Lazio-Juventus, Tudor: "Esonero? Non penso a me stesso, dopo Madrid sensazioni positive"
L'allenatore bianconero alla viglia del match con la Lazio: "Yildiz il nostro giocatore più importante, ma i paragoni con Del Piero sono delicati. Paura dell'esonero? Penso zero a me stesso e tutto sulla squadra". Tema attacco: "Forse proveremo a mettere più giocatori offensivi in campo"
Termina qui la conferenza di Tudor: riascolta qui le sue parole.
Cosa rende Kelly e Kalulu così insostituibili?
"Le prestazioni. Se uno fa bene gioca sempre".
Orgoglio e rabbia, sono questi gli aspetti mentali da portarsi dietro?
"Direi di sì, dobbiamo tutti provare a dare qualcosa di più".
Zhegrova è un po' sparito dai radar… Come sta?
"Bella domanda. Arriva da un anno senza giocare. È tornato dalla nazionale e si è rifermato dopo un allenamento pesante. Appena sente un po' tirare si ferma, sicuramente ha qualità nel piede e può darci brillantezza. Al momento impossibile che giochi tutta la partita".
Nella sua Juve c'è qualcuno che sta dando segnali di leadership? E c'è una critica che le sta dando fastidio?
"Critiche? Non saprei. Leader? Locateli ha personalità e c'è sempre. Perin c'è sempre anche lui. Thuram in futuro può diventarlo. Yildiz lo è per modi di fare, impegno e qualità. Vlahovic ha personalità e peso, anche David è uno giusto che fa le cose per bene. In realtà ognuno deve tirar fuori qualcosa. Tornando al tema generazione: ognuno fa il confronto tra la propria e quelle più giovani. In generale, vedo un mondo sempre con meno empatia e più egoismo".
Al Marsiglia giocava in maniera più spregiudicata, come mai alla Juve no?
"Un allenatore deve adattarsi alle sue squadre".
Post Madrid ha detto che siete un po' indietro sul tema dei leader… Può essere una questione generazionale?
"E' vero, ormai è chiaro a tutti che è una questione generazionale; la personalità che avevamo noi della mia generazione era totalmente diversa. Quando trovi un giocatore guardi prima alle sue qualità, poi se ti porta anche personalità, quella vera, allora è come trovare oro. In queste nuove generazioni è una cosa un po' più rara. A volte questo aspetto puoi migliorarlo, altre no".
Viste le difficoltà degli attaccanti, non crede uno di loro debba giocare con continuità?
"David ne ha fatte tre di fila. Forse sì, o magari c'è bisogno di giocare con più giocatori offensivi contemporaneamente, rinunciando un po' alla solidità difensiva. Potrebbe essere una soluzione: sia i due attaccanti, sia Yildiz e Conceição tutti insieme. Vedremo. Serve equilibrio difensivo ma anche equilibrio offensivo".
Quanti campioni mancano alla Juventus secondo lei? E ha paura di essere esonerato?
"Campioni? Ora questa domanda non c'entra con il momento, le analisi si fanno dopo. Esonero? Ripeto e in tutta sincerità: questi pensieri da zero a dieci sono a zero. Me la godo, sono lucido anche nelle difficoltà. Provo sempre a mettermi in bilico da solo, capire cosa fare meglio, che soluzioni trovare, come motivare la squadra. Del futuro mi importa solo domani".
C'è fiducia dalla società? O pressioni?
"Sto benissimo, non penso mai a me e solo alla squadra, come vi dico sempre. La sensazione post Madrid è positiva, anche se abbiamo perso".
Il paragone Yildiz-Del Piero è forzato o no?
"I paragoni sono sempre delicati, Del Piero ha fatto la storia, Yildiz è al suo primo anno da vero protagonista. È importantissimo, probabilmente il più importante della rosa. Gioca sempre. Non è facile, a volte inizi spensierato e poi nel percorso senti il peso, l'attenzione delle avversarie, i tanti minuti che giochi. Fa tutto parte del percorso".
David ha giocato, ma gli altri nuovi sono stati impegnati poco. Perché?
"Non c'è nessun problema particolare, l'allenatore deve valutare in base a tante cose. Serve sempre un po' di adattamento, non solo al campionato ma anche a livello di squadra. Si impegnano e danno il meglio".
Come sta la squadra?
"La squadra è motivata e vogliosa di far bene, ci siamo preparati con due allenamenti".
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