Look(man) who is back: cosa succede ora con l'Atalanta

I pareggi si contano - 7 in 9 giornate sono davvero tanti - ma certe volte si pesano, e quello contro il Milan è il più pesante di tutti: per la qualità del gioco espresso, l’atteggiamento sempre propositivo, la compattezza di squadra, il valore dell’avversario. E last but not least - come dicono gli inglesi - il ritorno al gol di Ademola Lookman. Una rete che ha un valore simbolico enorme. Non è servita per vincere, come l’anno scorso, ma può rilanciare l’Atalanta, che nel mese di ottobre ha collezionato soltanto pareggi ma che giocando così scalerà presto la classifica. Dunque Lookman è tornato: 169 giorni dopo l'ultima rete alla Roma. Era il 12 maggio e in mezzo è successo di tutto. Il gran gol con cui ha battuto Maignan è un condensato di sentimenti contrapposti: la gioia di aver ritrovato la cosa più preziosa, inclusi l’abbraccio dei compagni e l’affetto del popolo bergamasco; e la rabbia con cui si è liberato di un peso che lo stava zavorrando. Nonostante un’infinità di dribbling, finte e tiri che avevano lastricato le sue prime cinque partite - dal rilancio con il Bruges in poi è sempre partito titolare - Ademola sembrava appesantito dalla responsabilità di non riuscire più a essere decisivo come prima. Tutto quello che fino a maggio gli riusciva con naturalezza, sbatteva ora contro un difensore, s’infrangeva in un rimpallo, saltava su una zolla beffarda. Come se il caso di mercato che ha infiammato l’estate bergamasca ne avesse offuscato i superpoteri. La condizione non poteva essere ottimale, ma pure quella la sta ritrovando giorno dopo giorno, allenandosi come un matto, per ricucire il rapporto con i compagni e con tutto l’ambiente, e ripagare Juric, che con lui ha avuto una pazienza infinita, sapendo che un’Atalanta competitiva ai massimi livelli non può prescindere da Lookman. PROVE DI DECOLLO Se si eccettua la batosta di Parigi, nelle 11 partite disputate finora tra serie A e Champions League, l’Atalanta non ha mai subìto più di un gol, e quando è andata sotto come contro il Milan - era già successo con Pisa, Bruges e Cremonese - ha sempre reagito e rimontato, a conferma di un carattere non comune. Puntellata con efficacia la fase difensiva, adesso Juric pretende più cinismo davanti. E la ritrovata vena di Lookman sarà una spinta non indifferente, per se stesso e gli altri attaccanti. In primis Scamacca, che frigge dalla voglia di giocare, e Krstovic, bisognoso di sbloccarsi mentalmente. Poche squadre vantano un reparto offensivo variegato come quello bergamasco, che a seconda dell’avversario e dello stato di forma può scegliere la formula migliore. Di sicuro se la squadra avesse concretizzato solo la metà delle palle gol sfornate in questo primo tratto di campionato, forse non sarebbe in testa ma sicuramente molto vicina alle prime della classe. I risultati non rispecchiano il processo di crescita del nuovo corso, ma la sensazione è che manchi davvero poco. La strada tracciata da Juric, finalmente, sembra quella giusta.

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Massimiliano Nebuloni