Società rosanero farà ricorso in appello contro la retrocessione in C, sancita in primo grado dal Tribunale Federale Nazionale. Il sindaco Orlando: "Faremo tutto il possibile"
Rabbia e voglia di non arrendersi. Questa l'aria che si respira intorno al Palermo dopo la sentenza di primo grado del Tribunale Federale Nazionale, che ha rispettato quanto chiesto dalla Procura della Figc: rosanero retrocessi in Serie C, con riscrittura della classifica del campionato cadetto e conseguente decisione del Consiglio direttivo di Lega B di annullare i playout e sommare il Palermo a Foggia, Padova e Carpi nel lotto delle squadre che scendono di categoria. Alessandro Albanese, presidente del club da pochi giorni, non ci sta e ai microfoni di Sky Sport parla di “sentenza pesantissima, che non riesco a comprendere pur avendola letta e riletta con i legali”. Albanese ha dettato la strategia societaria: “Presentiamo appello, perché questa sentenza in giudizio va ribaltata. Avremmo voluto leggere una sentenza data dal campo”. E ha aggiunto: “Nel proporre appello, daremo evidenza dei fondi pronti per fare un grande campionato di Serie A, nel caso ovviamente ci dovessimo arrivare sul campo, e ci stiamo proponendo anche con la cordata di imprenditori per dare supporto alla proprietà. Siamo più motivati di prima, ora c'è una nuova proprietà che ha le potenzialità per rilanciare il Palermo in abito nazionale e internazionale. Confidiamo naturalmente nell'appello e speriamo che un eventuale slittamento dei playoff non debba penalizzare come al solito il Palermo”.
Orlando: "Città e squadra ferite"
Una linea quella del presidente rosanero sposata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “Città e squadra sono profondamente ferite – spiega a Sky Sport - il peso di errori del passato non deve condizionare il futuro. Occorre tentare tutte le strade, anche quella dell'appello alla giustizia sportiva per far capire che Palermo ha il pieno diritto di avere una squadra che volti pagina rispetto ad un passato che ha determinato la mortificazione della città, della tifoseria e degli stessi giocatori”.