L'Inter ora deve scacciare la frustrazione: come ripartire dopo il derby

Un patto col diavolo. Forse è andata veramente così. Erano le 22:43 del 22 aprile 2024. Inspiegabilmente per il periodo c’era un clima rigido, pioggia e freddo. Tutto tranne che primavera. L’Inter sognava il derby della storia con vittoria e scudetto nello stesso momento: un evento epocale e mai verificatosi. Per incastrare tutto alla perfezione però serviva un’altra sfida da superare contro il Milan e proseguire la striscia di 5 derby conquistati consecutivamente. Lì per lì ai tifosi sembrava quasi di chiedere troppo visto che per il tricolore era solo una questione di tempo e aritmetica. Non fosse arrivato lì, si sarebbe dovuto attendere una settimana, ma ormai era in pugno. Per queste ragioni e per la pioggia battente forse qualcuno lo ha pensato: per vincerlo così, con 6 derby consecutivi e scudetto in bacheca, sarei disposto a perderne altrettanti in futuro, a non vincere più per un bel po’. Fantasia e misteri, ma alla fine è successo davvero: lo scudetto nel derby e poi l’inizio della maledizione. Adesso, 1 anno e mezzo dopo, ci troviamo a dover analizzare 6 derby in cui l’Inter non è più riuscita a ottenere i tre punti. Tante partite simili con i nerazzurri in controllo del gioco e il Milan che vince di astuzia, di bravura e anche con un pizzico di diabolica fortuna. E allora forse ieri a qualcuno il pensiero è venuto dopo i 2 pali, il rigore sbagliato, le parate di Maignan e la partita persa con un solo tiro subito. Sarà un caso ma dopo aver toccato il cielo con un dito, dopo aver chiesto al destino quello sforzo con tutti i pianeti e gli astri allineati e una mezza tempesta ad aprile, il diavolo ha servito il conto: dopo i 6 derby vinti ecco i 6 non vinti, con 4 sconfitte e due pareggi. Saelemaekers in conferenza l’ha spiegato molto bene: “I derby non si giocano ma si vincono”. Ironia a parte, l’Inter si porta a casa la quarta sconfitta stagionale, la terza negli scontri diretti, e l’ennesima valigia di frustrazione per non aver saputo concretizzare le occasioni avute. Come un pugile che fa di tutto, colpisce l’avversario a ripetizione, ma al primo pugno subito va ko. Esiste una ragione dietro a questo ennesimo dejà vu? Chivu lo ha spiegato in conferenza stampa: “Dobbiamo migliorare nella percezione del pericolo, spendere qualche fallo e qualche cartellino giallo in più”. Tradotto: va bene avere un bel gioco, dominare e creare occasioni ma poi bisogna anche avere un pochino di astuzia in più, la concretezza che serve per vincere questo tipo di partite. Come a Torino con la Juve quando, a pochi minuti dalla fine, l’Inter si fece raggiungere e superare dopo un ottimo match. Anche questa volta dal punto di vista della prestazione poco si può dire ai ragazzi di Chivu. Sarebbe più facile davanti a una gara negativa. Qui invece tra tiri, tiri in porta, expected goals, possesso palla e corner battuti si trovano solo numeri a favore dei nerazzurri. Eppure la difesa è caduta ancora. 13 gol subiti, è la nona in campionato. Troppi come troppe sono le 4 sconfitte su 12 partite. Sommer non è stato impeccabile sulla conclusione di Saelemaekers e questa è una questione che ritorna. Per il presente ma soprattutto per il futuro visto che lo svizzero sta per compiere 37 anni. È sbagliato però, ha precisato Chivu, puntare il dito sul singolo. Vero, ma la questione va affrontata così come il problema sulla fascia destra. Dumfries non ci sarà nemmeno con l’Atletico Madrid e poi con il Pisa. Sempre per questo misterioso problema alla caviglia che gli dà dolore. L’Inter vorrebbe recuperarlo tra Como, il 7 dicembre, e Genoa, il 14, ma conoscendo la filosofia dell’allenatore sugli infortunati, si rischia di arrivare più avanti, in prossimità della Supercoppa. Problema a destra. Carlos Augusto ha fatto quel che poteva in un ruolo non suo. Impossibile chiedergli di più. Il quesito riguarda semmai Luis Henrique. Dove è finito? Chivu gli ha preferito un mancino adattato, poi ha fatto entrare Diouf . In un match in cui sia Dumfries che Darmian erano indisponibili. Il discorso però non è semplice. Il brasiliano è stato acquistato dall’Olympique Marsiglia per una cifra vicina ai 25 milioni di euro. Perché quella fretta a fine maggio e perché acquistarlo a quella cifra? Perché Dumfries aveva una clausola che spaventava e poteva andare via. Quindi l’Inter ha accelerato e scommesso su un giocatore che però non pare essersi integrato. Non prova mai la giocata. Sembra intimidito. È chiaro che ha bisogno di tempo ma ad Appiano invece necessitano di risposte immediate. Per cui attenzione a quel che potrà succedere da qui a fine dicembre ma soprattutto nel mercato di gennaio. La Roma ci ha fatto un pensierino mentre i dirigenti nerazzurri studiano eventuali soluzioni e sondano il panorama degli esterni di destra. Piace Norton-Cuffy del Genoa su cui però c’è tanta concorrenza e l’Inter dovrebbe comunque prima liberare spazio. Champions. Ora non c’è neanche il tempo di analizzare il derby che già arriva la Champions. Bene per Lautaro e compagni che vorranno rifarsi immediatamente. Contro l’Atletico Madrid ci sarà la possibilità di indirizzare pesantemente la corsa verso gli ottavi ma anche ritrovare l’umore giusto dopo la batosta emotiva del derby. Una frustrazione così può lasciare il segno, ha ammonito Chivu, e per questo la cosa migliore è scrollarsi subito le vibrazioni negative e cancellare dalla mente ciò che è accaduto. In più che non guasta i tifosi dovrebbero sperare che il destino torni benevolo e che quel debito col diavolo per la seconda stella sia stato definitivamente saldato.

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Matteo Barzaghi