Juve, Di Gregorio: “Tudor ha toccato le corde giuste a livello emotivo"

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La Juventus ha conquistato il secondo successo nel Mondiale per club, segnando nove gol e subendone solo uno. Risultati positivi che alimentano la fiducia della squadra, come sottolineato dal portiere Michele Di Gregorio. "Siamo qui per onorare al meglio la manifestazione e, siccome siamo la Juventus, anche per vincerla"

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Continua la corsa della Juventus nel Mondiale per club, in attesa della sfida contro il Manchester City. La seconda vittoria contro il Wydad ha aumentato la fiducia della squadra, che ora non nasconde di pensare a vincere la competizione. Michele Di Gregorio, a 'La Gazzetta dello Sport', ha sottolineato la volontà del club di arrivare fino in fondo: "Quando sei alla Juventus l'unico pensiero è vincere sempre. Dopo due vittorie nelle prime due partite del girone penso sia ancora più giusto crederci. Siamo qui per onorare al meglio la manifestazione e, siccome siamo la Juventus, anche per vincerla". Quando viene chiesto al portiere quanto ci sia di Tudor nell'esplosione di una squadra che in tre mesi è passata dal rischio di restare fuori dalla Champions League al sogno Mondiale, lui ha risposto così: "Al di là dei discorsi e degli aspetti tattici, sempre importanti, Tudor è stato bravo soprattutto a toccare le corde giuste della squadra a livello emotivo. Quando è arrivato alla Juventus a fine marzo, noi venivamo da due sconfitte pesanti ed era difficile rialzarsi. Ma lui è riuscito".

"Tudor ci ha chiesto aggressività e intensità"

Per i risultati ottenuti sembra che Tudor abbia trovato la formula giusta. Di Gregorio ha detto: "Ci ha chiesto aggressività, tantissima corsa, intensità ed è quello che ci permette tuttora di stare bene in campo. Siamo una squadra viva e aggressiva, tutti stanno alti e anche il portiere deve coprire più spazi. Tudor mi coinvolge sia nella manovra che a livello caratteriale". Idee chiare e una squadra sempre più unita hanno dato una grande carica e fiducia. Una carica che i bianconeri hanno portato anche negli Stati Uniti, come sottolinea il portiere: "Credo che l'obiettivo del quarto posto fosse il minimo in campionato, ma si era complicato e a quel punto tutto è più difficile. Però siamo riusciti a compattarci come squadra, con idee chiare, nette. E dopo aver conquistato la qualificazione alla Champions siamo venuti in America a giocarci questa competizione importante e bellissima contro le squadre migliori del mondo. È inevitabile avere una carica in più".

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