Leggere i segnali oggi per evitare processi domani

Una doccia gelata. Una di quelle che ti stendono o che ti provocano una reazione veemente. Inzaghi, ovviamente, confida nella reazione a partire da lunedì sera, nella replica contro la Fiorentina a San Siro. Si è assunto la responsabilità della sconfitta, inutile trovare giustificazioni o colpevoli. Se perdi una partita 3-0 col 72% di possesso palla e fai solo 2 tiri in porta sono sbagliati sia atteggiamento che prestazione. E non si è salvato nessuno nell’incubo del Franchi. Forse è stato solo un blackout ma il ko di Firenze, per come è maturato - al di là dei grandi meriti di una splendida Fiorentina - ha alimentato qualche preoccupazione nell'ambiente nerazzurro. La squadra è apparsa macchinosa, prevedibile, quasi svuotata di energie fisiche e mentali. Non può essere la vera Inter, non avrebbe senso dopo una serie positiva di 17 partite, con 4 pareggi e 13 vittorie. Forse la squadra, anche solo inconsciamente, è scesa in campo con la sensazione che la partita sarebbe stata facile, contro un avversario con nove indisponibili . Ma non è solo questione di approccio sbagliato. In questo momento ci sono dei problemi sui quali Inzaghi dovrà lavorare. Un aiuto può arrivare dalla crescita di condizione di Calhanoglu, giocatore imprescindibile e che al momento è al 60% del suo livello abituale. Se il suo regista si limita al compitino la manovra dell'Inter diventa prevedibile. A Firenze il giro palla era decisamente troppo lento. Non solo, l'attenzione nella fase di non possesso è stata insufficiente. La sensazione è che i giocatori siano proiettati più sulla Champions, dove la cura della fase difensiva è impeccabile , rispetto a quanto accade in campionato, dove l'Inter accusa passaggi a vuoto soprattutto nei finali di partita. Dopo Firenze è riemerso il solito discorso sulle difficoltà contro squadre chiuse che aspettano e ripartono e sull'assenza di giocatori abili nell'uno contro uno, fondamentali quando la partita è bloccata tatticamente. Rilievo condivisibile, ma è vero che si tratta di una lacuna che c'era anche nella passata stagione, dominata dall'Inter. La vera differenza rispetto a 12 mesi fa è rappresentata dagli scontri diretti. I nerazzurri contro le prime in classifica non sono andati oltre 1.4 punti a partita: in sostanza alternano una vittoria a una sconfitta. Decisamente peggio del Napoli che fa 0,8 punti in più a gara, un dato che certifica l'attitudine della squadra di Conte nelle partite 'di peso'. 2 vittorie, 4 pareggi, 2 sconfitte: su questi dati Inzaghi dovrà lavorare in vista della partita di lunedi. A San Siro contro la Fiorentina sarà una rivincita, ma soprattutto una risonanza magnetica al futuro dell’Inter. Un anno fa l'Inter aveva, dopo 23 giornate, 60 punti. Adesso, per quanto il ritmo sia ancora ottimo, nove in meno. Rispetto a 12 mesi fa, come detto, è cambiata anche la concorrenza in cima alla classifica. Il Napoli è avanti di tre punti con il vantaggio, non avendo l'impegno delle coppe , di una condizione atletica più brillante. Ad Appiano Gentile in questi giorni si dovrà lavorare sulla testa dei suoi giocatori: restituire fame e voglia di vincere a chi è apparso 'imborghesito' negli ultimi tempi. Soprattuto anche restituire brillantezza a quei giocatori che, in questa fase della stagione, stanno faticando ben oltre un accettabile calo di condizione. Un processo all'Inter in questo momento appare decisamente improvvido, ma non cogliere i segnali di allarme dell'ultimo periodo sarebbe allo stesso modo sconsiderato.

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Leggere i segnali oggi per evitare processi domani

Maurizio Compagnoni