri interrogativi. Perché Mbangula, il migliore a Bruges, in panchina e preferirgli Nico Gonzalez reduce da prestazioni impalpabili? Perché Vlahovic in campo solo al minuto 82? E perché vista la situazione di svantaggio al posto di Kolo Muani e non in coppia con il francese? E ci sarebbe da aggiungere un rendimento di Koopmeiners sempre lontanissimo da quello che il centrocampista olandese può dare. Tocca a Thiago Motta dare le risposte. La società gli ha messo a disposizione un parco giocatori ricco e variegato, tocca a lui farlo rendere al meglio. Ad agosto le aspettative erano altissime a gennaio la classifica è preoccupante anche in vista zona Champions. Serve un deciso cambio di marcia per non ritrovarsi a fine maggio con una Juventus ancora una volta di fronte a un bivio.

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