Frosinone, Longo: "Promozione? L'unità è stato il fattore decisivo"
Serie BL'allenatore commenta la promozione in A sul Corriere dello Sport: "Non è stato semplice, lo ammetto. Dev’essere l’allenatore a risvegliarsi dalla trance. Andare a cercare dentro di sé la forza, la lucidità, l’energia. Ci siamo riusciti"
La promozione in Serie A del Frosinone è stata un tutt'uno di emozioni contrastanti. Gioia, dolore, ansia, rabbia, nuovamente gioia, lacrime di dolore e infine sì, la felicità finale. Palermo battuto e finalmente Serie A per Moreno Longo, stavolta è tutto vero. Il gol di Floriano in Frosinone-Foggia ormai è soltanto un brutto ricordo, sbiadito dalla vittoria. L'allenatore della storia, Moreno Longo, ha raccontato la promozione sul Corriere.
"Abbiamo ritrovato la lucidità"
"Non è stato semplice, lo ammetto. Dev’essere l’allenatore a risvegliarsi dalla trance della sconfitta. Andare a cercare dentro di sé la forza, la lucidità, l’energia necessaria per superare i brutti momenti. Se non le ritrovi davvero, non riesci a trasmetterle ai giocatori. Si accorgono che menti, non ti danno più retta". Longo ha ricostruito l'ambiente: "Ho dovuto ripensare la squadra sotto l’aspetto tattico. Perché non c’era solo il montante al fegato della promozione toccata e scivolata via, cosa accaduta l'anno precedente tra l'altro. C’erano anche molte assenze: Daniel Ciofani, Ariaudo, Brighenti, Maiello. Gli ultimi due recuperati soltanto per l’ultima partita con il Palermo, e infatti hanno portato un grandissimo contributo alla promozione. C'era una soluzione per i due problemi, ovvero la compattezza".
"Difficile descrivere ciò che abbiamo sofferto"
Continua Longo: "Difficile dire ciò che abbiamo passato, avevamo la responsabilità di un popolo sulle spalle. Sembra retorica, ma chi non l’ha provato non può capire. Dall’altra parte, l'intero ambiente si è unito. E anche questo può suonare melenso. Ma siamo riusciti a risalere dal pozzo proprio in questo modo. L’unità è stata il fattore decisivo". Sulla gara contro il Foggia: "Floriano aveva il compito di segnare, anche se in fin dei conti alla sua squadra non serviva. L'ha fatto e l'avrei fatto anche io. Se vogliamo uscire dalle logiche che hanno governato per tanti anni il calcio italiano dovremmo tutti comportarci così". Longo chiude con un pensiero suoi suoi giocatori: "Sono persone intelligenti - svela l'allenatore - con un bel carico di esperienze e conoscenze, tutti quanti. Quando parli con loro hai zero margine di errore. Ti ascoltano e ti valutano. Una volta persi non riesci più a recuperarli".