Corrado: "Non sarà facile battere il mio Pisa. Come salvarsi? Gestendo le emozioni"

Quella con la Roma sarà una partita molto attesa, perché ci sarà il debutto all'Arena Garibaldi in Serie A dopo 34 anni. Facendo un passo indietro, si aspettava un esordio di personalità come quello di domenica scorsa a Bergamo? "Per la verità, il presidente di una squadra di calcio se lo aspetta sempre. L'avevo detto anche prima della partita: avremmo dovuto imprigionare le nostre emozioni e liberare invece le qualità che abbiamo, come l'atletismo, la fisicità e anche un po' di piedi buoni, perché alcuni giocatori hanno anche quelli. È chiaro che noi avremmo dovuto mettere in campo questi valori, e approfittare di quello che poteva succedere durante la partita. Lo abbiamo fatto. Nel primo tempo forse potevamo avere addirittura un vantaggio più rotondo, siamo stati poco cinici. Poi effettivamente la prima mezz'ora dell'Atalanta ha dimostrato tutto quello che è il loro valore: il fatto di essere andati in vantaggio su un campo così difficile, impressionante sia per pubblico sia per impianto, e di essere usciti da Bergamo con un punto è una gran cosa". Sarà più difficile imprigionare le emozioni sabato davanti al vostro pubblico? "Lo sarà. Ma lo dovremo fare. Perché la Roma ha un allenatore che ha dato tantissimo all'Atalanta. Io l'ho detto, per me l'Atalanta è stata una delle squadre più importanti in Europa negli ultimi anni: esordire a Bergamo ci ha fatto capire che abbiamo fatto tanto, perché arrivare a giocare in un campo del genere, contro una squadra che un anno fa ha vinto l'Europa League e che ha dominato anche Europa, è un traguardo importante. Gasperini ha trasferito le sue qualità, le sue metodologie e il suo temperamento a Roma. Contro il Bologna hanno fatto vedere di essere una squadra che aggredisce. Noi abbiamo la fisicità per provare a rispondere. E poi abbiamo il nostro pubblico: l'Arena Garibaldi non è mai un campo facile per nessuno". Una buona parte dei tifosi che riempiranno lo stadio sabato nel 1991, quando il Pisa si congedò dalla Serie A, non era ancora nato. "Purtroppo no. Pisa è una città che vive di calcio, che è appassionata, che in termini di dedizione alla squadra ha dato tanto in questi anni. Anche la scorsa stagione siamo stati i leader per tifosi in trasferta, pur giocando in un campionato con piazze come Palermo, Genova e Bari. Avremo il vantaggio di avere questo pubblico però ci sarà anche tanta emozione. Dobbiamo assolutamente imprigionarla e giocare liberi, perché scendere in campo contro la Roma, dopo tanti anni che manchiamo dalla Serie A, nel nostro stadio che nel bene o nel male si presenta in una maniera elegante, sarà tanta roba". Sono gli ultimi giorni del mercato, i più febbrili. Quali innesti ci potrebbero essere da qui a lunedì? Si parla tanto in queste ultime ore di Albiol. "Per noi la prima o l'ultima settimana di mercato non sono diverse. Non siamo una società, e lo abbiamo dimostrato in questi anni, che improvvisa. Siamo una società che programma. Nei primi 10 giorni di mercato abbiamo inserito l'ossatura di quella che speriamo sarà la squadra dei prossimi anni. Poi abbiamo continuato a lavorare sulle progettualità, alcuni si stanno materializzando solo adesso. Credo che le cose improvvisate e i saldi dell'ultima ora non ci riguardino mai. Ci sono trattative che sono più lunghe, quello sì. Ma avevamo detto fin dall'inizio che, puntando su una squadra giovane, l'obiettivo era creare valore per la società che potesse durare nel tempo. In quest'ottica giocatori del 2004, 2005 e 2006 erano i nostri riferimenti. Giocando in Serie A per la prima volta hanno bisogno di tutor. Uno l'abbiamo già portato dentro: Cuadrado. Il secondo è N'Zola. Anche Aebischer era un obiettivo della prima ora. Albiol è un giocatore che potrebbe farci da chioccia per un reparto difensivo giovanissimo, che però ha già dimostrato di sapere stare in campo. Vedremo se riusciremo a convincerlo". Ora state assaporando queste prime giornate di Serie A. L'orgoglio maggiore però è ripensare a qualche anno fa, quando avevate preso un Pisa che stava fallendo? "Me l'hanno chiesto anche prima della partita contro l'Atalanta. Dopo aver cavalcato tanti campi polverosi nella prima stagione, dove giocavamo comunque sempre in casa perché c'erano solo tifosi del Pisa, oggi trovarci qui al cospetto di una Serie A che diventa sempre più importante e competitiva è un privilegio e un grande traguardo. Sappiamo che dovremo fare un campionato guardando alle altre squadre del nostro livello, sperando di dimostrarci al livello alla loro altezza e magari di riuscire a superarle".

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Massimiliano Nebuloni