Titolare, anche "goleador". Quattro reti e la corsa verso la promozione in Serie A, Marino si gode il suo centrale: lui, la Juve, Alex e i consigli di Tiago: "Prima dell'esordio mi disse di stare tranquillo". La rinascita di Ariaudo
Prima caratteristica: in campo "ama essere vocale". Ovvero? Una guida. Comandare. Nel senso che la linea a 3 parte dal centro, posizione sua e soltanto sua: "Inedita". Esatto sì, perché prima di quest'anno, col Frosinone capolista, Ariaudo aveva ricoperto un'altra posizione: sempre centrale sì, sempre difensore. Ma mai perno di una linea a tre, in mezzo. Sempre a quattro: "Merito di Marino, mi ha insegnato qualcosa". Magari anche a far gol, già 4 in Serie B coi "ciociari" in testa, l'ultimo alla Spal. Insegnamenti, dicevamo. Come quelli di Ballardini a Cagliari o di Ranieri alla Juventus: "A otto anni di distanza ci sentiamo ancora!".
Lui, Del Piero e l'esordio in Serie A - Questione di ricordi per Ariaudo. Proprio quel giocatore lì, classe '89 vincitore del Viareggio nel 2009, che in bianconero era una promessa: "Che ricordi a Torino". Ne ha per tutti, in primis Del Piero: "Ho avuto il piacere di conoscerlo, è stato un grande calciatore ed è una grande persona. Mi ha aiutato dicendomi di star tranquillo e di giocare come sapevo, facendo le cose semplici". Fotografia da raccontare. Anzi, due parole: "Santiago Bernabeu...". E il motivo: "Aveva appena segnato una doppietta e venne sostituito. Il pubblico si alzò in piedi per applaudirlo, poi lui venne a sedersi accanto a me. E stato un bel momento...". Come l'esordio in Serie A contro la Lazio, in un'Olimpico strapieno: "Affrontavamo il miglior attacco d'Italia - ha raccontato - c'erano Zarate, Pandev, Rocchi e...". Altri? "Sì, un compagno di squadra speciale". Semplicemente Tiago, oggi all'Atletico: "Gioca tranquillo, mi disse, come se fossi ancora nella Primavera". Detto, fatto: "Giocammo una grande partita".
"Mollare? Mai!" Ora titolare - Il primo gol in A lo segna a Cagliari. Dedica speciale: "Per la mia famiglia, per gli amici, la mia fidanza e infine loro, Alessio e Riccardo, i miei due compagni di squadra alla Juventus morti a Vinovo". Cuore d'oro. Dopo Cagliari, qualche anno difficile tra Sassuolo e Genoa, tanti infortuni: "Colpa dell'ernia del disco che mi ha perseguitato". Mai mollare però: "Ho guardato il bicchiere mezzo pieno e credo che sia stato questo che mi ha dato la forza di andare avanti, mi ha fatto vedere la luce in fondo al tunnel". Merito anche di Di Francesco: "E' molto preparato, lo descrivo con un aggettivo. E' un ottimo allenatore ed è una brava persona, riesce ad essere equilibrato. Vuole molto dalla squadra, pretende da noi ma ci prepara al meglio alle partite tirando fuori il massimo". Merito della Juve, anche qui: "Mi sono rimaste due cose di quel periodo lì". Eccole: "Prima il percorso nel settore giovanile, una scuola di vita dove vieni accolto dallo slogan "Prima vi facciamo diventare uomini, poi calciatori'. Poi Ranieri". Maestro prima di Marino, fautore di una rinascita. Altro "allenatore preparato". E che oggi si gode un super Ariaudo finalmente "fuori dal tunnel". Titolare verso la Serie A.