Moras: "Verona, che amore. Come una ex moglie"

Serie B
Vangelis Moras con la maglia del Verona indossata fino alla scorsa stagione (Getty)
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Il difensore del Bari presenta la sfida contro la sua ex squadra: "Per quella maglia ho pianto". Poi parla di Colantuono: "Ci mette sotto torchio. I tifosi ci diano una mano"

In fondo è la sua partita. Perché “ho ancora nel cuore il Verona”. E allora a pochi giorni dalla sfida in Serie B del suo Bari contro la squadra di Pecchia, Vangelis Moras parla in conferenza stampa. Del momento dei pugliesi, certo. Ma anche del suo passato: “E’ l'unica maglia per la quale ho pianto, è come quando piangi per una moglie. Significa che è amore, ma domenica - ricorda il difensore greco - saremo avversari e per 90 minuti non ci sarà spazio per i ricordi".

Un ritorno da avversario al Bentegodi, dopo 131 presenze ed 8 gol con la maglia del Verona. Nel mezzo, anche una promozione in Serie A con Mandorlini in panchina. E adesso… il Bari, e la fascia da capitano. Un’investitura importante che però “non mi crea nessun imbarazzo - spiega Moras in conferenza - ma i quattro anni di gioie e sofferenze vissuti a Verona, per ragioni personali e sportive, non li dimenticherò mai". Testa al presente, però. Perché dopo un avvio difficile, l’esonero di Stellone e l’arrivo di Colantuono, il Bari vuole continuare ad inseguire la Serie A, inseguendo il Verona capolista: “Vuol dire che loro hanno fatto meglio, e non credo che saranno sotto pressione dopo due sconfitte consecutive. Hanno una squadra costruita per vincere il campionato e sono abituati a sentirsi sotto esame. Noi - aggiunge il difensore greco - fuori casa dobbiamo cercare continuità, non possiamo vivere di lampi”.

Un pensiero anche sul nuovo allenatore: “Colantuono ci mette sotto torchio sempre con doppie sedute, ma stiamo lavorando tanto e bene. Presto - promette Moras - vedrete altri miglioramenti". Lui che ci mette la faccia ed il telefono, perché dopo un litigio ha pure chiamato un tifoso: "Sono abituato così, mi sentirete sempre dire la mia: sabato ho parlato con lui su Instagram, poi ci siamo sentiti per telefono. Non mi erano piaciuti i fischi nel primo tempo e - aggiunge il difensore greco - avevo avuto uno sfogo. Il messaggio è stato chiaro: loro sono il Bari, prima ancora dei calciatori, e devono sempre sostenerci durante la partita”.