Queste le parole del presidente dell'Aic sul futuro dei nerazzurri: "Dopo quello accaduto al Parma speravo di non vivere più una situazione simile"
Situazione difficile per il Latina, questo il commento del presidente dell'Aic Damiano Tommasi, presente all'allenamento odierno dei nerazzurri agli ordini di Vivarini: "Siamo venuti a vedere i ragazzi anche perché questi sono giorni fondamentali per la squadra. È una situazione che speravamo di non ripercorrere dopo la vicenda Parma, è un segnale che le norme e i controlli federali non sono ancora all'altezza della situazione e sulla quale bisogna lavorare molto. Personalmente ho un mio cruccio: che una realtà di un valore sociale come una squadra di calcio a livello professionistico, anche a questo livello, debba ricadere su un gruppo di soci che nel bene o nel male possono determinare questo, significa che c'è qualcosa che non torna perché il Latina Calcio è un bene che va oltre l'attività imprenditoriale".
Gli effetti - "Il tema è soprattutto che il valore della società, che ad oggi è determinato principalmente dal titolo sportivo e dagli atleti, va disperso nel momento in cui non c'è l'accettazione dell'esercizio provvisorio. È difficile pensare a dei creditori che possano ottenere qualcosa in più di quello che si può ottenere dal Latina Calcio, se questo patrimonio viene perso. Sono norme federali che determinano questo e, purtroppo, questo può accadere. I calciatori possono fare ben poco oggi e sperare che sia data questa prosecuzione dell'attività e che si trovi il modo di fare un passaggio di quote della società e dare seguito alla stagione, sapendo che ci sono delle risorse a disposizione e sapendo che l'interruzione dell'attività determinerebbe la dispersione del patrimonio dei calciatori e del titolo sportivo. Questa è la speranza, credo che ci possano essere le condizioni. Non siamo e non sono perfettamente a conoscenza di tutti i dettagli della situazione, che è delicata e difficile. La mia analisi è generale, è successo quest'anno ad inizio campionato col Pisa ed è successo a Parma e Siena. È difficile pensare che una collettività e una passione sportiva, che non è un'attività imprenditoriale e basta, ricada su responsabilità imprenditoriali esclusivamente in capo a una persona che può determinare tutto questo. Questo mi dispiace".
Sulle vie d'uscita e il caso Parma - "Che si faccia un ragionamento un po' più ampio rispetto alla semplice gestione aziendale e che i temi e i problemi gravi che ci possono essere dietro questa società non siano così gravi da determinare la chiusura dell'attività e che si faccia un ragionamento un po' più allargato e che dia il vero senso e valore di una squadra in B per una città come Latina, sperando che la prosecuzione della stagione ci sia e sperando che qualcuno rilevi il titolo. Non ho parlato di cosa può accadere a livello di campionato visto che l'eventuale esclusione del Latina determinerebbe, a cascata, l'incidenza sulla competizione e sicuramente per il nostro sistema non sarebbe una buona cosa". E ancora: "L'esercizio provvisorio deve vedere le risorse a disposizione e quanto tempo può andare avanti, quante aste eventualmente si possono fare. È tutta una procedura da rivedere, è stato fatto a Parma pochi anni fa e ci siamo ricascati. Quasi certamente le norme che ci sono a livello federali non sono in grado di evitare questo, bisogna lavorare. Il discorso dei contratti dei giocatori è tutto in divenire e da valutare insieme a chi prenderà in mano la gestione. Credo che come i creditori, essendo i creditori privilegiati, siano quelli più interessati alla prosecuzione dell'attività, sperando che questa avvenga in modo dignitoso e consono alla professione.