Conceiçao, prima settimana al Milan: dall'annuncio alla vittoria in Supercoppa

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Introduzione

La settimana perfetta: dal momento dell’annuncio di Sergio Conceiçao come nuovo allenatore del Milan a quello in cui solleva la Supercoppa italiana sono passati sette giorni. In cui forse non ha cambiato il Milan (almeno come lui vorrebbe) ma di sicuro gli ha restituito fiducia e trasferito carattere. E regalato un trofeo. Riuscite a immaginare una settimana migliore? Giorno per giorno, dal “diario” di Sergio Conceiçao.

I RETROSCENA DEGLI 8 FOLLI GIORNI DI CONCEICAO

Quello che devi sapere

30 dicembre 2024: l’annuncio ufficiale

“Sergio Conceiçao è il nuovo allenatore del Milan”. L’annuncio ufficiale arriva il giorno dopo il pareggio del Milan contro la Roma che costa la panchina a Fonseca, esonerato dopo la conferenza stampa post partita. “L'allenatore portoghese si unisce al Club rossonero fino al 30 giugno 2026”, dice il comunicato del Milan, che “rivolge un caloroso benvenuto a Sergio e al suo staff, augurando un'esperienza ricca di successi”. Ancora nessuno può immaginare che il primo arriverà tra pochi giorni…

30 dicembre 2024: l’annuncio ufficiale

31 dicembre 2024: il primo allenamento, le prime parole

Conceiçao non perde tempo: d’altra parte il calendario del Milan prevede già una partita dopo tre giorni, e che partita: da dentro o fuori, contro la Juventus, nella semifinale di Supercoppa italiana. Non è pensabile che in poche ore si possano trasferire dettami tattici precisi e men che meno una nuova identità alla squadra, ma il caro vecchio discorso “emozionale” – unito allo “choc” del cambio di allenatore – può fare breccia nei giocatori. Conceiçao punta soprattutto su quello. Poi è già ora di presentarsi anche alla stampa: "La pressione deve darci carica e non paura". Sull'impostazione tattica: "Andrò avanti per la mia strada da subito. Il calcio è semplice, c'è una porta in cui bisogna segnare e vincere"

31 dicembre 2024: il primo allenamento, le prime parole

1° gennaio: Conceiçao disegna il suo primo Milan

Conceiçao inizia a pensare al suo primo Milan. Nessuno stravolgimento, ma un paio di decisioni importanti sì. Fiducia a Tomori (bloccata di conseguenza la sua possibile cessione alla Juventus nel mercato di gennaio), che tornerà dal 1’ al centro della difesa: a farne le spese è Gabbia, che va in panchina. E fiducia a Bennacer, da poco rientrato da un lungo infortunio e subito schierato nel cuore del centrocampo. Gli manca Leao, non al meglio: è pronto Jimenez sulla trequarti, dove viene avanzato anche Reijnders. Si riparte dal 4-2-3-1 a cui sono abituati i giocatori, ma con l’idea di cambiare le cose

1° gennaio: Conceiçao disegna il suo primo Milan

2 gennaio: la conferenza prima della Juve

"Abbiamo avuto poco tempo per lavorare, ma siamo stati incisivi per trasmettere cosa serve", spiega alla stampa alla vigilia della semifinale di Supercoppa contro la Juventus. "Ho trovato una squadra umile e che vuole imparare. Dobbiamo affrontare la Juventus a testa alta. Ovvio che avrei voluto più tempo a disposizione per lavorare con i calciatori, ma non devono esserci scuse. Abbiamo ancora due allenamenti prima della partita". Il destino, per la sua prima sulla panchina del Milan, gli riserva anche lo scontro in famiglia con il figlio Francisco: “A casa sono un padre, ma domani mio figlio sarà un mio avversario. Lo voglio battere come mi vuole battere lui. Spero di non farlo felice".

2 gennaio: la conferenza prima della Juve

3 gennaio: la vittoria in rimonta contro la Juve. "Non voglio amici"

Sulla panchina del Milan da 4 giorni, Conceiçao parte con una vittoria contro la Juventus. Mica male. Sotto 1-0 dopo il primo tempo, all’intervallo si fa sentire nello spogliatoio, poi sistema la squadra con i cambi e la vince in rimonta in 4’ grazie a un rigore e a un autogol (fatali due errori della Juventus). "Dopo i primi 45', all'intervallo, di sicuro non ho dato baci ai giocatori, anzi, mi sono arrabbiato perché non avevamo fatto le cose che avevamo preparato. Sono un buon gruppo e di qualità, a volte manca un po' di quella buona cattiveria per arrivare a qualcosa di più. Ai giocatori ogni tanto serve anche qualche botta: io non sono molto simpatico, non mi piace dare abbracci, sono più le volte che mi arrabbio che il contrario. Li ringrazio perché hanno accettato un allenatore che non sorride tanto e questo mi fa piacere: io sono qui non per farmi amici ma per vincere".

3 gennaio: la vittoria in rimonta contro la Juve. "Non voglio amici"

4 gennaio: gli elogi del giorno dopo

Il giorno dopo è quello in cui giustamente si esalta Conceiçao. Tatticamente non ha ancora cambiato il Milan a sua immagine e somiglianza (anche se nel secondo tempo contro la Juventus si è visto il doppio centravanti, ipotesi che non ha escluso), ma a livello di mentalità il salto è apparso evidente. Ma l'allenatore del Milan ha anche un cuore. Negli occhi di tutti anche le immagini dell’abbraccio con il figlio (che alla fine non ha giocato, fermato da un infortunio muscolare proprio nel riscaldamento e costretto a rinunciare, in lacrime). Intanto, in vista della finale contro l'Inter, si spera di recuperare Leao...

4 gennaio: gli elogi del giorno dopo

5 gennaio: la vigilia della finale

Giorno di vigilia, Conceiçao è alla sua terza conferenza stampa (in 6 giorni): “Alla base deve esserci l'ambizione e la fame di vincere”, la sua ricetta per battere l’Inter. “A volte in mezzo alle difficoltà nascono delle belle cose". E su Leao: "Valuteremo, sicuramente non ha i 90 minuti"

6 gennaio: la vittoria in rimonta sull’Inter e il rito del sigaro

Conceiçao l’ha rifatto: ancora una vittoria in rimonta, ancora più clamorosa, da 0-2 a 3-2 con il merito di restare sempre in partita, resistere agli assalti dell’Inter e piazzare la zampata decisiva nel recupero. Sulla panchina del Milan da 7 giorni, ha già messo in bacheca un trofeo, vincendo due partite su due, contro Juventus e Inter. Come diventare in poche ore l'idolo della tifoseria rossonera...  Dopo la vittoria, festa sfrenata nello spogliatoio con quello che è il suo "rito" dai tempi del Porto: sigaro e balletto accanto alla coppa

6 gennaio: la vittoria in rimonta sull’Inter e il rito del sigaro