Fiorentina, ricordi Sanchez? "Ero 'La Roccia', oggi dirigo il San Lorenzo"

Prima immagine, l’Italia. Che ricordi hai? “Penso subito alla gente. La cultura, la cucina, il calcio. Il modo che hanno gli italiani di accogliere le persone e farle sentire a casa. Ho giocato a Firenze per un anno e mezzo: mi sono sentito sempre parte di una famiglia” Cosa ti porti dietro ancora oggi dell’esperienza alla Fiorentina? “Il rispetto dei tifosi, la loro passione: seguono sempre la squadra con amore. Ho ricordi di un gruppo bellissimo formato da grandi calciatori: in mezzo con me c’erano Borja Valero e Milan Badelj, davanti Ilicic, Zarate, Gio Simeone, Bernardeschi. Il calcio italiano ha cambiato il mio stile di gioco: mi ha insegnato l’ordine. Venivo da esperienze in Francia e in Inghilterra, dove si punta più sul fisico che sulla tattica: in Serie A con Paulo Sousa ho imparato davvero a leggere i momenti della partita e ora provo a spiegarlo ai miei ragazzi al San Lorenzo. E poi Firenze è una città magnifica, anche al di là del campo: piace tantissimo a me e alla mia famiglia, ci siamo tornati più volte. Ho molti ricordi positivi dell’Italia” Ora sulla panchina della Fiorentina è tornato Pioli: che ne pensi? “Con lui alla Fiorentina ho lavorato solo sei mesi, nella prima metà della stagione 2017-18: sono andato via a gennaio e non ho avuto molte opportunità di giocare, ma è un allenatore per il quale provo grande rispetto. Dopo la Fiorentina ha vissuto grandi anni al Milan, ha vinto uno Scudetto e ora è tornato da una buona esperienza in Arabia. Anche se non sono stato per tanto tempo sotto la sua guida nutro profondo rispetto per la sua carriera” A proposito di vecchie conoscenze, anche il tuo ex compagno Bernardeschi è tornato in Italia: cosa può dare al Bologna? “Fede è un mito. ‘Il modello’. Lo chiamavo e lo chiamo ancora così: è sempre stato fissato con il fashion. Quando giocavamo insieme aveva ventidue anni, vestiti ed estetica erano già il suo pane oltre al calcio. Con lui si rideva tanto: un giorno è arrivato in spogliatoio e aveva addosso un profumo molto intenso che non avevo mai sentito prima. Gli ho chiesto: ‘Fede, che fragranza è?’. Mi ha risposto: ‘Questo? È Bernardeschi, esclusivo. Solo io posso usarlo’. Insomma, un grande. Un amico e un top player: in campo aveva una forza pazzesca nelle gambe: calciava da freddo e la metteva all’incrocio a cento all’ora, come contro il Gladbach in Europa League. L’ho sentito qualche giorno fa per augurargli buona fortuna per il ritorno in Serie A: con il Bologna può fare bene, ha ancora il livello per essere protagonista” Tra chi vuole continuare a fare bene in Serie A c’è anche Juan Cuadrado, tuo compagno di una vita con la Colombia. Ha scelto il Pisa: che ne pensi? “Juan è come un fratello per me: eravamo compagni di stanza prima ancora di diventare calciatori professionisti. Abbiamo parlato pochi giorni fa e come battuta gli chiesto perché avesse preferito il Pisa al mio San Lorenzo. Mi ha risposto che l’Italia è casa sua e che sente la Serie A come una zona di comfort dove sa di poter dare ancora tanto. Ha alle spalle una carriera incredibile, vissuta sempre a livelli altissimi. Fiorentina, Chelsea, Juve, Inter, Atalanta. Ora ha scelto una squadra più piccola dove sarà leader. Ha l’ambizione di tornare in Nazionale a trentasette anni: è fuori dalle convocazioni dal 2023 ma vuole andare al Mondiale con la Colombia, farà di tutto per esserci. Quindi la decisione di andare al Pisa per giocare ancora con continuità in un grande campionato. Porterà alla squadra esperienza e qualità: ha finito la stagione giocando spesso con l’Atalanta, è ancora in ottima forma” Tu invece a trentanove anni hai sostituito il campo con la scrivania: che effetto fa? “Essere direttore sportivo di una squadra come il San Lorenzo porta grandi responsabilità. Quando sei calciatore ti concentri sul campo e i problemi – almeno per novanta minuti – spariscono. Da direttore è diverso: hai mille pensieri e mille cose da fare. La rosa, lo staff, il personale, il calciomercato: devi seguire tutto. Il San Lorenzo è una delle squadre più importanti del calcio argentino, i tifosi si aspettano tanto. Ma voglio fare bene: porterò avanti questo percorso in futuro”

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Luca Bendoni