Spalletti alla Juve è l'uomo giusto, ma potrebbe non bastare

Ok, la scelta è giusta. Spalletti possiede tutte le qualità necessarie per essere un allenatore da Juventus: ha esperienza, anche internazionale, è carismatico, non si è mai cristallizzato su un’unica idea di calcio, ha sempre dimostrato di sapersi evolvere, è capace di entrare nella testa dei giocatori, soprattutto se ha la possibilità di lavorarci quotidianamente, ha una mentalità vincente e la sa mettere in pratica, nel senso che in carriera ha già vinto molto. Fra gli allenatori italiani disponibili era, con Roberto Mancini, sicuramente la migliore opzione possibile. Il problema è che quella della Juventus è una crisi strutturale, non congiunturale. Neppure il più bravo allenatore del mondo, ammesso che ne esista uno solo, sarebbe in grado di trovarvi una soluzione immediata. Del resto, dal giorno dell’ultimo scudetto, vinto con Maurizio Sarri nel 2020, di tecnici più o meno bravi sulla panchina bianconera se ne sono seduti sei negli ultimi cinque anni, addirittura tre negli ultimi 16 mesi. Ma il rendimento della squadra non è mai cambiato in modo significativo: al netto della penalizzazione, sempre al quarto, massimo terzo posto in Serie A, una settantina di punti a stagione e una serie di delusioni più o meno cocenti in Europa. Il tutto senza riuscire a riportare in ordine i conti del club, dissestati nella fase finale della gestione di Andrea Agnelli prima dall’operazione Cristiano Ronaldo e poi dal Covid e dal tentativo di mettere delle toppe finanziarie o contabili random, talvolta oltre i confini della regolarità. Troppe le scelte sbagliate sia da parte della proprietà, sia da parte dei dirigenti che si sono via via succeduti. Basti pensare che negli ultimi otto anni, dall’arrivo di CR7 a oggi, la Juventus ha bruciato la bellezza di un miliardo di euro: per la precisione, ha accumulato deficit per 999 milioni, otto bilanci chiusi in pesante passivo uno dietro l’altro. Tutte perdite correttamente ripianate dalla proprietà, e dai soci di minoranza, che nello stesso periodo hanno provveduto a ricapitalizzare il club per una cifra complessiva, calcolando anche l’aumento già deliberato per il 2026, di un miliardo e 10 milioni di euro. Questo per dire che, anche in questi ultimi tempi di prevedibili ristrettezze, in realtà sono stata messe a disposizione della società risorse ingenti, evidentemente però male impiegate, a giudicare dai risultati ottenuti sul campo e dalle preoccupazioni non ancora svanite sull’equilibrio economico-finanziario presente e futuro del club, che ancora dovrà fronteggiare un nuovo procedimento aperto dall’Uefa per verificare il rispetto delle norme europee del Financial Fair Play. Certo, nessuno si aspettava che dopo gli utimi investimenti sul mercato, la Juventus si trovasse addirittura al settimo posto in classifica, in zona eliminazione in Champions, senza successi nelle ultime otto partite e senza gol all’attivo nelle ultime quattro, prima del 3-1 contro l'Udinese. E’ questo che ha reso indifendibile Tudor, oltre agli screzi prima malcelati e poi via via sempre più espliciti con il plenipotenziario e prossimo amministratore delegato Comolli. E d’altra parte non è la prima volta che va a finire così, quando si decide di confermare un allenatore nel quale non si ha piena fiducia. Tutti sanno come alla fine della scorsa stagione la Juventus abbia sondato le prime scelte Conte e Gasperini e come, soltanto in conseguenza di quei mancati accordi e pressata dal via del campionato mondiale per club, abbia deciso, quasi obtorto collo, di confermare Tudor, inizialmente scelto soltanto come traghettatore. Per Spalletti non dovrebbe certo essere un problema risalire dalla settima posizione e forse neppure raggiungere l’obiettivo di un piazzamento che consenta la partecipazione alla prossima Champions e che gli varrebbe la riconferma . Se però l’idea è quella di ricostruire rapidamente, grazie a Spalletti, una Juventus subito competitiva ai più alti livelli e di conseguenza vincente, allora la sensazione è che non sarà tanto facile. Quali sono i giocatori su cui puntare oggi e domani, quelli che possono consentire al nuovo allenatore il salto di qualità necessario? Al momento forse soltanto due: Yildiz, che la Juve ha saputo scovare e crescere praticamente a costo zero, e Bremer, quando e se ritroverà la piena efficienza fisica. E’ abbastanza incredibile, ma vero, che nessuno dei nuovi acquisti delle ultime due stagioni, mercato estate-inverno 2024-25 griffato Giuntoli e mercato estate 2025 griffato Comolli, offra al momento garanzie per il futuro. Nonostante per le loro acquisizioni siano stati spesi nientemeno che più di 330 milioni malcontati. Koopmeiners , dopo una stagione decisamente no, continua a balbettare. Nico Gonzalez e Douglas Luiz sono già stati salutati. Conceicao si accende a intermittenza. Thuram con Tudor entrava e usciva di squadra. Kelly ce la mette tutta ma non sembra all’altezza delle ambizioni di una grande. Kalulu alterna buone prestazioni ad errori grossolani. Cabal è sempre fermo ai box. E poi i nuovi. Openda è ancora un oggetto misterioso. David sembra il fratello brocco dell’attaccante che ha sempre segnato gol a grappoli. Joao Mario fa rimpiangere Alberto Costa. Zhegrova non giocava da mesi e continua a non giocare. Per non parlare delle frettolose cessioni degli ultimi anni: Soulé e soprattutto Huijsen le più recenti e più dolorose. Ecco perché Spalletti, il solo Spalletti, aiuterà, e molto, ma potrebbe non bastare. Vanno corretti errori su errori se la Juventus vuole tornare a essere Juventus. E ci vorrà ancora abbastanza tempo, visto il fallimento delle ultime rivoluzioni, compresa quella tentata con Thiago Motta, che pure sembrava la più sensata. Ma con Spalletti tutto potrebbe essere meno complicato. A partire dalla necessità di rialimentare un po’ di entusiasmo nel popolo juventino. Qualcuno teme che la storia professionale del nuovo allenatore - addirittura si è parlato del suo tatuaggio che riproduce lo scudetto vinto con il Napoli - possa alimentare un certo scetticismo in alcune frange della tifoseria. Ma, con il suo lavoro e con i risultati che porterà, Spalletti riuscirà sicuramente a rompere il ghiaccio. Altrimenti, il ghiaccio si scioglierà…

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Spalletti alla Juve è l'uomo giusto, ma potrebbe non bastare

Gianfranco Teotino