Perché questo Bologna non può più essere una sorpresa

Il Bologna sta facendo qualcosa di clamoroso. Ieri sera, dopo il pareggio di prestigio contro il Napoli, giocando alla pari contro la squadra di Antonio Conte, ne ha dato l’ennesima dimostrazione. Dopo 31 giornate i rossoblù hanno ancora la forza per stupire, nonostante il calendario proibitivo dell’ultima parte di campionato. Da qui alla fine della stagione il Bologna affronterà tutte le prime della classifica , ma il 5-0 con la Lazio prima e l’1-1 con il Napoli ieri sanno di prove superate. E come tali, lasciano trasparire grandi aspettative anche per gli scontri con le altre big della Serie A. Il cambio di allenatore della scorsa estate, e la partenza di elementi importanti come Calafiori e Zirkzee, aveva ridotto in parte le aspettative: si sperava di raggiungere una buona posizione, e magari di lottare per ottenere un altro piazzamento nelle posizioni europee. Oggi invece il Bologna va apertamente a caccia della Champions League, per il secondo anno di fila. Lo status della squadra non solo si è consolidato rispetto a un anno fa, ma anzi si è alzato. Gran parte del merito, ovviamente, va a Vincenzo Italiano. Come valore assoluto, non c’era ombra di dubbio che fosse un allenatore di spessore per raccogliere il testimone di Thiago Motta. Lo insegna la sua carriera: fin dalla Serie D non ha mai sbagliato una stagione, impossibile metterlo in discussione, anche quando la squadra era partita a rilento – comprensibile dopo un cambio di guida tecnica – a inizio stagione. Il Bologna è anche a un passo dalla storia: la finale di Coppa Italia, con tutto il rispetto per l’Empoli, è davvero vicinissima, un’impresa che in città manca da più di 50 anni. Italiano sa come si fa, sa come si arriva in fondo a una competizione. Il merito della sua scelta va ovviamente alla società. Perché un exploit occasionale può essere un caso. Una stagione come questa, dopo quella del 2024, non può essere invece una coincidenza: perché il Bologna, inteso come squadra, come club, come brand, è in crescita costante, nonostante un cambio di allenatore e alcune cessioni importanti. I tifosi possono dormire sonni tranquilli. Prendiamo Ndoye, per esempio. Quest’anno sta mettendo in mostra tutto il suo potenziale, dopo una prima stagione a sprazzi. Oppure Ferguson, che fino all’infortunio eravamo abituati a vedere come trequartista, come giocatore offensivo e di inserimento, e invece adesso diventato al fianco di Freuler un mediano di alto livello. Anche se Italiano la vera differenza l’ha fatta secondo me con Odgaard, un attaccante totalmente diverso rispetto a quello della seconda parte dello scorso campionato, e oggi molto più incisivo. Piccoli dettagli che rendono bene l’idea dei meriti del lavoro di Italiano. E non dimentichiamoci di Orsolini, un ‘regolarista’ della doppia cifra ormai, esterno di grande qualità all’ennesima stagione di altissimo livello. Peccato solo per qualche panchina di tanto in tanto, ma è il gioco delle parti: quando c’è troppa abbondanza in un reparto, è giusto anche fare qualche rotazione. Dopo l’eliminazione dalla scorsa Champions League scrissi proprio qui su Insider che il Bologna sarebbe tornato per riscattarsi. Lo confermo. Con ancora più convinzione. Certo, il calendario delle ultime sette giornate rimane intricato, ma questa squadra ha la consapevolezza e lo status per lottare con le big e per entrare nelle prime quattro. E non trascuriamo la finale di Coppa Italia, al netto della partita di ritorno contro l’Empoli, comunque ancora da giocare. Oltre al piacere di tornare in Champions c’è da mettere in conto un potenziale trofeo, e quello forse vale ancora di più. Perché benissimo il piazzamento, ma poi è la coppa che rimane in bacheca e negli annali del club. Anche perché la Coppa Italia varrebbe l’accesso all’Europa League: non sarebbe proprio una stagione di cui lamentarsi. Ma diciamoci la verità, anche ‘solo’ un piazzamento in Europa non sarebbe un rammarico, sfido qualsiasi tifoso in giro per Bologna a sostenere il contrario. Nel prossimo turno ci sarà la partita contro l’Atalanta di Gasperini, l’altra ‘Cenerentola’ del campionato, più esperta e affermata . Sarà uno scontro diretto che potrebbe anche valere un sorpasso in classifica sui nerazzurri, che stanno vivendo un periodo di appannamento. Sarà soprattutto uno scontro di status. Perché il Bologna è ormai squadra forte, profonda e organizzata: adesso serve consolidare la propria reputazione, serve dimostrare che Italiano e i suoi non sono più una sorpresa, che stare a quei livelli di classifica non è frutto del caso. Ma in fondo serve davvero questa partita per confermarlo?

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Perché questo Bologna non può più essere una sorpresa

Giancarlo Marocchi