Inter campione d'Italia, la storia del coro scudetto: "E per la gente che..."
STELLARELa 'ballata' della Curva Nord che aveva accompagnato i nerazzurri nella cavalcata europea della scorsa stagione è stata la formula magica della seconda stella, propiziando in più occasioni il gol della squadra di Inzaghi al grido: "Internazionale devi vincere!"
Nell'anno del Triplete, la formula magica era l'invocazione al Principe: "Ed è la Nord che te lo chiede, Diego Milito facci un gol". Le vibrazioni di quella preghiera collettiva, il riverbero del suono che rimbalzava da un anello all'altro di San Siro per arrivare al cuore e alla pancia dei giocatori di Mourinho scatenava una tale scarica energetica nell'aria che qualcosa di fantastico, puntualmente, accadeva (specialmente nel mese di maggio, quando l'interazione gravitazionale, l'attrazione tra un qualsiasi pallone toccato dall'attaccante argentino e la porta raggiunsero la loro massima complicità: l'estasi). La scorsa stagione, un fenomeno newtoniamente simile illuminò il cammino europeo dei ragazzi di Simone Inzaghi, crescendo d'intensità all'Estádio da Luz di Lisbona, che contiene già di per sé una componente mistica (non per niente viene soprannominato "A Catedral"): all'alzarsi del nuovo canto corale del popolo nerazzurro, l'Inter ricambiò in campo con una dolce meraviglia dei Babà Brothers, Bastoni e Barella. Un coro che fa così: "E per la gente che/Ama soltanto te/Per tutti quei chilometri che ho fatto per te/Internazionale devi vincere!".
La danza del gol
Il rito 'pagano' accompagnò la crociata di Lautaro e degli altri cavalieri che volevamo fare l'impresa come un mantra, fino a Istanbul: ma all'Ataturk le 'good vibes' della ballata e la sua cornice scenografica irradiata dalle torce dei telefonini sembrò a corto di batteria. Rodri aveva spezzato per sempre l'incantesimo? Neanche per sogno! A settembre l'Inter riparte più carica che mai, raccogliendo i frutti della canzoncina propiziatoria già a ottobre, al 'Meazza' con il Bologna: la danza del gol era partita da una decina di secondi quando Acerbi prima e un minuto più tardi Martinez rinsaldano la natura elettromagnetica del rituale. Che si rivela anche più potente del 2023: la corrispondenza tra coro e gol funziona con Salisburgo (Sanchez) e Lazio (Thuram), confermandosi un caso da studiare contro il Genoa, sempre a San Siro. Già: i tifosi della Nord - in sciopero per la decisione delle forze dell'ordine di vietare l'ingresso di bandiere e tamburi - si palesano soltanto alla mezz'ora, sullo 0-0, accolti da tutto lo stadio al grido di "Internazionale devi vincere". Qualche secondo dopo, il gioco è fatto: arriva come una sentenza il vantaggio di Asllani.
La spiegazione scientifica (se c'è)
Quelli bravi la chiamano 'Love frequency', conosciuta anche come la 'Frequenza Miracolosa'. Non è un mistero che l'ascolto della musica - nel nostro caso, forzando un po', del coro in questione - costituisca uno stimolo notevole, giacché produce nelle cellule nervose motivazione e desiderio di ricompensa, rilasciando la dopamina: un neurotrasmettitore, una sostanza che consente ai neuroni di comunicare tra loro e di partecipare al controllo del movimento volontario, sviluppando le capacità di memorizzazione e di altre importanti funzioni cognitive. Durante una relazione amorosa - quella tra tifosi e squadra lo è, di fatto - si verifica una sovrapproduzione di neuroni dopaminergici, che spiega l'elevato livello di energia, le vibrazioni emesse. La love frequency 'viaggia' a 528 hertz e si propaga in tutte le forme: per se stessi, la famiglia, l'universo, per l'Inter. Eeeee per la gente che...