Il Catania sogna con Rigoli, il Conte rossazzurro
Serie C - Lega Pro"Sarà un grande onore allenare la squadra per cui ho sempre tifato". La società etnea, che punta decisa alla B, si affida al siciliano, premiato come migliore tecnico della Lega Pro per la salvezza miracolosa con l'Akragas della scorsa stagione. Un personaggio dalla lunga gavetta, compagno di corso a Coverciano del ct, il suo modello
Va bene, 'u sapemu - direbbero a Catania - soltanto qualche anno fa su quella panchina c'era assittato Diego Simeone e oggi Pino Rigoli... E allora? Il Catania gioca in Lega Pro e, intanto (per un biennio) si è assicurato il migliore allenatore della categoria, un premio - insieme all'Italian Sport Awards ricevuto dalle mani del prossimo ct della Nazionale Giampiero Ventura - al sacrificio di un tecnico partito dal basso, ma capace, la scorsa stagione, di salvare alla grandissima un Akragas praticamente "spacciato".
Così Rigoli, rappresenterà - nelle intenzioni, ovvio - il volto della rinascita rossazzurra a 70 anni dalla fondazione e a un decennio esatto dalla promozione in Serie A conquistata con i gol di Peppe Mascara e Gionatha Spinesi, sotto la guida di un altro "siciliano doc", Pasquale Marino, l'identikit cercato dall'ammistratore delegato Pietro Lo Monaco per riportare in alto gli etnei. "Volevamo un uomo della nostra isola, un 'terrone' - ha sottolineato Lo Monaco alla presentazione nella sala congressi di Torre del Grifo - insomma, uno affamato di rivincita, come noi. Si è affacciato da poco nel mondo dei professionisti, ma ha già vinto tanto nelle serie cosiddette inferiori. Aspettiamo a dare giudizi affrettati e riparliamone tra quattro annetti...".
La storia. Rigoli, 52 anni, è nato nel Messinese (a Raccuja), ma è cresciuto nel capoluogo etneo e si sente un cittadino catanese a tutti gli effetti. "Non dormo da due notti - ha confessato, emozionatissimo - perché i ricordi da tifoso legati a questi colori sono indimenticabili e l'onore di rappresentarli mi fa sognare a occhi aperti. Ma non sono preoccupato, confido nel mio lavoro, ogni allenamento sarà per noi come una partita, e infonderò questa passione ai miei ragazzi che dovranno tatuarsi la maglia rossazzurra sulla pelle".
Come Marino ama il gioco spettacolare e punta molto sugli esterni, prediligendo il 4-3-3. Ammira la determinazione e le idee tattiche di Antonio Conte, suo compagno di corso a Coverciano. Nel curriculum vanta diverse promozioni, ma quella - forse - a cui resta più legato è l'impresa compiuta a Modica, dove in tre anni ha condotto il club dall'Eccellenza alla serie C2 nel 2005. Altre esperienze importanti con Ragusa, Cosenza, Vigor Lamezia, Juve Stabia e Agropoli, fino all'incredibile salvezza di Agrigento.
Catania nel destino. Pino era un terzino, lo chiamavano "Fulvio" perché ricordava Collovati (più per la chioma...). Neanche trentenne, viene scelto per allenare il Belpasso di un certo Pulvirenti... E qui porta un ragazzo di Bronte, "terra" del pistacchio, che diventerà il suo alter ego in campo, dotato di un sinistro magico, autentico "crack" di quel Modica dei miracoli e con un cognome "pesante", impresso nel destino di Rigoli: Catania. "Abbiamo avuto subito un bel feeling - racconta Gianluca che, in seguito, sarà un 'idolo' anche a Messina e Siracusa - riesce a ottenere il massimo da ogni calciatore, è uno che si fa rispettare e cura ogni dettaglio. Nel tempo è migliorato, è uno caparbio, assetato di calcio, un professionista esemplare, perfetto per una piazza "calda" come Catania. Un difetto? Non parla molto, ma nello spogliatoio spesso si lasciava andare e ci siamo fatti parecchie risate insieme".
Il mancino brontese, autore di 13 reti (da centrocampista esterno) in quell'annata segnò all'ultimissimo minuto il rigore decisivo a Pagani che valse la storica promozione in C della città di Salvatore Quasimodo e del cioccolato. "Stavamo perdendo 2-1 con la Paganese e ci serviva assolutamente un pareggio. Non dimenticherò mai la faccia del mister prima di calciare il rigore, altro che risate...". Il 38enne Catania si diverte ancora a giocare e per un soffio l'anno scorso non ha trascinato il Bronte in Promozione. Ha anche preso il patentino per allenare e chissà che le loro strade, un giorno, non possano rincontrarsi.
Risanamento dei conti e via al mercato. Nel frattempo la società di Pulvirenti sta provvedendo a pagare l'iscrizione al campionato e risanare i bilanci per mettersi alle spalle le varie pendenze, figlie di un periodo davvero critico. Lo Monaco allestirà una squadra che punta alla B e ha già acquistato il portiere del Monopoli Matteo Pisseri e il promettente difensore serbo "scuola" Stella Rossa Stefan Djordjevic. E poi il ritorno di Marco Biagianti che, come annunciato dal dirigente, sarà il capitano della risalita. Tra le altre novità anche l'accordo quadriennale raggiunto con il main sponsor DomusBet. A metà luglio la partenza per il ritiro e da lì l'avvio di una stagione che per la tifoseria del Massimino dovrà essere quella della "resurrezione".