La metamorfosi della Roma è completata: ora è a tutti gli effetti una squadra di Gasperini

Eccola la Roma di Gasp, la metamorfosi è compiuta. La vittoria con l’Udinese, ma anche la grande prima mezz’ora nella sconfitta con il Milan della settimana passata, hanno mostrato la vera faccia dei giallorossi: se Gasperini nelle prime settimane di campionato con intelligenza ha sfruttato la scia del lavoro di Ranieri, adesso ha in mano una Roma a sua immagine e somiglianza. Guardate il secondo gol contro l’Udinese, è stato un saggio di cosa Gasp chiede in attacco a una sua squadra: cambi di gioco, fluidità nella circolazione, triangoli, con l’esterno di fascia che si butta dentro mentre il braccetto di difesa attacca la corsia in profondità. Una meraviglia. Otto vittorie in undici giornate, come la Roma di Eusebio Di Francesco nel 2017, meglio solo la Roma di Rudi Garcia nel 2013 , il primato condiviso con l’Inter è il premio per il percorso fatto sinora. Nonostante risorse offensive limitate la squadra non ha mai perso fiducia nel piano dell’allenatore piemontese. Senza Dybala, Bailey, Ferguson, con l’infortunio di Dovbyk Gasp ha ritrovato un grande Lorenzo Pellegrini e inventato Baldanzi falso centravanti, brillante e poco leggibile per la difesa avversaria nella ripresa. Piano piano Gasp sta vincendo tutte le sfide. Prendiamo la difesa, la meno battuta d’Europa, cinque gol subiti in undici partite. Svilar para tutto, i difensori non solo marcano con attenzione e aggressività, ora è chiaro perché Gasperini ha cambiato la posizione di Gianluca Mancini, da perno dei tre a braccetto con licenza di affondare, contro l’Udinese è stato decisivo in attacco con il cross che ha generato il rigore e l’assist per Celik. Sugli esterni la Roma inizia a volare: non c’è la fisicità dei tempi dell’Atalanta, ma Wesley a sinistra si sta adattando bene e la crescita di Celik è impetuosa, difende e riempie l’area, contro l’Udinese ha sfiorato e poi trovato il primo gol in Serie A. Se nell’Atalanta una delle chiavi del successo consisteva nella coppia De Roon-Ederson, Gasperini ha trovato subito la base solida su cui costruire il suo impianto. Bryan Cristante e Manu Kone non hanno ancora sbagliato una partita, difendono e attaccano, guidano il pressing e dettano i ritmi. Fondamentale per la stagione giallorossa gestirli anche fisicamente visto che non escono praticamente mai. Dove Gasperini si conferma un allenatore di livello assoluto è nel rigenerare giocatori scarichi. È grazie al suo lavoro, anche psicologico, se Pellegrini è tornato ad avere una centralità in questa squadra. I fischi si sono trasformati in applausi e quella contro l’Udinese è stata la miglior partita da tempo del numero 7 giallorosso. Ora la domanda che tutti si fanno è se durerà questa Roma e se sognare di lottare per il titolo è un azzardo. La risposta potrebbe arrivare nel mercato di gennaio: Gasperini ha bisogno di rinforzi in attacco e forse di un altro esterno per migliorare le rotazioni. A giocare contro il sogno scudetto c’è forse lo stress fisico a cui questa squadra sarà sottoposta per reggere il doppio impegno campionato-Europa League, situazione che Gasperini ha però già dimostrato di saper gestire nella stagione in cui ha vinto l’Europa League a Bergamo. La notizia è che la metamorfosi è completata, ora la Roma è a tutti gli effetti la Roma di Gasperini e, come abbiamo imparato, con il Gasp tutto è possibile…

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Federico Zancan