
Inter, 11 anni di attesa per tornare a vincere: le meteore degli anni di digiuno
Undici anni d'attesa in casa Inter prima di vincere lo scudetto, mentre sotto il cielo nerazzurro ne sono passate di meteore. Alcune, loro malgrado, diventate indimenticabili come il "Divino" Jonathan. E che dire di altri flop di mercato come Forlan, Belfodil e M'Vila? Ripercorriamoli tutti stagione per stagione

LUC CASTAIGNOS (2011/12): 8 presenze, 1 gol
L’ufficialità risale al 1 luglio 2011, ma l’Inter aveva già messo gli occhi sul 18enne del Feyenoord dai gol a raffica in Eredivisie. Sua la rete da tre punti a Siena, peccato che ottenga solo briciole in campo con tre allenatori diversi (Gasperini, Ranieri e Stramaccioni). Quest’ultimo se lo ritrova in Primavera prima dell’avvento tra i big, bocciatura anticipata dall’infortunio ad aprile. Rispedito in Olanda, resterà un talento incompiuto: a 28 anni gioca in Grecia (Ofi Creta) dopo l’avventura in Corea del Sud

JONATHAN (2011-2015): 66 presenze, 5 gol
"Non sono Divino", spiegava in merito al soprannome che lo rese un idolo sui social. C’era dell’ironia, ovviamente, perché l'erede di Maicon non riuscì mai a strabiliare sulla fascia dell’Inter. Inizialmente prestato al Parma, il terzino brasiliano trova continuità solo al terzo anno con Mazzarri. Si ritaglia anche qualche gol, ma la permanenza è compromessa dagli infortuni. Che fine ha fatto? Dal 2015 ha giocato in Brasile ritrovandosi 35enne e svincolato. Casomai qualcuno volesse farci un pensiero…

EMILIANO VIVIANO (2011): 0 presenze
Curioso il caso del portiere classe 1985, oggi in Turchia al Fatih Karagumruk. Già in compartecipazione tra Inter e Bologna, Viviano diventa nerazzurro alle buste nel giugno 2011 a causa di un errore nella compilazione del dirigente rossoblù Pedrelli. Un mese più tardi si rompe il crociato in allenamento e non riuscirà mai ad esordire con l'Inter. Le tappe seguenti lo dirottano dal Palermo alla Fiorentina e dalla Sampdoria alla Spal

DIEGO FORLAN (2011/12): 20 presenze, 2 gol
La grande illusione di quel mercato, d’altronde il due volte Scarpa d'Oro prometteva scintille anche in Italia. Ci arriva a 32 anni, sostituisce Eto'o venduto in Russia e diventa un jolly per la Serie A saltando la fase a gironi di Champions (aveva disputato i preliminari con l’Atletico). Va a segno solo all’esordio col Palermo e a marzo col Catania complice un infortunio in Nazionale. Inevitabile la rescissione a luglio e, dopo il ritiro nel 2018, decide di spostarsi in panchina: lo trovate nella Serie B uruguaiana

MAURO ZARATE (2011/12): 31 presenze, 3 gol
Lo stesso giorno di Forlan (31 agosto 2011) viene annunciato anche l’arrivo dell’argentino, prestito oneroso dalla Lazio con una clausola dal ricco premio legata agli assist. Ne servirà solo tre (come le reti) nell’arco di tutta la stagione, impatto deludente e ritorno in biancoceleste dove arriverà alla rottura totale. Negli anni seguenti si divide tra Inghilterra e Argentina con un intermezzo italiano alla Fiorentina. E oggi? A 34 anni Zarate gioca nel Boca Juniors insieme ad un altro flop interista, Lisandro Lopez

ANGELO PALOMBO (2012): 3 presenze
Non dimentichiamoci del centrocampista italiano, preso al gong del mercato invernale in prestito dalla Sampdoria per sostituire Thiago Motta ceduto al Psg. Palombo arriverà insieme a Guarin, ma avrà vita decisamente più breve pur scendendo immediatamente in campo. Tornerà a Genova dopo 177 minuti disputati, squadra e colori che da allora non ha più abbandonato nemmeno dopo il ritiro: oggi è l'assistente tecnico di Claudio Ranieri

MARKO LIVAJA (2012/13): 13 presenze, 4 gol
L’Inter affida la stagione 2012/13 a Stramaccioni, allenatore che aveva apprezzato il talento croato l’anno precedente in Primavera. Convincente nella fase a gironi di Europa League (dove concentra tutti i suoi 4 gol nerazzurri), mai brillante in campionato prima dello scambio con l'Atalanta nell'operazione Schelotto. Qui emergono tutti i suoi problemi caratteriali, limite che ne frenerà la carriera anche in Nazionale. A 27 anni è appena ripartito dall'Hajduk Spalato, dove tutto era iniziato

MATIAS SILVESTRE (2012/13): 20 presenze
Difensore goleador a Catania e Palermo, sfortunato all'Inter dove arriva in prestito oneroso (3 milioni di euro). Raramente titolare in stagione, Silvestre s’infortuna all’adduttore della coscia destra ad aprile e chiude in anticipo la stagione. Verrà tuttavia riscattato ma, con l’arrivo di Mazzarri, resta ai margini e passa al Milan senza trovare fortuna. Non si è ancora ritirato: a 36 anni è protagonista coi belgi del Mouscron

GABY MUDINGAYI (2012-2014): 17 presenze
La campagna estiva prevede rinforzi anche a centrocampo, reparto dove la new entry è il mediano belga. Come nel caso di Silvestre lo frena un infortunio (rottura del tendine d’Achille) ma viene anch’egli riscattato, raccogliendo però solo una manciata di partite con Mazzarri. Resta svincolato, chiude la carriera a 36 anni e decide di diventare talent-scout dopo aver aperto un B&B e un pub

WALTER GARGANO (2012/13): 36 presenze
Chi gioca ancora è invece il 36enne uruguaiano, tornato a casa dopo i tanti anni trascorsi in Italia. Positiva l’avventura al Napoli, rendimento in calo all’Inter nonostante la fiducia di Stramaccioni che gli riserva continuità tra tutte le competizioni. Scaduto il prestito e senza il riscatto esercitato dai nerazzurri, Gargano finisce al Parma e vivrà un’ultima stagione al Napoli con Benitez. Dopo la parentesi in Messico al Monterrey, ha festeggiato da capitano del Peñarol tre titoli nazionali

ALVARO PEREIRA (2012-2014): 47 presenze, 1 gol
Connazionale di Gargano, altrettanto poco memorabile da interista nonostante avesse brillato al Porto. Operazione da 10 milioni di euro per l’esterno mancino, solo una rete al Chievo in una stagione e mezza prima di finire ai margini con Mazzarri. Che fine ha fatto il 35enne Pereira? Tanta Sudamerica, due brevi ritorni in Europa (Getafe e gli slovacchi del Sered) e un presente in Venezuela all'Estudiantes de Merida

TOMMASO ROCCHI (2013): 15 presenze, 3 gol
Dalla finestra estiva a quella invernale il passo è breve, sessione che riserva l’acquisto definitivo dell’esperto attaccante dagli ottimi numeri con la Lazio. All'Inter chiuderà la sua storia in Serie A diventando centenario di reti (102 complessive) senza essere rinnovato a fine contratto. Padova e Ungheria prima del ritiro, ma si sposta subito in panchina: dal 2016 allena nelle giovanili della Lazio, scalata che attualmente lo vede alla guida dell’U-18

EZEQUIEL SCHELOTTO (2013): 13 presenze, 1 gol
Ebbene sì, il nome del Galgo rievoca il colpo di testa che frenò il Milan di Allegri. Uno dei marcatori più sorprendenti nella storia del derby, peccato che si trattò del suo unico squillo interista. I più attenti ricorderanno la rissa nel finale della partita persa 4-3 contro l'Atalanta, vecchie ruggini con la squadra che l’aveva appena ceduto. E da allora di maglie ne ha cambiate diverse: l’ultima è quella del Racing, in Argentina, dove è tornato a febbraio
ZDRAVKO KUZMANOVIC (2013-2015): 55 presenze, 1 gol
Già apprezzato alla Fiorentina, il centrocampista serbo torna in Italia a titolo definitivo dallo Stoccarda. Firma un contratto quadriennale con l’Inter, ma resta solo due stagioni da comprimario della mediana: unica rete al Dnipro in Europa League, minutaggio in picchiata con Mazzarri e ritorno al Basilea dove aveva iniziato. Si è rivisto in Serie A con l’Udinese, poi il ritiro prematuro a 32 anni a causa dei postumi di un grave infortunio

ISHAK BELFODIL (2013/14): 10 presenze, 1 gol
Nell’estate 2013 l’Inter concede Cassano al Parma, operazione che permette al centravanti algerino di raggiungere Mazzarri. Se FantAntonio darà ancora spettacolo in Serie A, lo stesso non si può dire di Belfodil: solo una rete in Coppa Italia al Trapani e un'espulsione in campionato dopo la rissa col veronese Moras. A gennaio va in prestito al Livorno dove resta a secco, non si ritrova nemmeno a Parma ma ci riuscirà all’estero (Standard Liegi e Hoffenheim), quantomeno fino al grave infortunio al ginocchio

HUGO CAMPAGNARO (2013-2015): 39 presenze
Chi ritrova Mazzarri è un suo fedelissimo che, dati alla mano, risulta il giocatore da lui più impiegato in carriera (216 partite totali) dopo le stagioni alla Sampdoria e al Napoli. Un bilancio ritoccato in nerazzurro, coppia che si separerà la stagione seguente: Walter viene esonerato e sostituito da Mancini, Campagnaro perde spazio e non convince da terzino. Si è ritirato a 40 anni nel Pescara, dove ha subito iniziato ad allenare nelle giovanili

WALLACE (2013/14): 4 presenze
Uomini esperti ma anche giovani talenti che si affacciavano a quell’Inter, vedi il terzino brasiliano prestato dal Chelsea. Troppo acerbo per Mazzarri, allenatore che gli concede solo 130 minuti complessivi in tutta la stagione. Tornato in Inghilterra, Wallace ci riproverà in Serie A col Carpi due anni dopo ritoccando a 7 le sue partite totali. Evidentemente l’Europa non faceva per lui: scaricato dai Blues, lo trovate 27enne al Figueirense

SAPHIR TAIDER (2013/14): 26 presenze, 2 gol
Ottenuto dal Bologna in cambio del prestito di Laxalt, il centrocampista algerino contribuisce al 5° posto e convince la società a rinnovare la comproprietà. Finirà al Southampton nell'operazione Osvaldo, ma dopo 26 giorni tornerà alla base: dirottato al Sassuolo e ceduto nuovamente al Bologna, Taider ha giocato anche nell’altro club targato Saputo (Montreal Impact). Dallo scorso ottobre milita nell'Al-Ain in Arabia Saudita

ROLANDO (2013/14): 29 presenze, 4 gol
Omonimo del personaggio inventato dalla Gialappa's, colpo interista tutto da ridere, ritrova Mazzarri che l’aveva allenato al Napoli la stagione precedente. Si riscopre difensore goleador come mai gli era successo in carriera ma, come accaduto in azzurro, non basta per la conferma e fa ritorno al Porto. Discreto al Marsiglia, poi nuovamente in Portogallo dove a 35 anni trova posto nel Braga

RUBEN BOTTA (2014): 12 presenze
Profilo interessante ma fragile fisicamente, prelevato dal Tigre proprio in seguito alla rottura del legamento crociato. Girato al Livorno per liberare uno slot da extracomunitario, Botta torna all’Inter a gennaio e raccoglie qualche spezzone in campo. Verrà prestato al Chievo e, curiosamente, rimedierà la sua prima espulsione italiana proprio contro l'Inter. A seguire tappe in Messico e in Argentina, ma l’Italia è rimasta nel suo destino: da ottobre ha ritrovato numeri e prestazioni con la Sambenedettese in Serie C

NEMANJA VIDIC (2014-2016): 28 presenze, 1 gol
La stagione 2014/15 è quella della staffetta tra Mazzarri e Mancini a novembre e di nuove delusioni dal mercato. Prendete l’esperto difensore serbo, titoli a non finire col Manchester United ma in difficoltà in Italia. Troppi i cartellini rimediati, decisiva l'operazione alla schiena che lo costringe ai box nella stagione seguente: otto mesi dopo l’ultima gara giocata, Vidic rescinde con l’Inter e si ritira. Oggi è commentatore televisivo e sogna di spostarsi in panchina: il modello non può che essere Sir Alex Ferguson

DODÔ (2014-2016): 29 presenze, 2 gol
Arriva in prestito dalla Roma, risorsa in più sulla fascia sinistra ma senza brillare. C’è anche lo zampino della sfortuna nel caso del terzino brasiliano, costretto all'operazione al crociato già lesionato in precedenza. Compromessa l’avventura all’Inter che tuttavia lo riscatta, ci riprova alla Sampdoria trovando spazio soprattutto in prestito in Brasile: dopo aver vestito le maglie di Santos e Cruzeiro, il 29enne Dodò è diventato un giocatore dell'Atletico Mineiro a febbraio

YANN M'VILA (2014/15): 14 presenze
Ex prospetto dal carattere spigoloso, recentemente tornato al gol in Europa con l'Olympiacos come non accadeva da 10 anni. Sono i due estremi della carriera del 30enne francese, mediano che i nerazzurri ottengono in prestito dal Rubin Kazan. Resterà a Milano solo 6 mesi tra prestazioni deludenti, qualche chilo di troppo e una fuga a Parigi senza permesso. Dopo aver girato l’Europa si è ritrovato in Grecia, lui che a vent’anni aveva già trovato posto in Nazionale

LUKAS PODOLSKI (2015): 18 presenze, 1 gol
L’avvento di Mancini in panchina richiama una coppia di big a gennaio, vedi l’attaccante tedesco prestato dall’Arsenal. Più avanti dirà: "Un errore andare a Milano senza obbligo di riscatto", conferma difficile da cogliere con un bilancio da dimenticare. L’unica sua rete vale i tre punti a Udine, peccato che raramente viene schierato dall'inizio. Campione del mondo con la Germania nel 2014, Podolski gioca e segna ancora a 35 anni: dopo il triennio in Giappone, potete apprezzarlo in Turchia all'Antalyaspor

XHERDAN SHAQIRI (2015): 20 presenze, 3 gol
Insieme a Podolski arriva un altro ex Bayern, talento dal fisico da body-builder che coi bavaresi aveva vinto tutto a 23 anni. A differenza di "Poldi" c’è l’obbligo di riscatto nel suo contratto, ma il destino è lo stesso: dopo un avvio confortante, infatti, il jolly svizzero cala di rendimento e precipita nelle gerarchie di Mancini. In estate diventerà l’acquisto più costoso di sempre dello Stoke City (14,7 milioni di euro), club dove si rilancia guadagnandosi la chiamata del Liverpool con nuovi titoli in bacheca

FELIPE (2015): 4 presenze
In pochi ricorderanno l’arrivo a febbraio del difensore brasiliano, che rescinde col Parma in gravissima difficoltà finanziaria e si aggrega ai nerazzurri fino al termine della stagione. Permanenza tutt’altro che memorabile, addio scontato e ultime parentesi in Serie A con Udinese e Spal. Se vi state chiedendo che fine abbia fatto, il suo presente è legato ai friulani della Manzanese in Serie D dove a 36 anni fa ancora la differenza

GEOFFREY KONDOGBIA (2015-2017): 56 presenze, 2 gol
L’annata del 4° posto con Mancini "regala" un colpo dal Monaco: le virgolette sono d’obbligo, d’altronde il 22enne francese (oggi 28enne che ha scelto la Nazionale della Repubblica Centrafricana) si trasferisce all’Inter per 36 milioni di euro ovvero il 7° acquisto più costoso di sempre. Voluto fortemente dal 'Mancio' non soddisfa le aspettative, finisce ai margini con De Boer e si rialza parzialmente con Pioli. Verrà ceduto al Valencia prima di conquistare Simeone all'Atletico Madrid, che l’ha ottenuto a novembre

MARTIN MONTOYA (2015-2016): 4 presenze
Come Kondogbia di scena in Spagna, sebbene al Betis Siviglia, il terzino scuola Barcellona arriva in prestito ma si riscopre fuori dal progetto Inter. Vede il campo solo a dicembre, mentre a gennaio viene rispedito al Barça. Parentesi completamente da dimenticare per Montoya, giocatore che raramente ha convinto pure al Valencia e al Brighton. Qualche tempo dopo dirà: "All’Inter non mi sentivo un calciatore, non hanno avuto fiducia in me. In Italia pensano troppo alla tattica"

STEVAN JOVETIC (2015-2017): 33 presenze, 7 gol
Diverse le premesse che attendevano l’ex viola, talento montenegrino riportato in Italia dai nerazzurri per 16 milioni di euro dal Manchester City. La qualità non si discute, tant’è che inizia col botto (tre reti nelle prime due giornate contro Atalanta e Carpi) prima di vivere un lungo digiuno dal gol. Andrà peggio con l’arrivo di De Boer che, confinandolo ai margini, lo spinge all’addio. I primi passi lontano da Milano lo portano al Siviglia e poi al Monaco, dove a 31 anni ha ritrovato lo smalto perduto

ALEX TELLES (2015/16): 22 presenze
L’ultimo giorno del mercato estivo regala tre ufficialità in casa Inter: la prima è legata al terzino brasiliano, che ritrova Mancini dopo la stagione al Galatasaray. Nessuna rete all’attivo (piuttosto un’espulsione contro la Fiorentina), quasi un paradosso per Telles che ha segnato 26 gol in quattro anni col Porto. Ecco quindi che irrompe il Manchester United e lo blinda per 15 milioni di euro, affare che ha esaltato la carriera di chi in nerazzurro era stato accolto come il nuovo Roberto Carlos

ADEM LJAJIC (2015/16): 28 presenze, 4 gol
Insieme a Telles chi arriva in extremis alla Pinetina è Felipe Melo, che non può essere considerato una delusione a differenza del jolly serbo. In prestito dalla Roma, Ljajic si scatena solo quando vede il Napoli (metà dei suoi centri riservati agli azzurri) e torna alla base in estate. Ci scommetterà il Torino prima della nuova vita in Turchia, al Besiktas, dove resta un punto fermo sebbene abbia perso credito in Nazionale. Lo rivedremo in Italia? Pochi mesi fa dichiarava: "Vorrei chiudere qui la mia carriera"

CANER ERKIN (2016): 0 presenze
Toccata e fuga all’Inter per il terzino turco, due mesi scarsi in nerazzurro nell’estate 2016 prima di essere rispedito in patria. Cosa era successo? Arrivato a parametro zero dal Fenerbahce, Erkin partecipa al pre-campionato e trova Mancini in panchina che si dimette ad agosto. A chiudergli le porte sarà De Boer che, complice la mancata cessione di Santon, lo spinge ad accasarsi al Besiktas. Si ripete la maledizione del terzino sinistro, certo è che Erkin tornato al Fenerbahce ha ritrovato anche la Nazionale

JOÃO MARIO (2016-2018, 2018/19): 69 presenze, 4 gol
A distanza di cinque anni convive ancora tra Sporting Lisbona e Inter. Dal Portogallo era partito dopo il titolo di campione d’Europa, estate da protagonista che aveva convinto i nerazzurri a sborsare 40 milioni di euro (3° più costoso di sempre nel club). La storia è nota e recente: Joao Mario non funziona né durante la prima stagione interista né con Spalletti. Si accumulano i prestiti (West Ham e Lokomotiv Mosca) prima del ritorno a casa. Aspettando l’addio definitivo, si può parlare di un fallimento totale

GABRIEL BARBOSA (2016/17): 10 presenze, 1 gol
O se preferite Gabigol, scuola Santos e 30 milioni concessi dai nerazzurri per un ventenne di grande talento. Queste erano le premesse, ma il suo bilancio all’Inter recita una sola rete (da tre punti contro il Bologna) e 183 minuti totali concessi da De Boer, Pioli e Vecchi. Finisce ai margini anche in prestito al Benfica, ma è in Brasile che si scatena: oltre 80 gol segnati in tre anni con Santos e Flamengo, club quest’ultimo che ha investito 18 milioni di euro per prenderlo. Evidentemente non era destino in Europa

TRENT SAINSBURY (2017): 1 presenza
Il mercato invernale è quello delle occasioni, ecco quindi che attraverso la proprietà comune (Suning) chi si affaccia è il primo giocatore australiano nella storia dell'Inter. Una stagione complicata per i nerazzurri, difficile trovargli spazio tra i titolari in difesa: la chance arriva all’ultima giornata, 19 minuti contro l'Udinese prima del ritorno in Cina allo Jiangsu. Sainsbury voleva però l’Europa e la ottiene: dopo le parentesi con Grasshoppers, Psv e Maccabi Haifa, gioca a buoni livelli nel Kortrijk in Belgio

LISANDRO LOPEZ (2018): 1 presenza
Un anno dopo Sainsbury la storia si ripete all’Inter. Altro difensore centrale, altro giocatore che racimola una manciata di minuti e poi toglie il disturbo. Era arrivato in prestito dal Benfica, ma non finisce qui: Lopez riesce nell’impresa di ripetere lo stesso bilancio in prestito al Genoa pochi mesi dopo. Un vero e proprio mistero l’omonimo e connazionale dell’ex bomber di Porto e Lione. A scommetterci è stato il Boca Juniors dove, evidentemente, ha trovato la giusta dimensione

SIME VRSALJKO (2018/19): 13 presenze
Emerso tra Genoa e Sassuolo, blindato dall'Atletico Madrid ma concesso in prestito oneroso (6,5 milioni di euro) alla squadra di Mancini. Ecco la parabola del terzino croato, reduce dalla finale mondiale persa contro la Francia e destinato ad un ruolo da protagonista nell’Inter. A mettersi di mezzo sarà la sfortuna: Vrsaljko è costretto ad operarsi al solito malandato ginocchio, compromettendo il riscatto e la conferma in rosa. Tornato all’Atletico, fatica ancora a scalare le gerarchie del Cholo Simeone

KEITA BALDE (2018/19): 29 presenze, 5 gol
Oggi si diverte con la Sampdoria in prestito dal Monaco, club che l’aveva concesso a titolo temporaneo anche all’Inter. Alternativa nell’attacco di Spalletti, sicuramente meno efficace di quanto sperava: quattro delle sue reti le rifila alle retrocesse Frosinone ed Empoli, raramente titolare e per questo lontano dal riscatto. Decisamente più confortante il suo rendimento in blucerchiato dove, a gennaio, ha contribuito al 2-1 della Samp proprio alla squadra di Conte segnando come l’altro ex Candreva

CEDRIC SOARES (2019): 9 presenze
La sessione invernale riserva poche soddisfazioni in difesa anche nel caso del terzino portoghese, campione d’Europa come Joao Mario e altrettanto sfortunato in nerazzurro. Pochi gettoni in campo e immediato ritorno al Southampton, dove perde il posto. A sorpresa, però, arriva la chiamata dell'Arsenal che dopo il primo impatto a Londra decide di prelevarlo a titolo definitivo. Ne ha approfittato quindi per arricchire la sua bacheca (una FA Cup e un Community Shield), ovviamente da attore non protagonista

VALENTINO LAZARO (2019/20): 11 presenze
In ordine di tempo arriviamo dunque all’ultimo flop sul mercato, esterno a tutto campo che non fa breccia nel cuore di Antonio Conte. L’Inter investe 22 milioni di euro per strapparlo all'Hertha Berlino e lo consegna al nuovo allenatore, ma riceverà solo briciole. A gennaio si sposta in prestito al Newcastle, in estate la storia si ripete col ritorno in Germania al 'Gladbach. Proprio con i tedeschi ha affrontato l’Inter in Champions servendo anche un assist, piccola vendetta per il 25enne austriaco bocciato in nerazzurro