Lazio, il futuro di Baroni e quel chiarimento con Lotito: cosa sta succedendo?

Di questi tempi un anno fa Sarri decise di fare un passo indietro e lasciare la Lazio. Arrivò Tudor, proprio in questi giorni curiosamente subentrato a Thiago Motta. Neanche cento giorni in panchina e più o meno l’epilogo fu lo stesso. Ecco, accostare queste due situazioni alla posizione di Baroni è quanto di più sbagliato si possa fare. Vero che l’allenatore sta vivendo il momento più delicato della sua avventura a Roma, ma non è in discussione. Bilanci ed eventuali riflessioni si faranno solo a giugno. Ed è quello che la società ha già ribadito al diretto interessato. Lotito difende con forza la sua scelta. Nessuno può dimenticare da dove e come si è partiti in estate. Con due allenatori cambiati in quattro mesi, la contestazione dei tifosi, scetticismo diffuso ed una rosa rivoluzionata dopo la partenza dei totem Immobile, Felipe Anderson e Luis Alberto. Un anno zero, o quasi. Nonostante l’evidente flessione nel 2025 Baroni ha ancora ampiamente dalla sua i risultati, è in linea con gli obiettivi stagionali ed è al passo con gli step necessari di quando si apre un nuovo ciclo. Ha raggiunto poi in modo brillante i quarti di Europa League, già eguagliando il miglior risultato europeo della gestione Lotito. Eppure, non si può non notare che qualche analogia col passato esiste. Tracce di insofferenza, diversità di vedute su qualche scelta di mercato e la gestione fisica di qualche giocatore. Di questo la società ha chiesto conto all’allenatore. Compreso lo scarso impiego dei rinforzi di gennaio che tali non sono stati, almeno al momento, totalizzando appena 107 minuti in tre, nonostante l’emergenza con cui spesso ha dovuto fare i conti la squadra. Le rotazioni poi si sono molto limitate e non solo per via degli infortuni. Tutte situazioni che non hanno fatto venir meno la fiducia nei confronti dell’allenatore ma che hanno generato una certa elettricità su Formello. Non a caso tutti hanno notato un Baroni particolarmente nervoso nell’ultimo periodo. Probabilmente in un momento delicato si aspettava qualche carezza in più e qualche critica in meno. Sfruttando l’ultima sosta della stagione anche i prossimi giorni saranno importanti per chiarirsi ed evitare che qualche incomprensione rischi di diventare crepa e poi frattura. Insomma, nulla di particolarmente inedito nella storia recente della Lazio, ma appunto per questo nulla che vada sottovalutato. Intanto Baroni in questa pausa avrà il compito di rialzare la squadra psicologicamente e riaccenderla fisicamente. Ma sta lavorando anche su aspetti di campo che stanno frenando la corsa all'Europa dei biancocelesti. Che continuano a subire troppo. Probabilmente un male necessario per una squadra dal DNA spiccatamente offensivo, ma le 41 reti incassate in 29 giornate sono un numero troppo alto per chi ha ambizioni di Champions. Quasi 1,5 di media a partita, la Lazio ha la dodicesima difesa più battuta della Serie A. Errori individuali e di squadra legati anche al momento poco brillante di Gila e Tavares ma sono soprattutto le reti incassate nei primi 15 minuti dei due tempi a preoccupare. È il quarto d'ora accademico dei biancocelesti, ma i ritardi si pagano a caro prezzo. 23 sono i gol totali incassati a inizio tempo. Approccio e lettura della partita saranno tra gli approfondimenti dell'allenatore. Così come si concentrerà sul rendimento della sua squadra negli scontri diretti. Contro le prime 10 della classifica la Lazio ha conquistato appena 13 dei 42 punti a disposizione. Ci sono gli exploit in trasferta contro Napoli e Milan ma se vuole la Champions proprio in queste partite la Lazio deve fare meglio. Ricordando che tra le 9 partite che ancora mancano ci sono quelle contro Atalanta, Roma, Juventus e Inter.

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Matteo Petrucci