L'ambizioso progetto del Venezia di Inzaghi

Serie C - Lega Pro
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Un mondo sospeso tra laguna e terraferma. Il Venezia di Tacopina, Perinetti e Inzaghi vuole tornare tra le grandi del nostro calcio. Dopo il fallimento di due stagioni fa, la squadra è rinata sotto la gestione del presidente americano. 

Fare calcio a Venezia si può, ma non è come in tutte le altre piazze d’Italia. Soprattutto dal punto... logistico. Un mondo sospeso tra laguna e terraferma. Se lo stadio (‘Penzo’) che ospita le partite casalinghe del club di Tacopina si trova nel quartiere di Sant’Elena, porzione più orientale del centro storico della città. Nel bel mezzo della laguna. Per gli allenamenti settimanali della prima squadra (e non) bisogna andare agli impianti del ‘Taliercio’, provincia di Mestre. Terraferma. Un po’ e un po’. Tutt’attorno l’entusiasmo della gente, che di certo non manca, soprattutto quando il progetto alla base è solido, convincente e ambizioso. E quello del presidente Tacopina sembra calzare perfettamente con l’identikit descritto.

Società giovane, con ben quattro persone all’interno dell’organigramma del club sui trent’anni. Ma con un direttore sportivo di grande esperienza come Giorgio Perinetti, che ha vinto tutto dalla D allo scudetto in A. Allenatori delle giovanili che sono tutti ex calciatori e/o veneziani come Mayer, Centurioni, Rossi, Turato. Ma con l’eccezione di chi guida la prima squadra: Filippo Inzaghi. Uno che del calcio giocato è leggenda. Ma che vuole dimostrare tutte le sue capacità anche in panchina, facendo gavetta. Il Pippo allenatore del Venezia è metodico, puntiglioso, attento ai dettagli, con due segreti: il match match analyst che lo affianca è lo stesso di Rafa Benitez al Napoli. E la prima squadra si allena con un gps attaccato alla schiena. In campo i risultati si vedono, il bilancio è positivo ma solo… a metà. "Fino ad ora abbiamo fatto ottime cose ma ci serve continuità. Abbiamo alternato momenti esaltanti a blackout fisiologici dovuti a una squadra completamente nuova” ha commentato Inzaghi nel post di Sudtirol-Venezia 0-4 di ieri, match valido per la Coppa Italia Lega Pro, che da quest’anno garantisce alla vincitrice un posto nei playoff. In gol Malomo, Moreo, Ferrari e un autogol di Brugger. Risposte positive da chi nel weekend gioca meno. Così, sempre Inzaghi: "Chi ha avuto meno occasione di giocare, mi ha dato grandi risposte. Sarà sempre più difficile scegliere l’undici titolare per sabato. L’abbondanza è la nostra forza, deve essere la nostra forza perché credo di avere la miglior rosa di tutto il girone B di Lega Pro. Io vorrei giocare sempre, ogni martedì o mercoledì perché vorrei dare un’opportunità a tutti, a chi gioca meno. Oggi quei giocatori lì mi hanno dimostrato come si allenano durante la settimana, che mentalità hanno. Questo per chi sta in panchina come me è una grande soddisfazione". Tra i titolari, gente esperta. L’ex difensore di Napoli e Udinese Domizzi, l’ex Novara Garofalo, Baldanzeddu che l’anno scorso giocava a Latina. Davanti Marsura, talento cresciuto nell’Udinese e che ha già una discreta esperienza in B tra Modena e Brescia. Ma soprattutto due come Geijo e Ferrari, prime punte che in due fanno più di 120 gol nelle massime categorie. Ma il vero Deus ex Machina - ma anche in pratica - di questo Venezia è il presidente Tacopina. Che anche quando non è presente perché a NYC preso da qualche causa di avvocatura, comunque c’è. Il come è tecnologico. Chiama a qualsiasi ora del giorno, anche con Skype. Manda whatsapp anche per correggere una patch di una maglia firmata Nike, sponsor ufficiale del club. Si guarda le partite in streaming. Cura molto l’immagine purché sia produttiva. Apparenza ma sempre con risultati.

In campionato (girone B) il Venezia è quarto a meno due dalla vetta, con tanti pareggi (5) ma solo una sconfitta, contro il Pordenone. E sabato al ‘Penzo’ Venezia-Sudtirol. “Dobbiamo assolutamente tornare a vincere, per la nostra classifica”. In un mondo sospeso tra laguna e terraferma che vuole tornare a sognare, tra le grandi del calcio.