Il Bologna e il paradosso dei primi 21 minuti di Bergamo: perché la Champions è possibile

Se un allenatore effettua tre cambi durante l’intervallo le opzioni generalmente sono due: o la sua squadra è impegnata in un’amichevole estiva oppure nel primo tempo deve essere successo un vero e proprio disastro. E siccome siamo nel bezzo di aprile e l’estate è sospesa tra un “quello che è stato” e un “quello che a breve nuovamente sarà”, nel caso specifico del Bologna e di Italiano possiamo con sicurezza propendere per la seconda ipotesi: quella del disastro. O meglio, del mezzo disastro. Un paradossale mezzo disastro . 21 minuti in tutto, i primissimi, due gol concessi troppo facilmente a una squadra prevedibilmente affamata di reti dopo un clamoroso digiuno interno che perdurava dal 1° febbraio , partita compromessa e cominciata ad aggredire troppo tardi. Anche se… Anche se a fine partita l’allenatore del Bologna difende tutto e tutti, estromessi all’intervallo compresi , tenendo testa e morale in alto, ricordando principi e prestazioni messi in mostra negli ultimi due mesi, compattando il gruppo in vista dell’ultimo, complicato ma affascinante, rush finale. E, in fin dei conti, al di là degli inevitabili ragionamenti di convenienza che accompagnano le dichiarazioni post-partita , Italiano ha più che ragione. Ovviamente ne ha quando racconta il suo bel Bologna degli ultimi tempi , ma anche quando parla della sconfitta di Bergamo, che in fin dei conti ci può sempre stare ma che a guardare bene i numeri non ci sta affatto. Anche con quei maledetti 20 minuti iniziali, che l’Atalanta è stata bravissima a sfruttare. Figuriamoci senza . Perché poi il Bologna ha reagito, ha sfiorato già nel primo tempo il gol che l’avrebbe rimessa in partita sul serio, quando Carnesecchi è riuscito a deviare sul palo un tiro a botta sicura di Ndoye, e poi, una volta rimischiate le carte nello spogliatoio, ha controllato il gioco per tutto il secondo tempo, senza mai mettere veramente i brividi all’Atalanta ma intorpidendo a dovere la squadra di Gasperini. Nessun tiro dei nerazzurri nei secondi 45 minuti , dunque un bello 0 di xGoals, appena 4 tocchi nell’area di rigore avversaria, un possesso sceso al 37,9%. Il tutto contro 7 conclusioni dei rossoblù, delle quali comunque 4 nello specchio, 11 tocchi in area avversaria, 38 ingressi nella trequarti, che certificano insieme al possesso palla una presenza costante nella metà campo dell’Atalanta. Dati che quindi, se letti bene, non possono far pensare a quel mezzo disastro di cui sopra, ma che invece, al pari delle parole di Italiano, devono restituire immediatamente ai suoi ragazzi la fiducia che un approccio disastroso, quello sì, sembrava destinato a togliere loro. È il paradosso bolognese dei venti minuti, quei primi 20 minuti, che proprio perché ci sono stati e hanno così tanto determinato il risultato devono essere letti come il vero motivo per il quale poter ribadire lo storico piazzamento Champions è ancora possibile. Il Bologna non è quell’approccio, non è quei primi 20 minuti, e soprattutto da quei primi 20 minuti non si è fatto condizionare più di tanto, riprendendo in mano una partita che alla fine, e ci può stare nell'ottica di un campionato intero, non è riuscita a vincere. Più che altro, semmai, il problema sarà ora il calendario , con Inter , Juve , Milan e Fiorentina , oltre a Udinese e Genoa, nelle ultime 6 . Squadre contro le quali, Italiano ne è certo, i suoi ragazzi non ripeteranno quell’inizio choc. Perché il paradosso può valere solo se si verifica una volta. Altrimenti, sarebbe un diabolico perseverare.

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