Gattuso: Io attivo nella vendita del Pisa? Assurdo
Serie BDopo le dimissioni, in una lettera aperta al sindaco della città l'allenatore della promozione in B dei toscani risponde alla proprietà del club e ribadisce le ragioni delle sue dimissioni: "Scorretto tirarmi in ballo nella vicenda della cessione della società"
"Caro sindaco, mi vedo costretto a scriverle questa lettera, che diffondo per il suo tramite anche a tutta la cittadinanza di Pisa e a tutta la tifoseria del Pisa, a seguito del documento a firma Britaly Post, a lei indirizzato e diffuso sul web". E' quanto scrive l'ex allenatore del Pisa, Gennaro Gattuso, in una missiva spedita al primo cittadino di Pisa, Marco Filippeschi, ma in realtà nata per rispondere alla Britaly Post Ltd, proprietaria delle quote di maggioranza del Pisa.
La proprietà del Pisa: "Nostre inadempienze tutte da dimostrare" - Nonostante "tutti i desiderata di Gattuso siano stati soddisfatti e al ritorno da un ritiro pienamente soddisfacente, lo stesso si è dimesso accusando la società di inadempienze, tutte da dimostrare". Queste le parole della società londinese che fa capo a Fabio Petroni ed è proprietaria del Pisa, in una lunga lettera aperta indirizzata al sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, in un momento di febbrili trattative per cedere la società. Ma è soprattutto il tecnico dimissionario, e reclamato a gran voce dalla piazza (pronto a tornare con nuovi soci), a finire nel mirino della proprietà del club: "Gattuso ha finito per ritenere inaccettabile la nomina da parte della società di Gianluca Colonnello come tecnico della primavera, probabilmente solo perché la persona sfuggiva al suo totale controllo, ma Colonnello si è rivelato, in un ben più impegnativo ruolo, un professionista che ha dimostrato elevatissime capacità professionali, dignità umana e serietà, nonché attaccamento e rispetto al club".
"Da Gattuso intimidazioni e incitamento della piazza" - "Dalle dimissioni di Gattuso all'incitamento della piazza - prosegue Britaly Post - con tanto di intimidazioni, minacce ed aggressione fisica ad alcuni dirigenti, il passo è stato immediato: il 3 agosto scorso è stato impedito lo svolgimento dell'amichevole con il Celta Vigo e, fatto ancora più grave, le stesse forze dell'ordine che hanno consigliato di eclissarsi ai dirigenti della società, già in precedenza minacciati, hanno anche consigliato di annullare la partita piuttosto che ripristinare la legalità", conclude Britaly Post.
Gattuso: "Nessun ruolo attivo nella cessione del Pisa" - L'ex allenatore del Pisa ha risposto con un'altra lettera aperta: "Il documento di Britaly - premette Gattuso - contiene svariate inesattezze, ricostruisce la vicenda della cessione del club in maniera arbitraria e soprattutto fornisce della mia persona una rappresentazione falsa e inaccettabile. Mi si dipinge nella sostanza come un irresponsabile agitatore di folle, adombrando addirittura un mio ruolo attivo per indirizzare la vendita della società. Una simile ricostruzione dei fatti non soltanto non è veritiera, ma lede la mia immagine di professionista e mi mette al centro di un'inaccettabile strumentalizzazione. Io sono appunto un allenatore professionista e come tale merito di essere trattato. Se il 31 luglio scorso ho deciso di fare un passo indietro, è stato perché non intendevo più lavorare con Britaly Post per una ragione molto semplice, chiarissima e da me dichiarata per iscritto, senza alcuna possibilità di equivoco o di fraintendimento: non sussistevano le condizioni per svolgere in maniera seria e professionale il mio lavoro e quello della squadra".
La ricostruzione dei fatti - "Tirarmi in ballo - continua Gattuso - adesso nella vicenda della cessione e delle sue lungaggini è profondamente scorretto. Ripercorro dunque brevemente i fatti successivi al mio comunicato del 31 luglio scorso, che sono evidenti e sotto gli occhi di chiunque non li voglia alterare a proprio comodo. Io ho semplicemente detto che, se Britaly Post avesse ceduto la società, sarei stato pronto a tornare ad allenare il Pisa. Se poi Britaly Post non intende vendere o intende percorrere strade diverse, non può e non deve in alcun modo tirare in ballo il sottoscritto. Ribadisco che non mi può essere attribuito alcun ruolo di compratore o di fiancheggiatore di questo o quell'acquirente. La verità è semplicissima: io sono stato interpellato dall'acquirente Pablo Dana, che mi ha chiesto la disponibilità ad allenare il Pisa, nel caso in cui sia lui a rilevare la società, e io gli ho risposto di sì. Tutto il resto sono illazioni, anche piuttosto gravi. Quanto al legame fortissimo che si è creato tra me e la squadra, tra me e la tifoseria, tra me e la città, non ritengo davvero di dovermene vergognare. Lo rivendico, anzi, come il segno del buon lavoro che ho svolto col mio staff nella passata stagione e che volentieri proseguirei, se sussistessero le condizioni. La verità è questa e a lei la affido" - conclude Gattuso